Diciamolo subito: non avremmo mai voluto "Reality" del 2003 come l’ultimo album del Duca! In virtù di questo pericolo scampato, è sorprendente il forte pugno nella pancia di "The Next Day", 12 Marzo 2013, dopo dieci lunghi anni di silenzio. David Bowie si è nuovamente immortalato! Cancellando pensieri nefasti di morte artistica: sublimando la vita nell’arte anche dopo l’infarto del 2004. E il silenzio rimane la chiave di lettura per questo suo nuovo percorso artistico fatto di evitamenti, di anonimato assoluto, all’artista-indie per eccellenza.

La splendida copertina di "The Next Day", con la cover di Heroes rivisitata, sortisce l’effetto reale (wirklich) di una momentanea mancanza nel rispecchiamento con il suo volto e allo stesso tempo ci consegna un Bowie ispiratissimo. La folgorante The Next Day d’apertura, fulmina l’ascoltatore in un sussulto cool fatto di rimandi in simultanea tra: Repetition(Lodger)-Beauty and the Beast (Heroes)- It’s No Game part 1(Scary Monsters), e il cantato, una marcia, il cui testo rivela l’attuale passione di Bowie per la poetica e la filosofia del Medioevo. Dirty Boys ruota intorno a "The Idiot" (Iggy Pop), e con The Stars (Are Out Tonight) il Duca ci lancia un inaspettato brano di pura perfezione pop. Love is Lost combina il glam di Ziggy con il post-punk degli anni Ottanta; Where Are We Now? è il ricordo nostalgico di una Berlino (1977) sempre presente nell’orizzonte inquieto della sua vita; Valentine’s Day cattura il pop-malefico di "Hunky Dory" mentre follia medioevale/ voce dissonante e tempi sincopati si fondono in If You Can See Me (con ritmica che ricorda Give Me It dei Cure). Psichedelico è il riferimento politico anni sessanta in I’d Reather Be High; atmosfera "Diamond Dogs" e posa decadente in Boss Of Me; ed ancora: Lust for Life (Iggy Pop), "Logder" e "Scary Monsters", fanno da sfondo alle splendide Dancing Out In Space e How Does The Grass Grows? Non particolarmente incisive, ma non per questo meno valide, sono: il classic-hard-rock Tin Machine di (You Will) Set The World On Fire e il glam-rock–apocalittico di You Feel So Lonely You Could Die (con tanto di riferimento esplicito a Five Years da "Ziggy Stardust"). Conclude l’album il potente e suggestivo lirismo dark di Heat.

E’ un vero peccato che bonus-tracks come Plan e I’ll Take You There non abbiano potuto avere uno spazio adeguato nel roteante contesto interno di questo "The Next Day". Dunque, "The Next Day" è un concept-album capace di ri-attualizzare nel 2013 tutto il suono-bowie ad nuovo-presente e ad un nuovo futuro. Inoltre, qui il Duca si ri-presenta in gran forma nel vorticoso e complicato flusso di inedite metamorfosi vocali e di inquietudini antiche come il mondo. Con "The Next Day" non possiamo far altro che chinare il capo in segno di rispetto assoluto per questa genialità vivente. Tony Visconti, che ha prodotto l’album, ha dichiarato che è già pronto un secondo di inediti sulla stessa scia tracciata da questo stupefacente lavoro: un concentrato di purissima-molecola-bowiana. "The Next Day" è un disco di grande spessore creativo ed una ennesima prova di ampio significato artistico ed umano.

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