Il cigno Emo.
"Black Swan" è costruito su degli stereotipi già visti, compreso il concetto del doppio trasposto al cinema e in letteratura centinaia di volte. Diciamo che detesto questo genere di gotico con protagoniste malate di mente e autolesioniste che per qualche strana ragione piacciono tanto agli psicologi mongoloidi e ad una buona fetta di pubblico sufficientemente perversa da apprezzare simili turbe cerebrali più fini a se stesse e molto meno introspettive di quanto vogliano sembrare.
Non è nel mio stile raccontare la trama quindi dico solo che è un film su un presunto "lato oscuro del balletto classico" e narra di una ragazza (lesionata) che riesce a diventare la prima ballerina dell'ennesima trasposizione del Lago dei cigni e pur essendo un ottimo cigno bianco non sa comportarsi da cigno nero. Per riuscire a diventare un cigno nero dovrà affrontare il suo lato oscuro "il lato oscuro del balletto, appunto". Che nel suo caso significa diventare peggio di un emo (perché emo lo è già in partenza).
Certo, pensare al mondo del balletto come chissà quale paradiso idilliaco è fin troppo ingenuo: si tratta di una professione difficile che richiede un certo spirito di sacrificio... e anche in questa sfera d'elite c'è del marcio, compresi favoritismi sessuali e forme di rivalità. Diciamo che Aronofsky ha calcato eccessivamente la mano per "impressionare" maggiormente gli spettatori, quindi ogni riferimento alla realtà è puramente casuale.
Riconosco che "Black Swan" ha i suoi punti di forza: anzitutto il regista va ricordato in primo luogo per il bellissimo "pi greco" e l'ottimo "The Wrestler," ma anche i suoi film meno riusciti hanno sempre avuto un buon impatto visivo e questo Cigno Nero perlomeno è ben girato, con giochi di luce notevoli, una buona fotografia, buone le coreografie di ballo e le musiche sono di Tchaikovsky.
Qual è dunque il problema principale del film? La protagonista assieme a tutto il suo aspetto contenutistico. Pur essendo interpretata bene da Natalie Portman, non tutti ce l'hanno fatta a sorbirsi per 2 ore le sue pippe mentali accompagnate da seri problemi al cervello e un atteggiamento emotivo che rasenta la demenza. Il fatto è che non c'è nemmeno un cambio di prospettiva lungo tutta l'opera che inquadra quest'evirata mentale in ogni scena cercando di frequente espedienti mutuati dai film horror per "angosciare" lo spettatore (tipo terzi e secondi incomodi che irrompono all'improvviso, la luce che via di colpo, la classica "scena della vasca da bagno" ecc...). Insomma il regista si era reso conto che la sceneggiatura presentava una certa monotonia di fondo e s'impegna per spezzarla nei limiti del possibile benché il tutto possa risultare ugualmente palloso a più riprese.
Un altro cliché oltre al tipico direttore artistico che sfrutta la sua posizione di potere? Ovviamente la madre iperprotettiva che sembra la versione moderna di quella presente ne: "La pianista" di Michael Haneke (c'è anche una scena specifica che ricorda da vicino il film in questione).
"Black Swan" fallisce proprio nel suo elemento principale: quello rappresentativo. La chiave di lettura con cui viene interpretata l'essenza del cigno nero è quantomeno superficiale: riduce il tutto a comportarsi da puttanelle libidinose che fanno stronzate da discotecare e parlano con malizia quasi esclusivamente di sesso. Ma l'idea del cigno bianco convince ancor meno: la protagonista è un perfetto cigno bianco essendo una verginella apatica che mira a raggiungere una "perfezione" prettamente scolastica. I lati oscuri e luminosi intesi in questi termini sono molto meno evocativi di quanto dovrebbero in un tema abusato, quello del dualismo, vecchio quanto il mondo e relegato a cornice di personaggi abbastanza vuoti dentro che non riescono ad incarnare in maniera significativa gli opposti complementari o comunque l'oscurità che vince sulla luce nella storia del lago dei cigni. Si parla durante tutto il film soltanto di insignificanti problemi psicologici adolescenziali ingigantiti oltremisura per accostarli a dei simbolismi di riporto.
Ma il fondo viene toccato nella parte finale con la protagonista in preda ad allucinazioni orrorifiche tristemente patetiche. Un coniglio? Guardatevi il balletto originale che è molto più bello e regala grandi emozioni al contrario di questa puttanata di film fastidioso e nauseabondo.
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