Ho sempre avuto una certa passione per i draghi e per tutto ciò che concerne l'immaginario mitologico originario del nord-Europa; ora sambra naturale, di conseguenza, la mia dedizione all' epic e al power di classe.... quando poi si parla di una band della bella Italia, vado letteralmente al settimo cielo. E questo è il caso degli oscuri Doomsword, che già negli anni passati ci avevano deliziati con alcuni validi lavori in studio ("resound The Horn" su tutti). Questa nuova prova studio partorita dai nostri, che prende il nome di "The Eternal Battle", denota da subito un'attinenza oscura e cavernosa (nonostante il Growl non sia mai presente) che va a delineare nove tracce di poderoso epic-metal.
Passiamo dunque all'esaminare le canzoni presenti
- "Varus Battle" funge da opener e catapulta l'ascoltatore nel bel mezzo dello sterminio più grande della roma imperiale, la battaglia di teotoburgo appunto. Come ogni opener dei tempi andati è devastante e assolutamente violenta, in cui la chitarra e la sezione ritmica scandiscono i tempi di una canzone che fà della potenza il suo stendardo e della brutalità la sua spada con cui trafiggere l' ascoltatore sulle note di un assolo veloce, melodico, e azzeccato, posto verso la fine del brano che sfocia direttamente nel riff della successiva title-track
- "Eternal Battle" rappresenta una traccia un pò canonica, piacevole all' ascolto e dotata del feeling pesante che caratterizza tutto l'album. Ci si trova di fronte ad un compitino ben eseguito, che riesce a convincere nonostante sembra che sia stato fatto con una formula estratta da un volume di aritmetica. Buon assolo pure qui, il quale riporta alla mente le affilate note del noto Ross The Boss.
- "Wrath of the Gods" segue la scia del precedente brano con la medesima vena oscura e con un maggiore numero di assoli per chitarra. Traccia nella media della band
- "Soldier of Fortune" rialza la qualità del platter con un ritornello epico molto efficace e un'accellerazzione coinvolgente dalla metà in poi. Riecco quindi un pregevole assolo di chitarra accompagnare il crescere della canzone fino ad esplodere all' accelerazzione stessa. Finita questa prende di nuovo il sopravvento il buon ritornello che conduce la canzone fino alla sua conclusione.
- "Battle at the End of Time" mantiene alta l'attenzione e condivide la stessa formula delle tracce 2 e 3 . Da lodare la capacità della band di fornire alle canzoni un filo conduttore, per quanto riguarda la musica, e un'interpretazione narrativa nel cantato.
- con "The Fulminant" parte una serie di canzoni che portano il disco verso un concludersi glorioso. Ma la traccia si distingue dalle sorelle grazie ad un intro in crescendo che pone il riff e il lavoro chitarristico al centro dell' attenzione mediante una melodia orientaleggiante e mistica, seppure severa e ancestrale. Stavolta il ritornello cede un pò il passo al resto della canzone passando davanti agli occhi dell' ascoltatore come un intermezzo necessario e a dire il vero moderatamente indigesto. Traccia comunque ottima.
- "Song of the Black Sword" riprende l'abitudine della band di infarcire le sue canzoni con ritornelli memorabili e con assoli epico-melodici perfettamente inseriti e mai eccessivi. Ennesima ottima canzone graziata da una band coinvolta e da un testo mitico
- "The Time Has Come" è un breve intermezzo medioevale perloppiù acustico che introduce degnamente la closer. Spezza la nebbia antica che sembra avvolgere tutte le tracce precedenti con delicate armonie malinconiche.
- "Warlife" è a mio parere la traccia più "viva" (sia a livello testuale che musicale) dell'album e rappresenta"l'ultima cavalcata" del disco. Si è subito trasportati sulle ali della gloria e ogni emozione guerresca più sincera e profonda si amplifica fino a diventare tangibile e quasi consistente. La canzone è implacabile e farà la gioia di chiunque apprezzi un minimo le atmosfere narrate dalla band. Magnifica da ascoltare assolutamente, guadagna di più dopo un ascolto collettivo delle 9 canzoni di cui consoste il platter.
Ora un piccolo appunto sulla prova dei musicisti e sulla produzione: i musicisti sono ispirati a dovere e il songwriting ha già una sua formula ben delineata e consolidata. Magistrale la prova del batterista che risulta viscerale e possente in ogni battutta, in ogni rullata e in ogni break. La particolarissima voce di Deathmaster dona all'album un interpretazione narrativa in prima persona che riesce a dare un tono distintivo alla band. Buona anche la performance della chitarra solista che mette l'accento sugli assoli che cospargono il lavoro. Il basso purtroppo viene messo in secondo piano dalla stessa natura del genere e della produzione. Quest'ultima risulta pertanto ottima e vanta un suono sporco e potente oltre ogni sogno che privilegia in particolar modo l'ottimo drumming e la chitarra.
Per il sottoscritto "The Eternal Battle" è un ottimo album cui donerei tranquillamente un 5\5 non fosse per essere coerenti con future valutazioni di album effettivamente superiori. Di difficile ascolto e di altrettanto pesante atmosfera "The Eternal Battle" è consigniatissimo a chiunque, amante del metallo, possa dedicargli tempo e dedizione.
ps: forse sbaglio ma la copertina rappresenta joanni de' medici in armatura dal film Italiano "il mestiere delle armi"
Carico i commenti... con calma