I Death In June, creatura del chitarrista Douglas Pierce, rappresentano un caso abbastanza controverso nell'ambito del dark anni '80. La loro iconografia bellica, i rimandi politici dei loro testi, la quasi ossessionante presenza del culto escatologico, hanno alienato loro le simpatie di molti, restringendo il campo degli ammiratori a dei veri e propri "seguaci". Di conseguenza, il "fatto musicale" è passato in secondo piano, dato che gli scettici, partiti da un preconcetto negativo, non hanno mai avuto la voglia di soffermarsi attentamente sulla loro musica, mentre gli "adepti" hanno preso a riferimento soprattutto la loro ideologia, indipendentemente dalla qualità della proposta.
Ed è un vero peccato, perché Pierce, per quanto personaggio discutibile e discusso, ha raggiunto, almeno con questo disco vette davvero elevate.

Il "Brown Book" risale al 1987. Pierce, rimasto ormai solo alla guida del gruppo, decide di liberare completamente il suo ego, circondandosi di ospiti "oscuri", primo fra tutti David Tibet, profeta delle tenebre che darà vita ad una delle musiche più tetre della storia del rock con i Current 93.
Il disco, è un viaggio nella sua psiche ossessionata dal culto della morte come bellezza, della tragedia eroica dell'umanità. Ne viene fuori un lavoro tra i più suggestivi di tutta l'epopea dark, anche se questo termine, riferito al Brown Book, non risulta completamente calzante.

Molti dischi dark, prendono a pretesto l'orrore, celando lacune musicali, scimmiottando cerimoniali grotteschi che alcune volte scadono nel ridicolo. Spesso l'atteggiamento dark, è un vaneggiare legato all'estetica, privo cioè di un fondamento solido e ben strutturato. In questo caso, seppur di fronte ad un'estrema scelta ideologica, il discorso è diverso.
Pierce è più consapevole delle sue liriche, del suo modo di essere, la sua linea di condotta è ben definita, giusta o sbagliata che sia, e raggiunge con questo disco, l'apice della formalità. La sua solida e imperturbabile convinzione la si evince da due fattori: il canto e la musica. Il primo non è mai urlato, bestiale, ma è spesso un sussuro quasi timido, un declamare ipnotico, o addirittura un recitato autistico nella sua profonda vice baritonale, contrappuntato da paradisiaci ghorgheggi femminili. Sembra quasi che Pierce voglia implodere su se stesso, inghiottito dalla sua stessa fame di solennità.
Le musiche sono arrangiate certosinamente, molto eleganti, con un bellissimo uso della chitarra folk, cesellate da un'elettronica a tratti apocalittica. Tanto è vero che è con questo disco che la maggior parte della critica è concorde nel definire la nascita del "folk apocalittico", elevato a vero e proprio genere.

In definitiva si può asserire che le sue trame melodiche sono suggestive di per sé, come fatto "naturale" del loro essere, ma non suggestionanti, create cioè ad arte per incutere suggestione. Questo è un merito enorme di Pierce, che in tal modo si distingue nettamente a livello di qualità da tutto il filone gotico di quegli anni, almeno su questo disco.

I rintocchi marziali di tamburi solenni che scandiscono "Helige Tod" delineano perfettamente l'atmosfera, un intro di pochi secondi per voci femminili angeliche, che prelude al primo vero brano, "Touch Defiles", dove a dominare sono la drum-machine a cascata e la chitarra folk, elementi portanti di tutto l'album. Ed ecco arrivare la voce monocorde di Pierce, fermo assertore di inquietanti declamazioni.
L'epica "Hail! The White Grain" parla di cavalli, eroi di guerra, dolore e buio, tra bibliche impennate di canto femminile e metronomici battiti di elettronica.
Una fanfara militaresca a passo di carica apre "Runes And Men", uno dei capolavori del disco. Un salmo malato quasi dolce e carezzevole nel suo incedere, con Pierce che quasi sussurra tra le maglie di una timida chitarra. Il ritmo entra prontamente, così come i soliti coretti angelici, mentre sullo sfondo un uomo parla confuso al microfono di una radio mal sintonizzata. Un elogio alle lacrime, alla morte vista come perfezione, alla valle di dolore dell'umanità, dove la bellezza eterea delle voci candide e puerili fa da contraltare all'andamento funereo della drum-machine.
Degna di nota è anche la triste litania della seguente "To Drown A Rose", pezzo di estatica brillantezza, con accordi di chitarra che fluttauno leggeri nell'aria, quasi luminescenti, esaltati da una tromba che soffia epica alle spalle. "Red Dog-Black Dog" è una storia recitata dalla voce in lontanaza carica di eco di Pierce, resa poco riconoscibile dal lamento di un coro funereo di donne in primo piano. Altro vertice del disco è la bellissima e toccante "The Fog Of The World", una pietra miliare del "folk nero", aperta da neonati in pianto e subito flagellata dalla solita memorabile chitarra, davvero mormorea nel suo stagliarsi, altera e dolorosa, accompagnata da minimali interventi di piano apocalittico. "Here, in the fog of the world, what can be born?" si interroga Pierce, evidenziando in pieno tutta la sua pessimistica presa di coscienza. Un altro vertice di assoluta bellezza, forse il vero capolavoro del disco, è "Punishment Initiation", un lugubre ed estenuante rituale notturno, dove dei battiti di mano spagnoleggianti vengono brutalmente raddoppiati da una chitarra quasi sfregiata, tanto è la violenza con la quale interviene. Pierce è impassibile nella sua recita, mentre ipnotiche note di tastiera si levano maestose, il tutto sotto una potente base distorsiva. Davvero notevole.
La title-track non è altro che un inno militare solenne, un altro spudorato richiamo bellico. Si chiude sugli accordi pseudo-latineggianti di "Burn Again", pezzo per sola voce e chitarra, breve e coinciso, ultimo testamento del suo manuale escatologico.

