Il suolo italico ha visto grandi band rimanere all'ombra dei giochi discografici, non riuscendo mai ad emergere in un panorama che non premia di certo chi sa fare buona musica. Una delle tante band heavy metal italiane che mai hanno conosciuto la popolarità sono i Dark Quarterer, trio proveniente da Piombino, che all'epoca di "The Etruscan Prophecy" (1988) era composto da Gianni Nepi, Fulberto Serena e Paolo Ninci. Una band che ha visto affibiarsi la dicitura "epic progressivo", grazie a delle composizioni dal lungo minutaggio, complesse, con passaggi oscuri e soprattutto tremendamente evocative.

L'album in questione, il secondo della band toscana, è un lavoro di non facile assimilazione. Al primo ascolto si rimane spiazzati. Le sei tracce, tralasciando la strumentale e bellissima "The last hope", sono dei veri e proprio album a parte. Ognuna contiene qualcosa di unico, una canzone nella canzone. Il riff di "Retributioner" è assolutamente trascinante e da origine ad una song studiata, su cui si intarsiano le linee vocali di Gianni Nepi, con la sua voce sgraziata ma adattissima al genere proposto dal gruppo.
Allo stesso modo "Piercing hail" trascina indietro nel tempo con un arpeggio leggero e la voce che si adagia a creare una dolce ballata.

E' da quì che l'album prende una piega diversa: la titletrack inizia un percorso epico che ha pochi riscontri in Italia se non nell'omonimo album di debutto dei Dark Quarterer stessi. Nove minuti di incisioni chitarristiche, arpeggi, melodia, lontani richiami. Si respira il sapore della "musica da cantina" attraverso una registrazione pessima, che però rende tutto più affascinante e datato. Stesso discorso vale per "Devil stroke" aperta da un accenno della Toccata e Fuga in Do Minore di Bach. The etruscan prophecy si conclude con l'ultimo macigno epico del platter, "Angels of mire", ennesima dimostrazione di epicità unita a melodia.

Il secondo lavoro della band toscana rappresenta un vero e proprio must per chi ama il genere. Un album vissuto e sudato in ogni sua piega.
Una musica proveniente davvero da un altro tempo, un periodo fertile per il metal italiano.

Nella ristampa fatta dalla label Metal Legion è stata inserita una bonus track intitolata "Queen of the sewer".

1. "Retributioner" (6:19)
2. "Piercing Hail" (2:04)
3. "The Etruscan Prophecy" (9:47)
4. "Devil Stroke" (9:12)
5. "The Last Hope" (1:34)
6. "Angels Of Mire" (9:23)
7. "Queen Of The Sewer" (8:45)

Elenco tracce samples e video

01   Retributioner (06:19)

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02   Piercing Hail (02:04)

03   The Etruscan Prophecy (09:47)

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04   Devil Stroke (09:12)

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05   The Last Hope (01:34)

06   Angels of Mine (09:23)


  • reverse
    8 ott 10
    Recensione: Opera:
    buona segnalazione. Li ascolterò stasera stessa.
  • gate
    8 ott 10
    Recensione: Opera:
    Bravissimo, una segnalazione eccellente.
  • federock
    8 ott 10
    Recensione: Opera:
    Sì, segnalazione d'obbligo x un caposaldo del metal tricolore alla Mannilla Road. Conosco qualcosa di questo album, che son sempre stato lì lì x procurarmi... x poi desistere (sapendo di una produzione un po' così..)! La tua rece è un'ulteriore stimolo a non indugiare oltre, allora. Intanto mi sono preso il loro ultimo nato, Symbols: niente male, forse è quello con + influenze prog
  • reverse
    9 ott 10
    Recensione: Opera:
    ma mica mi è dispiaciuta la pruduzione, ad ascoltare dal tubo. Molto buona retributioner.
  • Interceptor
    10 ott 10
    Recensione: Opera:
    Mai sentito un titolo di disco così scemo... ahahah.
  • Harlan
    29 giu 20
    Recensione: Opera:
    Insieme al precedente è un caposaldo del metal italiano. Vere e proprie opere d'arte per quanto mi riguarda.

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