Ed eccolo qua, il gruppo di cui tutti parlano nella primavera 2009, al primo full-length. Ed il Vostro, cosa ne pensa? Boh! Mah! Troppo sintetico? Elaboriamo? Non riesco a produrre nulla di più di un: "Non mi dicono nulla", nonostante Psycho avesse invitato gli astanti a tenerli d'occhio, recensendo la loro uscita in ep quest'autunno. L'invenzione starebbe nel coprire tutto lo scibile con delle tastierone Farfisate. Ed allora? Non basta, non è sufficiente e soprattutto non incanta. Perché quel che manca, è troppo. Ovvero la scrittura: dire che latita è un eufemismo. Non c'è una canzone che mi sia rimasta impressa, anche dopo ripetuti ascolti.
Prima digressione. Starò invecchiando malamente che pretendo una messa a fuoco? I Crystal Antlers gettano nel pentolone tutto quello che hanno raccattato per strada, ma alla rinfusa. Un po' di prog, un po' di psichedelia, un po' di garage-punk, e forse anche un po' di p-funk. Ed il minestrone, poiché gli ingredienti non sono dosati, risulta indigesto. Su tutto la voce alquanto fastidiosa del cantante, che è sempre intento a sgolarsi senza requie.
Seconda. E' questo ciò a cui siamo condannati da alcuni anni in qua. Il futuro non mi pare roseo. Il post-moderno è ad un punto di non ritorno. Come detto, si prende un po' lì, un po' là. Certe volte l'assemblaggio funziona, altre ti chiedi perché spendere soldi in dischi contemporanei. Perché io, dei Vanilla Fudge del ventunesimo secolo, che hanno mal digerito quello che è successo dopo e poco compreso quel che è accaduto prima, non so proprio che farmene: già ho sempre fatto fatica ad apprezzare gli originali...
Terza, e più importante. Sì, l'ho comprato. Il motivo? Dovrebbe essere l'ultima uscita in catalogo della Touch And Go Records. L'etichetta di Chicago infatti ha deciso di non pubblicare più, stante l'attuale recessione, dischi nuovi, nonché di non distribuire più il materiale di altre etichette quali la Merge e la Kill Rock Stars. E' inutile che Vi ricordi i nomi dei gruppi che hanno inciso per questi. Inutile sottolineare che gli anni '90, per molti appassionati di indie americano, siano stati associati alla Touch And Go come garanzia di novità e qualità. Inutile che proponga qualsiasi commento. Mi preme solo evidenziare che non sempre, quelle che appaiono essere solo coincidenze, sono tali. Che tanto quanto questo "Tentacles" sembra celebrare un cul-de-sac dell'alternative, una delle nostre case discografiche preferite lo certifichi, cessando di occuparsi di quel che gira nell'aria.
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