Voci oscure e molto lontane, quasi subliminali, il ticchettio di una campana che aumenta sempre più forte, suoni profondi e sinistri che si incrociano in sana armonia, la voce di Gahan che entra e canta " Let's have a black celebration tonight".
Inizia così il quinto album da studio dei quattro ragazzi di Basildon, totalmente scritto da sua maestà Martin Gore a Berlino in una fase sicuramente particolare della sua vita, con testi quasi minimali ma toccanti.

Questo album del 1986 prodotto da Gareth Jones tra Londra e Berlino, rimarrà l'ultimo lavoro interamente suonato con strumenti elettronici, un album che segnerà la fine di un periodo a livello di produzione e stile. Undici canzoni nella versione originale più qualche bonus tracks nelle versione successive CD ecc., dove i suoni e le percussioni metalliche del precedente "Some great reward" vengono quasi totalmente abbandonate, troviamo invece un unione ed una compattezza del suono che da dell'incredibile, si il sound è la particolarità dell'intero lavoro, cupo, tetro e decadente, sottile e profondo, gotico e nostalgico.
Questo album è forse l'unico dei Depeche Mode dove le songs a parte qualche eccezione (Stripped, A question of time ) non contiene dei veri pezzi da Hit, cosa che è sempre stata una norma nei precedenti lavori, e sicuramente in dose più massiccia nei futuri. Questo non deve significare che l'intero lavoro è inferiore, anzi le canzoni sono quasi tutte di ottimo livello, magari più livellato ma sempre ottimo, come non dimenticare la dolce " Sometimes" piano, voce (M.Gore) con dei cori che sanno molto di gospel, e la romantica "Here is the house" o la fisica e politica nonchè metropolita "Stripped" un icona di quel periodo, senza tralasciare "Fly on the windscreen" o la nostalgica "A question of Lust" e nemmeno la dolce e profonda " It doesn't matter two" ripresa anche nell'ultimo tour. E come non dimenticare i testi di Gore specialmente in "New Dress" dove recita questa frase ambigua: "Sex-drived husband murders wife... Princess Di is wearing a new dress" e con un ritornello che fa... "You can't change the world/ But you can change the facts/ And when you change the facts/ You change points of view/ If you change points of view/ You may change a vote/ And when you change a vote/ You may change the world..."; oppure in "Stripped": "Let me hear you/ Make decisions/ Without your television/ Let me hear you speaking/ Just for me..."

Dovrebbero bastare solo queste righe per far capire il livello del album. Chi non ha ancora avuto la possibilità di ascoltarlo ed è simpatizzante di questo genere non può farselo scappare, questo che poteva essere l'ultimo lavoro dei DM (voci del periodo dicevano che fu scritto da Gore in pieno disaccordo con il resto della band, arrivata ad un soffio dallo scioglimento) ma che per fortuna non lo è stato, grazie ai fans che hanno dato ragione per l'ennesima volta a quel piccolo (e magari antipatico ad alcuni) uomo, il quale la musica la sa e l'ha sempre saputa scrivere, riuscendo a sfruttare al massimo una delle più belle voci ancora in circolazione. Ascoltatevelo !

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