Dei sette peccati o vizi capitali si va ad occupare questo disco, ideato e composto a metà degli anni novanta nelle gelide lande svedesi. Ma chi si nasconde dietro il breve ed efferato monicker di un lavoro totalmente immerso in sonorità Death'n'Roll?

Svegliamo subito il quesito: Nicke Andersson, già primo batterista dei satanici Entombed, e Anders Lundemark, leader dei danesi Konkhra. Due tra i personaggi più influenti e conosciuti della scena scandinava estrema di quegli anni.

Death Metal che si vuole in tutto e per tutto rifare, riuscendoci più che bene, ai già citati Entombed ed ai Dismember: con quell'inconfondibile suono di chitarre "crushing" che rende l'ascolto del sintetico lavoro, poco più di trenta minuti, un tour de force spasmodico da tanto potente e veloce. Con in aggiunta la stratosferica prestazione dietro alle pelli di Nicke: un muro sonoro distruttivo!!

"Sloth" (accidia) ha l'onore di infiammare da subito, dai primissimi secondi l'album: due minuti di pura e semplice follia. Una cavalcata micidiale suonata ad una velocità spasmodica, con quella voce lacerata di Anders che ricorda molto da vicino Lars Goran Petrov (e per la terza volta mi tocca scrivere Entombed).

La più controllata "Greed" (avarizia) fa la sua degna figura: un mid-tempo rallentato e sofferto dalle movenze terrificanti; subito dopo si arriva al brano che prediligo. "Lust" (lussuria) dove la velocità ritorna prepotentemente a farla da padrone: un'altro breve ed incazzato brano, furioso oltre ogni limite. Una autentica rasoiata che in tutti questi anni non ha perso un grammo di efferatezza.

Si arriva all'ottavo peccato, che conclude l'album: il caos totale in pochissimi secondi della strumentale "The Eighth Sin", così estrema da toccare addirittura territori Black Metal.

Un concentrato esplosivo di sano, primordiale e massiccio Death Metal; ci saranno altri due dischi che non raggiungerano la cruenta bellezza di questo esordio, anche perchè Nicke non parteciperà alle registrazioni, dando sfogo alla sua voglia di musica formando i grandiosi Hellacopters.

Ad Maiora.


  • bluesboy94
    15 gen 16
    Recensione: Opera:
    Il titolo è tratto da una canzone famosa di Brecht/Weill ;) Peccato non sia il mio genere.
  • Dragonstar
    15 gen 16
    Recensione: Opera:
    Una piccola chicca emerge dal cilindro! Pensa, caro DeMa che questo disco a Trumetal non l'hanno recensito (peccato mortale). Poco male: significa che noi siamo avanti! Disco, strepitoso, ascoltato nei primi anni 2000, mi ricordo che all'epoca attraversai un breve periodo nel quale ascoltavo parecchio il metal estremo "satanico". Bathory a parte, mettevo spesso questo disco maledetto (artwork inquietante e stupendo), mentre per quanto riguarda il ramo black mi frastullavo con i Rotting Christ. Recensione perfetta (e non serve parlarne, visto che lo sapevamo già). Consentimi solo una (forse) precisazione: mi pare proprio che fossero danesi e non svedesi, poi potrei sbagliare, magari faccio un salto in qualche sito specializzato e vedo se riesco a scoprire qualcosa.

    P.S: una curiosità: la grafica con la quale è stato impresso il titolo dell'album, è la stessa con la quale i Grave Digger, pochi anni più tardi, pubblicheranno i loro indimenticabili lavori della trilogia medioevale.
    • De...Marga...
      15 gen 16
      Disco che hai tempi della sua uscita venne ascoltato da ben poca gente: un vero peccato perché è davvero un piccolo furente gioiello di rozzo e bastardissimo Death-Metal. Quando poi hai a disposizione alla batteria quel fenomeno di Nicke Andersson, tutto risulta molto più semplice. Artwork meraviglioso aggiungo.
  • De...Marga...
    15 gen 16
    Recensione: Opera:
    Modifica alla recensione: «Come giustamente mi ha fatto notare Dragonstar la band era di provenienza danese; correzione a questo punto doverosa.». Vedi la vecchia versione link rotto
  • Galensorg
    16 gen 16
    Recensione: Opera:
    Non mi hanno mai fatto impazzire... fa comunque piacere vederli sul sito!
  • Ociredef86
    16 gen 16
    Recensione: Opera:
    A me fanno un po' paura sti tizi danesi :D la recensione però è bella, l'ho letta con piacere. Bravo as usual!
  • gate
    17 gen 16
    Recensione: Opera:
    Svegliamo il quesito con un buon caffelatte :D sempre peggio sto posto: meno male che ci sei tu ad aggiungere un po'di cazzimma
    • gate
      17 gen 16
      con tutto il rispetto
  • Recensione: Opera:
    Diciamo che sei scivolato sul penultimo periodo;-)...sempre un gran piacere leggerti.
    • De...Marga...
      18 gen 16
      Ciao Claudio; ritengo ti stia riferendo all'ottavo brano del disco, intitolato appunto l'ottavo peccato capitale. Non è un errore ma è proprio così: i primi sette brani prendono il titolo dai vizi capitali (appunto sette), mentre l'ultimo pezzo è una brevissima sfuriata strumentale Death-Black.
  • algol
    18 gen 16
    Recensione: Opera:
    Svezia ... Danimarca ... sempre penisola iberica è

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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