The Score So Far… così lontani quei ricordi e quegli spartiti del 1986, l'anno in cui il sogno ebbe inizio. Non credo che bisogni raccontare la storia dei Dream Theater. Molti, nella buona o nella cattiva sorte, conoscono questo gruppo che ha dato una svolta alla storia del Progressive anni '90, segnandosi tra uno dei più importanti gruppi di questi 20 anni. 20 anni… neanche ci pensavo che fosse passato così tanto tempo, eppure il momento di celebrare questo evento così importante è arrivato.

Si tratta di 'Score', live tenutosi il 1° Aprile del 2006 al Radio City Music Hall di New York, e immortalato in un triplo CD e in un doppio DVD. I musicisti? I Dream Theater, ovvio, che ci stupiscono con 3 ore di concerto, tutti da guardare, ascoltare, e perchè no, anche recensire, visto che ce n'è la possibilità.

L'inizio. Si comincia con l'outro tape in sottofondo di In The Name of God, che dà spazio allo scuro FA di pianoforte del tastierista Jordan Rudess. Sugli schermi, l'artwork tridimensionale di Octavarium. Si apre con The Root of All Evil. E' subito adrenalina pura, con un gruppo scatenato che non vedeva l'ora di iniziare a celebrare questo tanto atteso anniversario. Una canzone aggressiva, resa a tratti dolce da un James LaBrie che sembra essere uscito dagli studi di registrazione dopo aver prodotto Images & Words. La sua voce è immensa, profonda, carica di pathos più che mai. Ha saputo acquisire, in tutti questi anni, la maturità che nel 1992 gli mancava, e in questo album lo si sente eccome. Si passa a I Walk Beside You, un'altra traccia di Octavarium. Dopo un pezzo come The Root of All Evil credo sia indispensabile. Ma la celebrazione vera e propria non è ancora cominciata.

Ecco. Le immagini scorrono sui maxi-schermi. 2004… 2002… 2001… 1999… 1998… 1997… 1995… 1994… 1992… 1989… 1986… e finalmente, si ritorna al 1985, con una strabiliante Another Won, traccia inedita presa dai 'Majesty Demos', e mai resa ufficiale in nessuna registrazione dei Dream. La maturità si nota anche qua. Più precisione, più tecnica, e più pulizia dei suoni rispetto ad un periodo dove i Dream Theater non erano ancora i Dream Theater! La prima sorpresa è stata svelata: un inedito finalmente immortalato, dopo 20 anni, in un grande live album. La cronologia và avanti, e senza un attimo di tregua si passa al 1989: Afterlife, da 'When Dream & Day Unite', album d'esordio dei DT. E' inutile ripetere quanto LaBrie in questo live abbia una voce stupenda, che tutti i live precedenti invidiano, quindi si passa avanti. Ci si ferma pochi istanti, LaBrie parla al pubblico, e come se volesse rievocare i vecchi tempi, annuncia il prossimo pezzo tratto da 'Images & Words': Under A Glass Moon, 1992. Uno degli album più importanti della storia del Prog e dei DT, l'album che li ha portati al successo dopo lo sconosciuto WDADU. Un'altra piccola chicca si presenta alle nostre orecchie: 1994, Innocence Faded da 'Awake'. Una delle canzoni più attese da questo concerto, un'esecuzione da 10 e lode, e una perfezione assoluta, come prima, del resto.

La parte (diciamo così) deludente arriva quando i Dream devono celebrare il 1997, quando uscì il loro 'Falling Into Infinity'. Stranamente, è stata scelta una delle tracce inedite inserite solo in 'Cleaning Out The Closet' (album contenente tutti gli inediti di Falling): Raise The Knife. Ho sempre criticato questa canzone, ma ascoltandola più attentamente e resa incredibile da tale esecuzione, mi sono ricreduto. Due inediti, fin ora. Il 1st Set sta per chiudersi, con uno spot di John Petrucci e Jordan Rudess che introducono, con tale bellezza, il 1999: The Spirit Carries On, da 'Scenes From A Memory'. Manca Teresa Thomason, che è stata presente al Roseland di New York nel 2000 durante l'esecuzione della canzone già citata (di tale live fu poi prodotto Live Scenes From New York), ma LaBrie sa cavarsela anche da solo, donando a questa canzone un'energia immensa.

