Marco Salzano

DeRango : 0,58 • DeEtà™ : 6903 giorni

Genesis: From Genesis To Revelation
CD Audio Ce l'ho ★★★
Con una diversa, e migliore, produzione (e francamente non ci voleva un George Martin per fare meglio di King) avremmo avuto sicuramente avuto un album di cui almeno non c'era da vergognarsi.Nonostante ciò diversi pezzi non sono affatto male e poi la voce di Gabriel, ancorchè un pò acerba, era già lì e non è poco. Personalmente, dopo aver consumato gli Lp da Trespass a Wind, ritorno ogni tanto a quei "modesti inizi" con un certo gusto e soddisfazione. It's only (Christian) Pop but I like it.
Genesis: Foxtrot
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il disco più rappresentativo dei Genesis con la G maiuscola: imponente, romantico, surreale. Tutti classici: la siderale apertura di Watcher of the skies; la meravigliosa semplicità di Time Table; la teatrale Get 'em out by Friday, intrisa di amara ironia; la perfetta mini suite Can utility and the Coastliners. Impallidiscono però di fronte alla geniale Supper’s Ready, viaggio paranormale dentro un Apocalisse in 9/8; uno dei brani rock più devastanti di sempre altro che death Metal...
Genesis: The Lamb Lies Down on Broadway
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Grandioso Hyper-Album multimediale ante litteram, intrigante ed inedito nel suo contaminare immaginari diversissimi (le street gangs graffitare, la mitologia greco-romana, i vari percorsi metafisici di redenzione spirituale dal buddismo a Dante ecc).
Pur non raggiungendo la perfezione di Foxtrot (per via anche degli strumentali di raccordo) e costituendo piuttosto una parentesi nell’evoluzione stilistica del gruppo che infatti registrerà a Trick of the Tail come se nulla fosse stato.
Genesis: A Trick Of The Tail
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Nel disco si avvertono molto certe influenze Jazz-Rock/Fusion, probabilmente dovute a Collins, anche se certe avventurosità più sperimentali di "The Lamb" non ci sono più e manca anche l'apporto dei geniali testi di Gabriel. Detto questo, "A Trick of The Tail" è un disco molto eclettico e vario , e questo nella migliore tradizione dei Genesis classici che sapevano essere, allo stesso tempo, complessi ed accessibili, leggeri e mistici, umoristici e solenni, cinici e romantici.
  • Kism
    3 gen 14
    Gran colpo di mestiere da parte del gruppo,che nonostante stante la defezione di Gabriel,ci e si regalano un bel disco.
    Splendida l'aperura con un grandissimo Collins alla batteria,ma e' tutto l'album a convincere.
Genesis: Trespass
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Come i primi dei Crimson Trespass è tutto giocato sulle dinamiche dei passaggi da quieti momenti pastorali (12 corde, flauto) o liturgici (organo, coro) e improvvise tirate bachiane dell'organo con chitarra elettrica a supporto. Tutto sommato il mellotron è ancora usato con moderazione (adoro in particolare l'intro/outro tremolante di "White Mountain") rispetto ai successivi.
  • templare
    9 dic 13
    Io pensavo che il mellotron fosse stato introdotto da Banks solo durante le prove di Nursery Crime ( tra l'altro acquistato dai King Crimson ). Mi informerò meglio. Magari lessi male io a suo tempo.
  • urlicht
    12 dic 13
    Trespass merita cinque perche' non c'e' l'otto...
Gentle Giant: Gentle Giant
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Ottimo esordio con subito tre classici: Alucard dal gran riff crimsoniano e le spettrali tastiere di Minnear. Funny Ways dall’incedere gentile sulle armonie vocali degli Shulman con intermezzo rock punteggiato dai fiati. Nothing At All, che parte dal folk degli Steeleye Span e arriva al free di Cecil Taylor, passando per Liszt, nel giro di pochi minuti. Inutile invece l’arrangiamento blues rock dell’inno inglese copiato poi dai Queen.
Gentle Giant: Three Friends
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Riuscito Concept che ha anche il pregio raro della compattezza. Inutile sproloquiare sul livello tecnico ma sopratutto sulla cultura musicale del gruppo con riferimenti che vanno dalla polifonia medievale al jazz, ed una cura per i dettagli quasi maniacale. Insomma you can't go wrong with GG.
Con una produzione meno elaborata di quella Spectoriana, Harrison quì riflette sulla difficoltà di vivere la trascendenza nel mondo "materiale", in bilico fra il torrido funky della title track e le meditative parentesi di sitar, tabla e flauto. E se la sarcastica Sue Me, Sue You Blues cita le beghe legali fra i Beatles, il corpus del disco sono una serie di ballads di argomento religioso e/o amoroso, come Give Me Love, tipica gioiosa preghiera Harrisoniana e l’orecchiabile Don't Let Me Wait T
Sepolti per anni in un vecchio baule questi nastri (registrati sorprendentemente bene da Peter Giles) documentano lo stato embrionale dei KC (ancora senza Lake), autori in questa fase di una volatile miscela folk rock/jazz a la Pentangle (e in alcuni pezzi canta Judy Dyble ex Fairport Conv.). Incluse due versioni di Drop in (la futura The Letters), quì corrosivi blues rock, due arpeggiate I talk to the wind e la melodica Under the Sky, finita poi nel primo Lp di Sinfield.
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