In questa recensione, in questo spazio concessomi, non voglio solo parlarvi di The Powers That B, ultimo disco in studio dei Death Grips, ma voglio anche ripercorrere brevemente, per chi non li conoscesse, la storia di una delle più caratteristiche band della storia recente.

A metà tra l'essere un vero e proprio fenomeno virale ed un rivoluzionario ensemble artistico, i Death Grips si sono distinti nei tempi recenti per l'originalità della musica proposta ed un approccio esplicito e radicale, ma anche per un incondizionato senso criptico nel rapportarsi a fan e mercato.

Originari di Sacramento (California) la band si è formata nel 2010 ed è composta da:
Zach Hill, batterista e produttore, di cui si ricordano le numerose collaborazioni e progetti musicali (Hella, su tutti).
Andy 'Flatlander' Morin, tastierista e produttore; non si sa molto di lui, eccetto il fatto di essere una figura discretamente popolare nell'underground electro/experimental Californiano.
Stefan 'MC Ride' Burnett, voce e testi; carismatico e tarantolato, ma allo stesso tempo introverso e molto riservato riguardo la sua persona, il barbuto MC Ride unisce violenza lirica ad un senso di paranoia e inquietudine, sia su disco che in sede live, accentuando ancor di più il terremotante impatto sonico proposto dai Death Grips.

Dal 2010 ad oggi hanno rilasciato tutti i loro dischi in maniera totalmente gratuita (arrivando persino ad una disputa quasi legale con la Epic Records), anche attraverso l'uso di piattaforme web come BitTorrent e Tor, accompagnandoli alle versioni fisiche, altamente ambite da i fan di una band che nel giro di un lustro è praticamente diventata una band di culto.

A partire dal mixtape Exmilitary al primo full length, The Money Store, i Death Grips si sono fatti subito notare per lo stile acido e rarefatto, "cattivo" e convulso, che lega industrial, noise ed elettronica e un'attitudine prettamente punk ad una base di solido e accattivante alternative rap. Non fraintendetemi, siamo molto lontani dai Dälek, da EL-P e dai cLOUDDEAD.
Qui il flow, quasi non esiste. Non esistono le tipiche strutture del rap a stelle strisce, nemmeno di quello più negativo e anti-melodico.

I Death Grips sono, in realtà, i veri e propri alfieri di un sound unico, che coniuga le urla primitive e gli intenti parossistici di un frontman vulcanico come MC Ride, ad un tessuto sonoro formato da synth e campionamenti sinistri. Il tutto coadiuvato da una batteria che partorisce in continuazione scheggianti groove devoti all'hardcore punk vecchia scuola.
Nel già citato The Money Store, ma ancor di più nel controverso (a partire dalla copertina) No Love Deep Web e nel successivo Government Plates, si percepisce la grossa costellazione di influenze a cui i Death Grips attingono per comporre la loro musica. Costrutti musicali che richiamano ora i NIN di The Fragile, ora Merzbow e gli Skinny Puppy, ma anche Black Flag, Jane's Addiction e Bad Brains. Il tutto accompagnato da un'allucinante controparte visuale offerta dai loro stralunati videoclip.

Nel 2014 i Death Grips, diventati ormai una realtà importante a livello musicale anche grazie ai numerosi e ferali live-set, rilasciano due importanti annunci: l'imminente arrivo del doppio album The Powers That B, e l'inaspettato scioglimento (comunicato attraverso una nota posticcia scritta su un fazzolettino). Scioglimento che ha confuso i fan e ha fatto adirare gente come Trent Reznor, che li aveva chiamati come supporto per il tour dei Nine Inch Nails.

The Powers That B è stato suddiviso e rilasciato in due parti. La prima, Niggas On the Moon, presentata al pubblico l'8 giugno 2014 (poco prima dello scioglimento); la seconda, Jenny Death, il 19 Marzo 2015. Il doppio disco è stato intervallato dalla misteriosa soundtrack Fashion Week che conteneva nella tracklist il messaggio "JENNY DEATH WHEN", frase creata prima dai fan della band, e poi usata dalla band stessa per fomentare l'hype legato proprio all'uscita del secondo segmento del disco. Al rilascio di quest'ultimo, l'annuncio di nuove date live ed un messaggio: "we might make some more", lasciando presupporre da molti che forse, lo scioglimento, non era altro che uno strambo scherzo.

Come suona The Powers That B, ultimo lavoro in studio dei Death Grips? Suona come un pericolosissimo mostro a due teste pronto a distruggere tutto ciò che incontra.

La prima parte, Niggas On The Moon, si regge sui fragorosi samples di Björk, donati dall'artista islandese stessa alla band, e suonati tramite batteria elettronica da Zach Hill, a costituire un disco che è claustrofobico, malato ed oscuro, e agli antipodi della sua nemesi, Jenny Death, che suona invece più vivace, più aggressivo, e notevolmente più eclettico nella scelta dei suoni, dei ritmi e nella prestazione vocale di MC Ride.
Se sulla prima parte dell'album le otto tracce che lo compongono scorrono tutte unite, come se percorressero tutte lo stesso binario musicale in un incedere cadenzato che sembra la colonna sonora di un film sci-fi, su Jenny Death torniamo quasi alle sonorità di The Money Store, dove l'imprevedibilità è sovrana e il tutto sembra stato partorito sotto trip allucinogeno.
È presente, tuttavia, un elemento che sembra unire le due metà del disco: un'assoluta solidità strumentale che rende le canzoni dei Death Grips, semplici e lineari, dirette nell'arrivare al nostro udito e assai prepotenti nell'insediarsi dentro la nostra mente. Musica che è complessa e, come detto, aggressiva, ma allo stesso tempo catchy e di facile assimilazione.

Tutto ciò vi incuriosisce? Siete affamati di sonorità brutali, ma allo stesso tempo versatili? The Powers That B è questo. Sarete investiti da un uragano di musica senza compromessi che vi travolgerà, vi lascerà grosse emicranie in testa, ma vi farà anche premere più volte il tasto rewind, per riascoltare e scoprire le numerose particolarità all'interno delle composizioni dei Death Grips.

Un saluto ai lettori di Debaser!

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