Non sono stati molti coloro che sono riusciti a raggiungere simili risultati a livello artistico, ancor meno quelli capaci di creare un linguaggio successivamente preso a modello da molti. Questo disco resta, assiame a "Children Of God" degli Swans, un autentico capolavoro del genere, una pietra miliare troppo spesso omessa, offuscata dal fumo di argomentazioni aprioristiche e superficiali.

Elenco tracce testi e video

01   Heilige Tod ()

02   Touch Defiles ()

But We Desecrate At A Touch!
And Touch Defiles
Afloat On The Evening Tide
It's Light and It's Sadness
Growing Fainter and Fainter
Growing Fainter and Fainter
This War of Emotion
The Fate of Our Age
It Rains Slashed and Sweaty
To The Brow of Our Death
Cut Off From Despair
The True Deceit

With Dedication
With Will
So Purged of Purity
Perished in The Night
Where Every Dream
With Every Hope
In Someone Else
Has Been Betrayed

The Passion
The Devotion
The Knowing
The Nothing
The Echoes
The Names
The Sadness
The Blame

03   Hail! The White Grain ()

Fear is a token
And, in this darkness
It never rests
My body is barren
A horse for a hero
The sun fails to burn
Hail! The White Grain
This life, this pain

His ship never sails
And my nights never end
His heart never falls
But, my tears never bleed
His lips never lie
My eyes never pray
His faith never falters
My doubt never stays
His love never slaughters
My tongue never needs
My hope and it's Angels
Our death and our deeds
My hope and it's Angels
Our death and our deeds...

04   Runes and Men ()

With your hair of flaming Roses
Your kiss - Medusa's touch
Turn me to a pillar of salt
To die now would be perfection

Then my lonliness closes in
So, I drink a German wine
And drift in dreams of other lives
And greater times

White sheets wrap my mind
In drunken thoughts of runes and men
Why does the devil leave for us
This legacy of lonliness

This cry for the moon
And a dagger's thrust
With your hair of flaming blooms
And your eyes of saintly dusk

Then my lonliness closes in
So, I drink a German wine
And drift in dreams of other lives
And greater times...

05   To Drown a Rose ()

06   Red Dog - Black Dog ()

07   The Fog of the World ()

I'd like to be the one
Who makes mothers cry
I'd like to be the one
That makes mothers weep

And wander in the dawns and dews
And wander in the dawns and dews
And in the lanes and laws
And in the lanes and laws

His muscular build
His brown hair cropped close
Brave me and tame me
Brave me and tame me

Here in the fog of the world
Here in the fog of the world
But, what can be born?
But, what can be born?
But, what can be born...

08   We Are the Lust ()

Hold a knife, bloodied
To the throat of love
Hold a knife, bloodied
To the throat of love
Hold a knife, bloodied
To the throat of love

We are the lust
That comes from nothing

We are the lust
As they turn to dust
As they ground to dust
A crown of tears
We are the lust

We are the lust
That comes from nothing

09   Punishment Initiation ()

One is the Axis
Anonymous in glory
Love is now empty
And incomplete

Strike at the heart of hope
Where panic stirs the will
We hear Dog's blessing
This sleepless night's torture
We pray for it's ending
We push for the slaughter
Of a broken faith missing
Of a passing love dying
We start afresh
For love and for death

One is the Axis
Anonymous in glory
Love is now empty
Forever, incomplete

10   Brown Book ()

11   Burn Again ()

The Brown Pearl Of Bliss
In This Wolf's Lair Abyss

Dignity and Solitude
The Gain of My Fortitude
The Strength of My Body
Is The Strength of My Mind
Joyous Joys-Fleeting Moments
Forever, The Sordid Kind

These Dreams I Worship
And Nightmares I Love
This "Together" That Lasts For Never
This Farewell Coloured Blood Love

These Dreams I Worship
And Nightmares I Love
This "Together" That Lasts For Never
This Farewell Covered Blood Love

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Altre recensioni

Di  caesar666

 Brown Book rimane ancora oggi una perla nera di inestimabile valore ed è probabilmente il capolavoro del neo-folk.

 La visione di Douglas P. non conosce compromessi, una posizione questa che ha sempre ostacolato la sua carriera.