Forse la storia del Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza, progetto formato da Franco Evangelisti all'inizio degli anni sessanta e che ispiratosi a composizioni minimaliste e quella che possiamo definire come avanguardia oppure "musica contemporanea", ha coinvolto negli anni con una certa continuità nomi giganteschi come Ennio Morricone, Roland Kayn, Giovanni Piazza, Frederic Rzewski, Jesus Villa Rojo, Mario Bertoncini, John Heineman, il percussionista Egisto Macchi, il contrabbassista Walter Branchi... Una esperienza centrale e forse sotto determinati aspetti del tutto inedita nel panorama italiano di quegli anni e che come spessore non aveva nulla da invidiare a celebri nomi nel campo del minimalismo e dell'avanguardia provenienti da altri paesi.

Adesso non è facile dire se il fatto che il GINC non goda di grandissima popolarità forse neppure tra gli appassionati, sia un limite dovuto a un certo campanilismo all'incontrario, quella componente tipica dell'homo italicus e che molto spesso spinge a denigrare le proprie radici con una rabbia che poi prende derive opposte e diviene una esaltazione ingiustificata di se stesso e della propria natura peggiore; fatto sta che chi ha attenzionato più tra tutti questo pezzo della nostra storia negli ultimi anni, siano stati Sean Canty e Miles Whittaker aka Demdike Stare, duo di musica ambient e elettronica di base a Manchester in Inghilterra e che con questo disco denominato "The Feed-Back Loop" (DDS) dedica al Gruppo un intero album, peraltro registrato dal vivo alla presenza di vecchi membri del collettivo originario: Giancarlo Schiaffini, Giovanni Piazza, Aleessandro Sbordoni e Ennio Morricone!

"The Feed-Back" (1970) è una delle registrazioni più note del collettivo di improvvisazione ed è questa traccia a dare nome all'intero lavoro, sviluppato in quattro pezzi e con l'utilizzo di strumentazioni moderne come synth e effetti digitali (più la ripresa di strumentazione analogica) e che quindi come tale fa sì che il disco suoni come un omaggio, ma anche allo stesso tempo come una specie di rinnovamento in una produzione massiva e sontuosa di musica ambient e che va oltre il semplice omaggio, ma che quindi ha una sua dignità vera e propria e che non va sottovalutata.

Carico i commenti... con calma