Per il sottoscritto è proprio periodo di gentil-Prog.

Tra le pagine del vostro profilo di Last.fm, come molti utenti già avranno notato, appaiono i consigli sugli artisti che più si avvicinano a ciò che state ascoltando… tra tanti nomi strani, come Gryphon, Triumvirat e Atomic Rooster, mi sono ritrovato i Curved Air, anzi, a dir la verità, erano proprio i primi della lista; il motivo, è ben presto detto: insieme ai It’s a Beautiful Day e ai più famosi East Of Eden (che già conoscevo e che vi consiglio caldamente), i Curved Air sono stati tra i promotori di maggior rilievo nell’utilizzo del violino nella musica rock. Altro punto di contatto che mi ha permesso di conoscerli, va ricondotto nel vocalist… anzi, NELLA VOCALIST, giacché, così come successe per i Renaissance, anche qui ci troviamo al cospetto di una voce femminile, nella fattispecie, della bellissima Sonja Kristina, già veterana del mondo della musica all’epoca, grazie alla sua presenza fissa, come appunto vocalist, nel musical Hair.

Parlando del gruppo dal lato strettamente musicale, essi nacquero nel 1969, quando cambiarono il nome da Sisyphus a Curved Air, in omaggio a un album di Terry Riley, chiamato per l’appunto A Rainbow In Curved Air. Il loro “credo” musicale è già ben definito dal loro album d’esordio: Air Conditioning (1970, Island Studios) è un concentrato di elementi Hard Rock, accompagnati dal violino di Darryl Way, che farà anche da seconda voce esclusivamente in questo LP, con una discreta dose di psichedelia, che si rinforzerà nel successivo Second Album, ma soprattutto, in Phantasmagoria.

Tutto può lasciar pensare che i Curved Air siano dei precursori dei Renaissance, sia per l’uso di strumenti utilizzati nella musica classica, sia per la voce femminile; seppur ci siano comunque dei riferimenti classici (soprattutto un tributo a Vivaldi, che analizzeremo in seguito), le due band sposano un progetto musicale differente: i Renaissance hanno prodotto musica con richiami puramente rinascimentali, con l’utilizzo degli strumenti moderni, e l’apporto massiccio del pianoforte e della voce della Haslam; i Curved Air, al contrario, hanno preso vari generi, tra cui il Folk, l’Hard Rock e il Prog, hanno preso un violino e hanno creato un sound unico, seppur quest’album subisca ancora qualche cliché dell’epoca ben evidente; riusciranno ad uscire da essi parzialmente con Phantasmagoria, ma paradossalmente il loro miglior album è proprio quello d’esordio.

Infatti, Air Conditioning può tranquillamente riassumere le metodologie di composizioni che accompagneranno i Curved Air nel periodo tra il ’70 e il ’73; da evidenziare, in merito, soprattutto due canzoni: It Happened Today è all’insegna di un hard rock marziale, dal ritornello facile, con la voce prima soave, poi strillante, della Kristina, subito inseguita dall’oscura chitarra di Andy Christie, ma nel finale arriva una spiazzante conclusione di brano, affidata all’assolo rilassante al violino di Way, che spezza decisamente il ritmo incalzante del brano sciogliendo le cuoia con acqua di rose. Vivaldi, invece, è il manifesto di tutto ciò che i Curved Air hanno da offrire: il nome dice tutto, l’omaggio al compositore classico è palese; l’inizio è prettamente classico, ed è da annotare la mancanza quasi totale di qualsiasi traccia di rock fino a metà brano (c’è solo un timido accompagnamento alla batteria e alla chitarra, niente più), poi il violino di Way e la chitarra di Christie decidono che è scoccata l’ora di gareggiare in velocità, creando un sound che sembra quasi richiamare i deliri della viola di Cale dei Velvet Underground, per poi tornare al pazzesco finale, un crescente turbinio di emozioni dove Vivaldi si reincarna, solo per un attimo, nel velocissimo violino di Way, nella chitarra sempre più oscura di Christie, e nella batteria veloce e incessante di Florian Plikington-Miksa. Vivaldi è, certamente, il punto più alto mai raggiunto dai Curved Air in ambito compositivo ed emotivo, e diverrà la loro canzone simbolo.

Il resto dei brani spaziano dall’Hard Rock “sviolinato” a-là It Happened Today, con la dura e oscura Hide And Seek (uno dei brani migliori dell’LP), all’hard blues di Stretch, fino alla quasi crimsoniana Screw, con Way che sembra quasi scimmiottare il Mellotron di Fripp. Concludono il pacchetto le dolci Blind Man e Rob One, la breve e rockeggiante Propositions, la sperimentale, e forse unica canzone davvero progressive dell’album, per i suoi cambi di ritmi continui, Situations, che farà quasi da battistrada alle future sperimentazioni al vibrafono ascoltate in Phantasmagoria, e la degna conclusione con la ripresa, stavolta velocizzata, del tema di Vivaldi (Vivaldi With Cannons).

Sottovalutati e poco conosciuti, i Curved Air rappresentano una valida formazione prog di matrice folk e classica: il giusto compromesso tra il sacro del violino, e il profano della chitarra elettrica, tra orecchiabilità e magniloquenza, tra sperimentazioni e cliché ben collaudati; il loro album d’esordio è certamente quello più sentito e importante, riusciranno a ripetersi solo con Phantasmagoria e, solo in parte, con Second Album, anche a causa del cambio di formazione visto nel raro album Air Cut.

Vivaldamente consigliati.

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