Poche volte l'acquisto di un album originale risulta fondamentale per farsi un'idea della musica in esso contenuta. Non è questo il caso. Sfogliando il simpatico booklet incluso nel cd di questi Circulus, le reazioni possono a grandi linee essere le seguenti:
- Ilarità, sfociante in fragorose risate e una irrefrenabile voglia di mostrare le foto ai vostri amici, con l'intento di irridere e sbeffeggiare tutti insieme questa masnada di sfigati.
- Terrore, perché pensavate che mai più nessuno (a parte qualche metallaro fanatico di fantasy) si sarebbe azzardato a vestirsi come un menestrello medievale, con tanto di calzamaglia, e si sarebbe addirittura fatto ritrarre all'interno di un improbabile cerchio di fuoco in odore di Sabba.
- Velata curiosità, indotta proprio dalla scelta assolutamente impopolare della band riguardo al vestiario, comunque encomiabile per quanto riguarda coraggio, sfacciato cattivo gusto e assoluto disinteresse verso le logiche estetiche del music biz.
Bisogna ammettere che ritirar fuori l'epoca d'oro del folk psych medievale di inizio '70 era l'ultimo dei revival che ci si aspettava nel 2005, ma tant'è che la musica dei Circulus si rifà proprio a quel periodo e ai gruppi relativi, con tanto di strumentazione ultra vintage (pensate che lo strumento più contemporaneo usato è un Moog!). E, non si sa bene come, il risultato non è una baracconata come si potrebbe facilmente pensare. Se brani come "Miri It Is" (in cui sembra di sentire John Lydon travestito da cantastorie) o la stucchevole "Candlelight", fanno venir voglia di invadere la Polonia dopo il primo ascolto, il resto del disco si attesta su buoni livelli. "The Scarecrow" strizza l'occhio ai primi Gong, "We Are Long Lost" unisce una voce angelica alla Sandy Danny coi Genesis migliori, "Swallow" è una canzone di protesta che avrebbero potuto scrivere i Jefferson dei tempi andati, le strumentali "Orpheus"/"The Aphid" mandano gli Stereolab a passeggio con Ravi Shankar nella brughiera scozzese.
Se siete in cerca di musica medievale sentitevi "Aion" dei Dead Can Dance, ma se per voi la saga di Shannara è un corrispettivo moderno della Gerusalemme liberata, questo disco fa al caso vostro. P.S.: il mio membro del gruppo preferito è quello con la faccia da impiegato del catasto di Liverpool vestito con "full plate armor" e alabarda.
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