Uno, la gioia ancor mi prende. Due, Syd fa capolino. Tre, non riesco a stare fermo. Quattro, ululo alla luna. Cinque, abbaio controvento. Sei, è tutto troppo bello...

Un istinto melodico sbilenco, fate conto, roba che così bisogna nascerci. Dal rubinetto delle canzoni l'acqua esce freschissima e già addizionata di frizzina idrolitina. Non occorre il frigo, non occorre bustina. Tutto è già pronto all'uso.

Qui c'è un giovanotto, freschissimo di studi, le tasche ancor sfondate dai cento bignami delle musiche stranite, che, insieme a un produttor degno del miglior Eno, si diverte a mescolar le carte. Il tutto però non a freddo, ma previa ispirata ispirazione

Io ve lo dico subito signori, questo è capolavoro con pochi uguali. Forse, addirittura, il disco più bello degli ottanta. Ma è anche vero che l'ho appena scoperto e son quindi, per così dire, in preda all'innamoramento. E allora, come chiunque preso da passione, adesso mi appresto a delirare un po'.

A presiedere c'erano le muse in gran consesso. Mai viste tante ragazze in gamba in una volta sola. E nei dintorni forse un uccellino nonché il famoso tarlo che al legno chiaro preferisce le anime vaganti.

Le cose saran poi andate come si legge nei manuali di follia, ovvero “un lampo d'occhi di una musa vien catturato da un essere volante e poi da un tarlo in cerca d'un orecchio”. Coi lampi che si susseguono l'un l'altro e in ugual guisa i voli acconci.

Ecco, immagino che, riguardo agli esseri fin qui citati, sian soprattutto le muse a solleticare la vostra fantasia. Oh, è un vero peccato, che hanno infatti che non vada l'uccellino e il tarlo? Beh, ve lo dico io, niente, anzi, se volete saperlo, verrebbero persin buoni all'economia del mio racconto.

Ma tant'è, la storiellina di quel piccolo pelo e di quel carro da buoi la conosciamo tutti. Avanti con le muse, allora, Avanti tutta.

La prima è quella che Syd portava sul cannone della bici. La seconda colei che presiede ai ritmi veloci e sbarazzini. La terza è la distillatrice di melodie lunatiche e bislacche. La quarta confonde i significati come il vento.

E queste ovvio son le quattro principali, un po' come sud nord ovest est o picche fiori cuori quadri.

Andando avanti parte l'elenco delle fimmine che il destino ti ha assegnato. La quinta potrebbe essere la barista del bar sotto casa. La sesta la più figa tra le tue compagne di scuola. La settima quella con cui giocavi da bambino.

Poi, visto che a elencarle tutte starem qui fino a domani, facciam che ci fermiamo. Del resto conviene dar retta ai saggi che, da che mondo è mondo, disquisiscono sempre volentieri sulla perfezione del sette, numero meravigliossimo e nondimeno dispari.

Che dispari è anche questo disco, dispari e mancino.

Ma il fermarsi a sette non ci preclude dal dire che il nostro consesso è un po' come quel quartiere di Parigi. E quindi: fanciulle in ogni strada, fanciulle in ogni vicolo, fanciulle ad ogni porta, fanciulle alla finestra. Tutte a pagamento, savasandir. Il paradiso ha sempre un prezzo.

...

“Traballante, sciocco, meraviglioso”, dice qualcuno in rete. Chi vuol esser lieto sia.

Pura estasi pop e felice/infelice stravaganza.

“Le fragole morte mi perseguitano”, tanto per dirne una, “io piccione, tu gabbiano”, tanto per dirne un'altra. Il tutto fresco freschissimo, ben oltre l'ovetto di giornata, ben oltre le ultime notizie.

E poi un sacco di muse e quindi un sacco di roba. Il jangle, la ballata acida, il passo nervoso, i profumi psych, l'avanguardia giocosa, il motivetto folle, le botte di malinconia. Insomma, il magico istinto disperso tra stradine, straducole e stradette.

Qualche riferimento? L'aristocratica eleganza di Kevin Ayers, certe soluzioni Eno pop, certi assaggi Velvet, certo Julian, inteso come Cope. E, come già detto, Syd

A tenere tutto insieme il quid Dogbowl, quisquilia che non credo di saper definire. Se non tornando all'immagine della bicicletta.

Allora facciamo così: nel cestino mettete torta di mele, aranciata e un libro di poesie. Poi cominciate a pedalare. Le canzoni sono 22, più o meno come le tappe del giro d'Italia. Ma, tranquilli, non ci sono salite.

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