Sembra che nessuno abbia ancora recensito l'ultimo album del teatro del sogno per cui ci provo io. E sembra anche che questo sito pur essendo fantastico e tutto, abbia delle cadute di stile clamorose quando lascia una stronzata come il fatto che l'anagramma di dream sia merda campeggiare come definizione di una delle band più GRANDIOSE di sempre e ogni dove e genere.

Ma guarda e passa e non ti curar di loro dice un tizio che è sempre bene citare.

Cominciamo allora dall'essenziale e dallo scontatissimo: A view from the top of the world, ultimo album degli americani Dream Theater è l'ennesimo fantastico album della band. Forse solo the Astonishing è un mezzo passo falso ma tutto il resto è da annali e sono contento che in realtà abbia ancora tanto da ascoltare vista la sterminata produzione della band insieme ai suoi parti laterali (Liquid Tension Experiment e svariati altri progetti solisti degli altri della band).

Una cosa da non sottovalutare però è che qui si deve persistere con l'ascolto: a parte forse i due singoli, la tiratissima e pienamente soddisfacente The Alien e la più orecchiabile del lotto Invisible monster, gli altri pezzi sono abbastanza impervi da assimilare e richiedono più e più ascolti per essere apprezzati in tutte le loro sfumature anche perché durano un bel po': ci sono Answering the call, Sleeping giant e Awakening the master che si aggirano sui 10 minuti e la meno lunga e la progghissima Transcending time che comunque non dura meno di 6 minuti e 25 secondi.

Confesso che dopo quasi più di una settimana in cui ascolto quest'album più o meno nella sua interezza (sono più di 70 minuti) non sono ancora riuscito a memorizzare tutte le parti e a tenere l'attenzione alta per tutta la durata dei pezzi e non so ancora se questa generale mancanza di memorabilità dei pezzi sia un difetto o un pregio visto che sono fiducioso nei prossimi ascolti e che la voglia di riascoltare è comunque tanta.

Per il resto valutando l'album nel suo insieme salta subito all'orecchio una produzione cristallina come non mai, merito forse dell'aver registrato l'album in uno studio proprietà della band e un'altra cosa che salta subito all'orecchio è la prova maiuscola anzi si può ben definire colossale di Mike Mangini; al di là di tutto, quest'album è d'obbligo per ogni drummer professionista e si può senza indugi dichiarare: BATTERISTI DI TUTTI IL MONDO UNITEVI E OSANNATE THE MASTER!

Grandissimo lavoro come al solito di Petrucci che però mi sarebbe piaciuto un po' più in versione dolce solista che in quella di oscuro e dannatissimo chuggettaro; menomale che i tempi sono dispari e variegatissimi e che le tastiere di Rudess riescono ad accompagnare e ad addolcire se no la digestione degli infiniti TRA-TA-TTA-TA della chitarra sarebbe pure potuta risultare indigesta. A me Rudess piace tantissimo e a mio avviso si sarebbe potuto dare anche più spazio ai suoi interventi magistrali. La Brie? Per me semplicemente uno dei migliori cantanti rock/metal/prog di sempre. Ormai non più quello di una volta ma apprezzabilissimo nei toni medi e comunque ficcanti e soprattutto ascoltatevi tutte le varie sovraincisioni e coretti e se volete criticare ancora allora vi muto e così sia.

Dicono che Myung sia più udibile in questo album rispetto all'usuale invisibilità del suo basso e può darsi sia vero anche se si potrebbe comunque desiderare alzare il volume nel mix dominatissimo dal CHUGGA CHUGGA petrucciano!

I pezzi migliori sono i due singoli già citati e la lunghissima title-track dove c'è qualcosa per ogni orecchio: dal ritornello cantabilissimo e trascinante alle parti più tirate e contorte ma comunque coinvolgenti alle parti più melodiche dove LaBrie e Petrucci danno il meglio di sé. Continueremo a meditare se l'impressione che le varie parti negli altri pezzi siano un pò disgiunte nel senso che sembra siano incollate a scapito di una vera e propria organicità del pezzo sia appunto questa: un'impressione, che svanirà coi continui ascolti.

Insomma, gran ritorno a un'ottima forma per delle icone musicali del nostro tempo e qui siamo su un bell'8 pieno, anzi 8+ sempre considerando che qui si parte da un 10 e lode a Images and words, Awake e Metropolis quindi un 8+ relativo a queste opere d'arte ineguagliabili e incommensurabili è comunque un gran voto!

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