Ciao a tutti, saluto i "mitici" di questo sito che davvero ama la musica. Leggevo sulla homepage un bel rapporto sui 30 anni del punk '77, un evento storico ormai morto, e abusato dalla bocca di ragazzini stupidi che non esitano a dire alla stampa: "Oh.... guarda che noi siamo i nuovi Clash!" Poveri noi.....

Sapessero che rabbia, che ventata d'energia aveva portato con sè il punk '77, che fascino.... anche che zozzeria, però quando si suonava e si assumevano atteggiamenti a muso duro per una giusta causa, tutto passava in secondo piano. È stato un fenomeno britannico-tedesco-statunitense, non possiamo negarlo..... eppure il mondo intero è rimasto a bocca aperta a causa del punk. Se il punk '77 non fosse esistito, non sarebbe esistita la new Wave, quindi neanche i Depeche Mode (pochi sanno che mentre Martin Gore e Fletch facevano volontariato da perfetti "cocchi" del parroco di Basildon, dividendosi tra collegio, casa e chiesa, il bellimbusto Dave Gahan si faceva cogliere dalla police sempre con le mani nel sacco..... droga, graffiti, vandalismi, macchine sfasciate, atteggiamento ribelle.... il perfetto punk insomma.... Dave).
Ma anche gli altri Depeche nel tempo hanno sposato una causa molto new Wave..... basti pensare a quei capelli da mohicano, a cui non si è sottratto neanche il ricciuto Martin Gore). Il fatto è che loro non erano i Duran Duran o gli Spandau, perfettamente pettinati alla maniera neo-romantica.

Loro erano dark, suonavano synthpop tipo gli OMD, gli Human League, i Softcell, i New Order, gli Ultravox, Fad Gadget. Ammiravano David Bowie, che in quegli anni era agli apici della fertilità discografica..... A Gore piacevano i Kraftwerk (elettronica-industrial tedesca), a Gahan gli è sempre piaciuto l'heavy rock, le sonorità dure, e adatte alla sua voce graffiante, a Fletch piaceva..... il tacchino ripieno.

Molti si diranno: 'Ma questo quando finisce di rompere le balle con ste cazzate e non si affretta a recensire "Playing the Angel" ' ? Avete ragione, ma se quell'album è qui, è merito di tanti anni di storie e sopportazioni da parte dei pittoreschi membri di una band maledetta e affascinante (ma anche benedetta dalla Provvidenza), una band che parla di morte, "pain" (dolore), oscurità, rimpianto, sofferenza e speranza da più di 20 anni. Era l'85 l'anno di "Shake the Disease", canzone triste ma densa di significato. E con questi aggettivi possiamo delineare anche l'ultimo album, PTA. È un album a tinte scure e nuovamente dark come un tempo, ti fa passare in mente l'ipotesi-suicidio per qualche minuto, poi rinsavisci e dici.... ci sono ancora i Depeche, la mia vita è ancora com'era un tempo..... Sì, ed ha anche qualche emozione in più!

Il sound di quest'album non ricorda però il passato (grandissima p.........a dice chi sostiene che sembra un album anni '80 e che la hit "Precious" ricorda "Enjoy the Silence"). Sono altre sonorità, più soffuse, e certe volte più dure e più rock di un tempo, altre sono le motivazioni..... i tre ragazzi sono maturati... Gore in primis, ma anche il bel Gahan, autore di tre canzoni belle, orecchiabili, ed apprezzabili ("Suffer well" (ottimo 3° singolo, bellissima), "I want it all", un po' più sdolcinata, e "Nothing's impossible" (molto bella e cruda). Quelle scritte dal Gore sono alcune docili altre più scatenate ma tutte dalle sonorità molto più orecchiabili, rispetto ai giri in lungo di "Exciter", che ancora deve maturare nelle nostre orecchie. "A pain that I'm used to", movimentatissima, indice di sofferenza (come "Suffer well", si presta all'ascolto, tanto che le radio la passano 200 volte in una giornata), buon singolo.

Molti sostengono che al posto delle sirene distorte ci sarebbe andarto bene un riff rock, ma a me sinceramente piace molto questa crudezza iniziale. Poi, la mistica e altrettanto scatenante "John the Revelator", testo denso, ritmo discotecaro, fa ballare anche i muri, singolo in attesa a inizio giugno. Completa il quadro delle "movimentate" la sentimentale "Lilian", che sarà lato B di "John the Revelator", la più orecchiabile. Poi ci sono le canzoni cantate da Gore, "Macro", bella, molto orchestrale nel suo incedere, elettronica e soffusa, tipico marchio DM. Seconda song cantata dal biondo Martin è la commovente "Damaged people", molto intimistica nel testo e nei suoni.... una canzone d'altri tempi..... complimenti Martin! Poi ci sono le canzoni un po' dark..... tipo la rude "Sinner in me", testo di Gore, rude, ben fatta, già proposta in tour, perché ha fatto braccia nonostante il suono piuttosto spigoloso e forse la più elettronica....
Poi la strumentale "Introspectre", il lato più oscuro dell'oscurità, semplice semplice, come tutti (o quasi) i pezzi strumentali dei DM, m a molto profonda. Completa il quadro dark "The darkest star".... bè lo dice il titolo stesso.... questa canzone è l'oscurità in persona, pezzo che procede lento e buio, non orecchiabilissima, ma un grande pezzo per gli estimatori della Premiata Fabbrica DM. E poi naturalmente "Precious", bellissima, tranquilla, commerciale nel sound, che non ha NULLA a che fare con "Enjoy the Silence", fuorché gli accordi e la performance di chitarra. Se la hit del 1990 aveva il ritmo quasi "discotecaro" e scatenante, con gli arrangiamenti del mitico Alan Wilder alla drum machine, "Precious" è un pezzo maturo, che parla di rimpianto, e speranza quasi soffocata, ma non morta. Costante il riferimento a Dio, Gore l'ha scritta pensando ai suoi bambini piccoli ora che sta per divorziare da sua moglie. È un'emozione, così come tutto l'album, che arriva al cuore prima di "Exciter", forse.

Non è PTA all'altezza di album mitici e storici (al fan intenditore poche parole!), tuttavia, perché rimpiangere sempre il passato ? PTA è comunque un album superlativo.... molti si lamentano della copertina..... ma ascoltate le canzoni piuttosto.... inoltre anche la copertina è affascinate e ben curata dal "quarto Depeche" Anton Corbjin, regista anche del video di "Suffer well" (un plauso ad Anton, come sempre!). Che dire più..... l'angelo oscuro, la stella più scura, le emozioni suscitate dai testi di Martin Gore, e questa volta anche dell'ormai maturo Dave, hanno fatto centro sia nel pubblico più vasto che negli intenditori dai palati più fini. I paragoni non servono, e quest'album ha dimostrato che i Depeche ci sono ancora, il rischio scioglimento è cancellato, almeno per ora, perché sti ragazzi (quarantenni) sono capaci di gestire un buon lavoro musicale nonché tutto ciò che ne consegue (tourneè, video, promozioni discografiche, marketing, merchandising...)

Grandi Depeche Mode "Pain and Suffering" Per Fletch: Andy, sei bravissimo, cerca di mangiare meno cioccolata..... e vedrai che tornerai il figurino di un tempo non tanto lontano! Per Dave: continua così Per Martin: Maestro, ancora una volta sono senza parole!

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