Ultimo atto per i Delirium che pubblicano nel 1974 questo lavoro chiudendo la loro corta carriera.

Sempre Mimmo Di Martino alla voce per questo album che sembra a primo ascolto più difficoltoso degli altri due. Non sembra essere più folk o ricordare per lo meno i Jethro Tull o i Traffic. Infatti dopo due anni da "Lo Scemo e Il Villaggio", tutta la band ha deciso di dare un taglio radicale al passato dominando i loro passaggi prog con il piano elettrico e il mellotron.

"Viaggio Negli Arcipelaghi del Tempo" sembra essere più sperimentale e spietato avvicinandosi più allo stile dei King Crimson, ELP e Le Orme; senza mai tralasciare quel tocco di drammaticità. Ma cercherò di descrivervi canzone per canzone questa suite: "Il Dono" è il brano d'apertura: chitarra acustica e flauto (dolcissimo). Di seguito c'è il "Viaggio Negli Arcipelaghi Del Tempo" con cori, cambi di ritmo e interludi jazz. "Fuga N. 1" è una strumentale con organo e sax (un pezzo che fa male!). La ballad in questo caso è la traccia n. 4 "Dio Del Silenzio", acustica con un buono assolo di sax che porta alla traccia "La Battaglia Degli Eterni Piani" (epica, complessa, sinfonica). "Un Uomo" (ballad melodica con piano) e le ultime due: "Viaggio N. 2" e "Ancora Un Alba" che chiudono orchestralmente il disco come se avessero raccontato una storia.

Tutto sommato è un ottimo disco, peccato che dura un pochino di meno dagli altri. I Delirium hanno lasciato una grande impronta nel panorama musicale italiano, un pò come PFM, Le Orme, New Trolls, Banco Del Mutuo Soccorso e Rovescio della Medaglia ma sfortunatamente dalle altre band si sono sciolti lasciando dietro solo questa trilogia. Molto bella anche se sembra un pò pochino! Non credete? Ma non mi lamento, anzi sono contento per aver ascoltato e goduto questo pezzo di storia italiana che a malincuore non ritornerà mai più!

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