(ZOT)

Basterebbe la copertina.

Esagerando si potrebbe raccontare di quella volta che, alla scuola elementare, ho sentito il coro e mi è scappata la lacrimuccia.

Fate uno più uno e voilà, ecco il disco...

(Non ZOT)

Vi piacciono le storie di fantasmi? Bene, qui ne abbiamo una. Di quelle adatte per fare un figurone con la fanciulla gothic dark di turno.

Immaginate il Tim Burton più (più cosa?) che diventa musico e scrive le canzoni di uno Spoon River per adolescenti fissati con l'horror.

E duecento bambini che intonano una canzone e quella canzone è quella dei coltelli d'argento che taglian la testa al vento. Tranquilli, non è lo zecchino d'oro.

E comunque scegliendo due carte a caso, ecco due spiriti vaganti, due tarocchi notturni...

(Uno) Il luna park di “Werewolf heart”, tutto candele tremolanti, fantasmi femminili, lupi mannari + una folle improvvisazione finale comprensiva di ululato.

(Due) “Flowers grow out of my grave”, spoken word stracciato, il quasi sempre presente coro di bambini + altro finale magico.

E mica son bravi solo nei finali questi, no no no, anzi, con tutta una serie di interludi e variazioni sempre stranianti e quindi sempre a fuoco, se la cavano piuttosto bene anche nel bel mezzo dei giochi.

Poi però le carte, ovvero gli spiriti, ovvero le canzoni son undici, non due. Ma mica vi posso raccontare tutto il disco.

C'è stato un periodo che quando ero depresso pescavo a caso tra i vecchi Dylan Dog. Adesso, invece, mi guardo gli ultimi quaranta minuti di “Pulp Fiction”. L'horror mi è venuto un pochetto a noia.

Sto disco però non è male. Ci sono un sacco di trucchetti (giocoleria horror, delizie sepolcrali, pop zuccherino, infinitesimi di narcolessia) e funzionano tutti alla grande.

Anche se poi in certi momenti sembra di stare in una festa di Halloween per gente che se la tira un po' troppo e così finisce che senti la mancanza di uno smandrappato vero, uno di quelli che scrivono solo in malacopia.

Ma non si può avere tutto...

Ah, pare che questo fosse il gruppo giovanile di un attore ora famoso. Io però non vado al cinema dal 46...

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