Fine del primo set. Sembra sia passato così in fretta, eppure il tempo scorre, e le sorprese non sono ancora finite.

Il palco si illumina di nuovo, e con sorpresa, si apre con l'Overture di Six Degrees of Inner Turbulence, traccia dell'album omonimo del 2002, aperta e suonata per intero da 30 componenti orchestrali posti dietro i Dream Theater: è l'Octavarium Orchestra, diretta dal maestro Jamshied Sharifi, che ha saputo riarrangiare le canzoni dei Dream per tutta l'orchestra. Un lavoro non da poco! Un grandioso finale che riapre la suite con una dolce melodia di pianoforte del caro Jordan, e con tono graffiante, Portnoy, Petrucci e Myung, insieme all'orchestra, si uniscono per aprire una fantastica About To Crash! Si continua, come un treno in corsa. La suite prosegue con tono rabbioso fino ad arrivare a War Inside My Head / The Test That Stumped Them All. Le acque si calmano, un'orchestra soft ed una voce dolcissima aprono Goodnight Kiss. La chitarra di John Petrucci ipnotizza tutti con le sue melodie che preannunciano l'apertura di Solitary Shell, dove nella parte strumentale l'orchestra si fà sentire con tutta se stessa, con tono allegro, vibrante e senza timore! Il grande evento alla quale 6 milioni di persone hanno assistito fin ora, si chiude con la ripresa di About To Crash e una commoventissima Losing Time strappalacrime. Ma non finisce qui. Si sale più in alto, i gradini cominciano a farsi sempre di meno, e si arriva al 2004. Per celebrare 'Train of Thought', i Dream scelgono una drammatica Vacant. Molti si sarebbero aspettati una Stream of Consciousness, ma la magia di 'Train of Thought' finisce qui, per lasciare spazio a The Answer Lies Within, tornando quindi al 2005 e all'ultimo 'Octavarium'.

Avendoci proposto 2 tracce del loro ultimo lavoro all'inizio, non potevano non fare altrettanto per chiudere in bellezza questo concerto, che segue con Sacrificed Sons e con Octavarium, quest'ultima resa succulenta da un intro di quasi 7 minuti di Jordan Rudess, che sembra divertito dall'utilizzo del Continuum e della sua Lap Steel Guitar. La suite và avanti sempre più con tono aggressivo, fino ad esplodere con un super acuto di LaBrie nella parte Trapped Inside This Octavarium, che rievoca gli acuti urlati che faceva spesso e volentieri durante il tour di 'Images & Words'. Da qui in poi, Petrucci ci delizia con le sue melodie di chitarra, che chiudono Octavarium e quindi l'intero concerto.

Ma, come vuole la tradizione, non ci sono i due set senza l'encore, ed ecco quindi che l'encore si apre con Metropolis! Particolarità di questa traccia, è che l'inizio non è proposto in playback, ma in seduta live insieme all'orchestra. Geniale Jamshied Sharifi che ha saputo fondere bene le parti orchestrali con le parti dei 4 musicisti durante gli assoli. La traccia fà perdere al concerto quel finale che si era acquisito con 'Octavarium', ma questo non ha importanza. Credo che avere nella propria collezione una Metropolis con tanto di orchestra, non possa che renderci tutti felici!

I difetti di questo live sono veramente pochi. Molti, all'inizio, criticavano la scaletta, me compreso, ma ascoltando il concerto capirete che in fondo la scaletta è più che sensata e ben ragionata, anche perchè il Radio City Music Hall ad una determinata ora chiude, quindi non si poteva scegliere una scaletta con una durata superiore. Uno dei difetti secondo me, che si è trovato anche nel 'Live at Budokan', è il riverbero, davvero troppo esagerato.

Tuttavia è davvero un live da avere nella propria collezione.

TRACKLIST

Disc 1

1. The Root of All Evil - 2. I Walk Beside You - 3. Another Won - 4. Afterlife - 5. Under A Glass Moon - 6. Innocence Faded - 7. Raise The Knife - 8. The Spirit Carries On

Disc 2

1. Six Degrees of Inner Turbulence - 2. Vacant - 3. The Answer Lies Within - 4. Sacrificed Sons

Disc 3

1. Octavarium - 2. Metropolis

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