Sono convinto assertore dell'influenza del contesto in musica. O anche meglio, della musica che ci collega alla contingenza delle situazioni. Dall'invenzione del Walkman nel'79, la musica ha conquistato lo spazio attorno a sé, ha imparato a camminare con le nostre gambe, permettendoci di goderne ovunque ci troviamo. Una rivoluzione copernicana per tutti gli ascoltatori, che permette inoltre di insonorizzarsi e isolarsi/alienarsi a piacimento.

Ma, personalmente, ho sempre preferito l'effetto contrario, ossia la capacità che ha un brano o un disco di farmi ricordare cosa facevo mentre finalmente ci entravo dentro. Riesco tuttora a collegare senza problemi luoghi, azioni, pensieri legati a diversi ascolti.

Il terzo disco dei Chicagoani Disappears, ad esempio, mi ricorderà con molta probabilità Dusseldorf. E precisamente il tragitto fra l'Altsatdt e il mio albergo, 10 minuti scarsi di cammino, percorsi la mattina presto o la sera prima di cena, per 4 giorni. Un anfratto di vita che sarebbe andato perso, ma che grazie ai Disappears si incastona nei ricordi, e nel futuro. A ben vedere potrebbero esserci delle affinità fra Dusseldorf, patria del motorik sound tedesco, e qualcosa di questo Pre Language, ma ciò è del tutto casuale.

Il gruppo che può vantare il transfuga Shelley dei Sonic Youth alle pelli ormai in pianta stabile, smussa appena gli spigoli psych noise dei precedenti “Lux” e “Guider” per un approccio debitore tanto della roboticità kraut quanto delle chitarre taglienti del post punk (l'iniziale “Replicate”) che dell'immane lascito dei sopracitati Sonic Youth (“All Gone White”, “Fear Of Darkness”), fino a ricordare in certi frangenti gruppi dimenticati dei 90's come i favolosi Girls Against Boys (“Hibernation Sickness”). Buoni fin qui, eccelsi nei pezzi ipnotici e lenti: “Minor Patterns” con la sua chitarra riverberata quasi dub; “Love Drug” e la sua tensione inesplosa; “Joa” ritmica robotica su chitarra alla PIL e cantato ancora GVSB.

Quindi aprite le orecchie, ma anche gli occhi, quando ascoltate la musica in giro, i ricordi sono dietro l'angolo, basta cercarli anche nelle cose più semplici e di primo acchito insignificanti.

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