Anarchist Evening Entertainment


Mutevoli, multiformi e multiculturali questi Die Anarchistische Abendunterhaltung, per gli amici DAAU: senza tanti complimenti passano dalla loro incarnazione di canonico ensemble classico a quella di orchestrina klezmer, fino a sporcarsi le mani con il dub e perché no, strizzare l'occhio ad un certo rumorismo kraut.
"Lounja La Gazelle" è come un pomeriggio assolato in un giardino zoologico, dove il suono del clarinetto si sposa alla perfezione con l'andatura lenta ed aggraziata degli animali. La passeggiata continua, il suono si fa più imponente, il contrabbasso si fa più jazzy e sembra di vedere davanti ai propri occhi la selvaggia vita addomesticata di un elefante. Più in là l'incanto pigro ed indolente di "Rabbit Eye Movement", sospeso nel tempo come il figlio bastardo del Bolero di Ravel e dell'incipit del Peer Gynt di Grieg. Un perfetto accostamento di brani più strettamente fedeli alla tradizione classica ad altri più vicini all'urgenza dell'età contemporanea, come "Disponitioning System", dove la fisarmonica (ma quant'è più bello chiamarla accordion?) si trasforma in una sirena e il violino e il violoncello si contorcono e si distorcono.

Nemmeno una parola, un disco interamente strumentale dove il suono è tutto quello che c'è e di cui c'è bisogno. Compaiono i guizzi elettronici (con cui la band ha giocato abbondantemente in passato e di cui, finora in questo disco, sembrava essersi totalmente spogliata) di "Pedanterie", un giocoso scherzo al limite dell'improvvisazione, e poi ancora di "Wish You Were Hit", con un piccolo loop di violino che riporta alla mente la sempre belgica "Suds & Soda".
L'impostazione classica viene momentaneamente abbandonata a favore di un andamento quasi rock dove la distorsione non convenzionale degli strumenti suonati rimpiazza alla perfezione la carenza di una chitarra.

"Tropic of Cancer" è da brivido, nonostante la latitudine: abbandona i modernismi e gli orpelli elettronici e lascia che sia il contrabbasso ad impostare un giro ripetuto su cui violino e violoncello crescono in un mulinello vorticoso, con il clarinetto a rifinire gli arabeschi.
Ma è solo un attimo, perché con "Aufhören" il suono torna tumultuoso e modernista. Se solo gli strumenti utilizzati non fossero quelli classici per antonomasia questo potrebbe essere un pezzo metal. "Highway Tiger" si adorna di un alone cosmico e distante, mentre l'intermezzo di "Nowhere Beach", inaspettatamente, risfodera l'influenza klezmer per un pezzo quasi ballabile la cui melodia rimbalza come una palla matta tra fisarmonica, violino e clarinetto, prima che, ennesimo colpo di scena, la scena venga lasciata aperta a rumori e feedback (per quanto possano avere feedback degli strumenti non amplificati). "Lost Soles" tira solennemente i remi in barca, senza troppe sorprese, per una chiusura che purtroppo manca un po' di un aspetto definitivo.

Ottima la prova di questa band belga, alla prima esperienza come sestetto data l'aggiunta in pianta stabile, proprio in occasione di questo disco, di contrabbasso e batteria all'abituale quartetto composto da violino, violoncello, clarinetto e fisarmonica. Continuano a stupire, i DAAU, disco dopo disco, senza mai riproporsi uguali a se stessi, ma sempre aperti a suoni ed influenze nuove. Un gruppo piacevolmente camaleontico.

Elenco tracce e video

01   Lounja La Gazelle (03:50)

02   Domestic Wildlife (07:46)

03   Rabbit Eye Movement (04:15)

04   Dispositioning System (08:07)

05   Pedanterie (03:34)

06   Wish You Were Hit (05:51)

07   Tropic of Cancer (04:24)

08   Aufhören (02:24)

09   Highway Tiger (04:43)

10   Nowhere Beach (08:03)

11   Lost Soles (04:39)

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