Può la musica evocare luoghi a noi lontani? Permetterci di chiudere gli occhi ed essere trasportati in un altro spazio/tempo? E ancora, può un album racchiudere in se tutta la magia di un posto?Addirittura la maestosità di quella enorme massa blu che chiamiamo mare?

Secondo i Dirty Three tutto questo è possibile e ce lo dimostrano con il loro sontuoso Ocean Songs. Definibile come un concept album incentrato sul mare, questo lavoro è la massima vetta raggiunta da questo anomalo trio australiano (chitarra, batteria ed un violino rubato agli dei). L’album è un viaggio senza fine a bordo di una zattera verso spiagge lontane (Distant Shores), guidati dalla voce di una sirena (Sirena) autentica e celestiale (Authentic Celestial Music). Sotto di noi solo acque profonde (Deep Waters); cielo e mare (Sea above, Sky below), nient’altro, fino ai confini del mondo (Ends of the Earth). I titoli dei pezzi che compongono questo affresco sonoro da soli sono in grado di esprimere quello che ogni singola traccia vuole evocare. Cosi gli strumenti rinascono e acquistano una nuova missione. La batteria diventa la voce della risacca, il violino delle onde e delle maree, la chitarra il vento tra i flutti e una tempesta improvvisa, e tutti insieme mostrano come il mare stesso non è altro che una magnifica, maestosa melodia

Il consiglio è di chiudere gli occhi ed imbarcarsi in questo viaggio sonoro guidati dai Dirty Three e dalle loro Ocean Songs.

Elenco e tracce

01   Toaster (03:09)

02   Mihelkos Arm (03:56)

03   Cast Adrift (04:49)

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Altre recensioni

Di  Elio

 Non serve nient’altro per esprimere l’essenza di qualunque emozione, se questi sono suonati in modo impeccabile e appassionato come in quest’album.

 66 minuti di incredibile bellezza e raffinatezza, un album che si presta a qualunque sia lo stato d’animo dell’ascoltatore.


Di  CosmicJocker

 Il violino è il vero deus ex machina: a volte avvolgendo dolcemente i nostri sensi, altre accendendoli di una vigorosa fluidità marina.

 Siamo piuttosto di fronte ad un’opera impressionista, dove i Dirty Three sublimano delicate sensazioni e travolgenti energie degli abissi.