L'album che segna la maturità dei Dire Straits è secondo me proprio questo, perchè dovevano raccogliere l'eredità di Sultans of Swing. Che, pur bellissima, stava un po' cominciando a passare in secondo piano. Così, a Knopfler, Illsey e Withers bastano una Fender e poco altro per portare in dote un album di cinque tracce, introducendo in grande stile un'interpretazione virtuosistica rock di testi che affrontano per lo più tematiche sociali legati dall'unico filo conduttore che è la lotta al capitalismo. Tematiche che si possono condividere o no, sicuramente c'è poco da discutere sulla professionalità di Mark Knopfler che, affiancato alle chitarre da Hal Lindes e alle tastiere da Alan Clark, suona dei signori assoli, che donano una certa eleganza a brani anche lunghi come Telegraph Road (dove il narratore cantante descrive la sua lotta contro la disoccupazione e parla di una società fatta di egoismo ). Ricco di fraseggi tastieristici di alto livello e di chitarre così ben studiate, oltre che di un testo lirico sicuramente molto interessante, questo brano soffre però della sua lunghissima durata e a tratti pare un po' ridondante, specialmente nella parte finale dove un'assolo di cinque minuti sembra non passare più. Il maggior dialogo strumentale aiuta Private Investigations a sembrare più ascoltabile, più orecchiabile diciamo. Altro brano di denuncia sociale è Industrial Disease: incentrato maggiormente sui problemi legati al consumismo, non perde però minimamente di orecchiabilità anche grazie a melodie vivaci e tastiere disimpegnate. Forse la parte "meno Dire Straits" dell'album è la title track: arrangiamenti raffinatissimi, ispirazione vagamente jazz, ne fanno un brano sicuramente degno di nota ma meno vivace, riflette meno l'anima del gruppo, e per concludere, l'ultima traccia dell'album: It Never Rains, una sorta di continuazione della title track, con la voce di Knopfler che però acquista sempre più sostentamento, più rock e ne vengono parzialmente meno le influenze pop jazz di Love over Gold. L'album nel complesso dimostra una preparazione tecnica veramente eccezionale, Knopfler, a dispetto di chi lo critica per i suoi tecnicismi e per il suo modo di suonare inquadrato, è uno dei migliori strumentisti rock inglesi: tranquillamente sopra ai pur bravi Harrison, May, Richards ecc... e dei testi sicuramente "maturi", coraggiosi e di grande impatto. Dove l'album non eccelle, pur rimanendo più che dignitoso, è la parte vocale: in questo senso Mark non ha le stesse abilità che ha alla chitarra. Ma ci si passa sopra. Del resto mi chiedo ancora come mai i Dire Straits passino sempre in secondo piano rispetto a Queen o Rolling Stones.

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