Sono tornati i Daft Punk, e si sente che hanno la pancia piena.
Ho letto che ad incidere questa ultima fatica ci hanno messo un mese e mezzo, perciò ho pensato "questi ormai se si mettono a fare electro-polka-blues vendono lo stesso, perché affaticarsi?". Ebbene dopo aver ascoltato l'album ho pensato che un mese e mezzo era fin troppo, questa è roba da una settimana.

Chi ha odiato Discovery questo lo disprezzerà, perchè le similitudini con il loro secondo lavoro ci sono eccome: la title-track e "Prime Time Of Your Life" sono pregne di quell'elettro-pop kitchissimo, ma sono anche tra i pochi episodi riusciti, soprattutto la seconda, molto kraftwerk del terzo millennio, per poi cambiare a metà e diventare techno e accellerare alla fine sempre di più fino ad arrivare a un rumore indistinguibile. E allora penso "dai, non sono ancora da hit-parade". E in effetti è vero anche ascoltando il resto dell'album: il sound si è fatto più aggressivo di Discovery, ma manca totalmente la freschezza di Homework. Quello che manca totalmente sono le idee, che non mancavano certo nei lavori precedenti. I pezzi sono monotoni, potrebbero durare 2 minuti ma li tirano avanti fino a 5 per arrivare ai 45 minuti dell'album. Il cantato robotico alla kraftwerk è fin troppo presente e rompe i coglioni. "Television Rules The Nation" ci prende per il culo con un riff (la loro solita chitarra elettronica) non solo che potrebbe comporre un bambino, ma che tirano avanti fino ad addormentarti. "Technologic" è una filastrocca da cantare con i vostri nipotini ed "Emotion" è un test di pazienza.

Ho dovuto aspettare 4 anni per questo? Perché non chiudere la carriera degnamente anche con solo 2 album alle spalle? Altre due teste si sono immolate per il dio denaro. Fortunatamente ne sono sopravvissute tantissime altre.

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