Amplificatori e nebbie. Nuove maledizioni elettromagnetiche contro la pietra. E ancora nebbia. Fottuta nebbia vischiosa tutt'intorno.

Gli Earthride sguazzano nel pantano dello stoner-doom più o meno dal 2000 ma Dave Sherman, qui frontman, è anche il bassista degli Spirit Caravan ed il batterista Eric Little proviene dagli Internal Void.

In sostanza, quando organizzano il barbecue all'aperto con tutta la famiglia, non usano la carbonella: chiamano direttamente Satana in persona a fare da chef. Che per "Vampire Circus" cucina loro delle gustosissime poltiglie di carne a base di capra e per mandar giù il fiero pasto, Abraxas, Belphegor, Moloch e un fottìo di altri demoni portano confezioni di birra scadente in six-pack.

La posta in gioco è alta ed io ho prestato giuramento in rito di sangue: un orrendo maleficio a me se vi faccio il track-by-track! Vi basti sapere che Dave mugola come un fottuto incrocio pastoso tra la raucedine di Lemmy e quella di Phil Anselmo, articolando contrazioni muscolari, spasmi, sfoghi paranoidi del pensiero. Le accordature delle chitarre sono talmente tanto ribassate da scuotere come l'urlo primordiale della terra e farti cagare addosso. Riffmaking di pregevole fattura doom e sguazzi di wah-wah tra i quarti di una batteria colpita coi palmi nudi dallo zombie di John 'Bonzo' Bonham: come una miscela torbida tra Pentagram, Electric Wizard ed alla base ZZ Top sotto morfina e Motorhead claudicanti. E con tutto ciò, quando s'accorgono d'essere fin troppo pesanti inseriscono pure "allegre leccate" d'organo hammond... ottenendo uno stordente effetto contrario.

Fanculo, 'sto disco è dannatamente nero e difforme, organico come il fango, la sabbia bruciata, una sgommata di pneumatico sull'autostrada che porta all'inferno. Il Doom è avvizzito come le tette di una vecchia strega che ormai ha dato troppo a troppi. Lo Stoner campa di vecchi fantasmi e nuovi distorsori.

Gli Earthride invece spaccano il culo. Lo dice pure lo chef.

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