Voto:
Decisamente ecco signor G, inizia ad incazzarsi davvero. Stimolante recensione
Voto:
Mi aggrego a Syd
Voto:
Lo scritto mi è piaciuto molto, ma secondo me stavolta il double non ci azzecca, perché "Parabola" a differenza di "Saldi", io lo reputo un concept, trovo un notevole collegamento tra tutti i pezzi. Presi in coppia i due LP non hanno molto in comune, se non alcune tematiche ricorrenti care al Prof, le liriche e il suo modo "tremolante" di cantare, che a me non sempre aggrada in quel periodo. D'accordo con Iside: "Parabola" immenso, quasi capolavoro (4,5) e "Saldi" inferiore (3,5), ma allo stesso tempo interessante.
Voto:
Bella proposta. Album ottimamente ispirato, uscito dopo una lunghissima transizione durata circa 15 anni. Il timbro di Tagliapietra non mi ha mai fatto impazzire come interprete anche se nell'immaginario rimane lui l'icona storica del gruppo. Qui si propone ottimamente anche come suonatore di sitar. E' un bel punto in più per il gruppo in questa loro nuova primavera. Li ho visti dal vivo a marzo 2013 in un paese sull'Adda tra Bergamo e Milano. Dei componenti fondatori è rimasto solo Dei Rossi, accompagnato da Bon e da Trentin. Tutti e 3 sembravano dei polipi, le loro mani erano dappertutto. Parevano in 6 sul palco! Non ho mai capito l'abbandono di Tagliapietra nel 2010 e questa sua arrogante pretesa di costringere gli altri componenti a non utilizzare più il nome "Le Orme". Fortunatamente la sentenza gli ha dato torto. Comunque buon disco da 3.5 abbondante, quasi 4
Voto:
In quella che definìi un paio di setimane fa la trilogia del viaggio "Amerigo", "Metropolis" e "Guccini", quest'ultimo è secondo me il migliore e quello che più sento mio, fra i 3 LP composti in quel lustro 78-83. "Inutile", "Argentina" e "Autogrill" bastano a tessere le mie lodi questo straordinario album. Prima di questi 3 dischi avevamo di fronte un personaggio con una forte paura di affrontare il mondo e vittima di un'irrealizzazione interiore realista ed paradossalmente nichilista. Dal 1978 l'alter-ego di Guccini osa "uscire" metaforicamente dall'Emilia, per farvi ritorno solo nel 1987, con "Signora Bovary", rispolverando malinconie ataviche e personaggi del suo passato: Canzone di notte n°3 (riflessioni esistenziali notturne della vita in provincia, Scirocco (tormentata fine di una storia d'amore nel centro di Bologna), Van Loon (memoria di suo padre), Keaton (l'ex batterista di Claudio Lolli), Culodritto (dedica alla figlia)... e cosi via.
Voto:
Le 13.000 lire peggio spese della mia adolescenza. Meglio se le avessi investive in canapa indiana.
Voto:
Disco che non fa poi così cacare come si sostiene o come ricordo. E' un Venditti non ancora troppo privo di linfa e argomentazioni. Riascoltato dopo circa 10 anni... ancora gradevole e non eccessivamente invecchiato male. Degustibus. Bah, 3 ci sta.
Voto:
Grande album da 4,5. Bel ripescaggio. Rece un po' sotto le righe, non male, ma mi ha coinvolto di più quella scritta da @VoodooChild nel 2007.
Voto:
3 a Bovary? Mmmhhh, no... Questo è il migliore dopo "L'Isola" e "Radici".
Voto:
Concordo su tutto. L'ultimo album da 9 o quasi da 4,5 (debaseristico) del primo periodo (1971-82) del Prof. Primo (epocale e prolifico) periodo che distinguerei in due atti: 1971-76 e dal 1977-82.
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