Ve la racconto strana..
Sono..quella che..
"
... a Singapore,
di nuovo
si rifugiava dagli stessi Amici...
..Quando le chiesero dov'era Simo disse la verità:
" Non so ".
Passava le giornate a leggere,
sul bordo della piccola piscina del loro recidence,
quasi sempre vuota,
tranne che per qualche bambino del palazzo che veniva a fare il bagno.
Comprava frutta e cibo dalle bancarelle,
lungo la strada...
Di notte..
..camminava fino al seven eleven più vicino..
Era l'unica occidentale del quartiere.
Si sentiva in convalescenza.
Iniziò a sentire il bisogno di decisioni.
Presto il suo Visto sarebbe scaduto..
Non potevi rimanere nell'isola...volevi restare
volevi restarne...
lontana da un'altra..
come sempre
in rosso coi soldi.
Conosceva gente sparsa in tutto il mondo,
ma non aveva motivi per raggiungere
nessuno.
Su tutto il pianeta non c'era un posto dove la sua presenza avesse un senso preciso,
nè un posto di cui lei avesse davvero bisogno...
..e se fosse riuscita a fare il tipo di lavoro...
di passione che voleva...
...SCRIVERE..
sarebbe stata, ulteriormente slegata.
Lei e il mondo sembravano avere una relazione
Libera e Aperta
ed è difficile dire cosa fosse..
se senso di indipendenza o
meschina inutilità...
Nella piccola stanza surriscaldata
del Pianeta
sapeva che avrebbe trovato ovunque la stessa inquietudine,
la stessa ansia diffusa..
come un virus
globale..
...era
tutto ciò che l'era contemporanea stava davvero globalizzando,
ed era, in fondo,
una sola,
grande ed eterna domanda:
<< che ci faccio qui?>>
Forse era soltanto un pò depressa.
Sbarcò dall'aereo abbronzata e malinconica.
Da un pò non tornava a Casa, e ogni cosa,
sembrava
uguale e diversa.
Il paesaggio, le case, l'orologio di luce rossa
nella zona industriale.
Nei mesi succesivi, schiarirono entrambe:
la sua pelle e l'umore.
Nella terra dov'era cresciuta imparò solamente
a non avere destino,
solo giorni che si susseguono...
ognuno miracoloso,
ognuno comune.
Detestava quel tipo di retorica..
"ritorno alle radici", "mettere la testa a posto",
"diventare grande"...
semplicemente...
aveva smesso di sentirsi coinvolta in modo Attivo
da certe parole... "giovane", "traveller", "raiver"...
I romanzi di formazione finivano, in genere,
con il raggiungimento di parole in cui
identificarsi,
ruoli in cui entrare...
Tutto quello che una volta si chiamava:
trovare un'identità.
Ora capiva che si trattava del contrario.
Si trattava, in realtà, di abbandonare parole...
staccare pezzi di mondo da se stessa...
come una scultura che emerge rimuovendo la roccia,
che è in eccesso.
..e riuscire a farlo...
nonostante il mondo, sempre più
appiccoso,
invasivo,
stretto.
In un teatro scoppiò un incendio dietro le quinte.
Un clown uscì sul palcoscenico e avvisò il pubblico.
Gli spettatori pensarono si trattasse di uno scherzo e applaudirono.
Il clown ripetè l'annuncio, con sempre maggior divertimento per i presenti.
E' così, immagino, che il mondo finirà distrutto: tra l'ilarità generale dei buontemponi, convinti che sia tutto un gioco.
Soren Kierkegaard
...una vecchia bretone
...sganciata dalle regole comuni , da questa falsa personalità
balinese in un giorno di festa
... nelle balere estive dove coppie di anziani che ballano a ritmo di 7/8
Venezia-Istanbul
L'arca di Noè
Il re del mondo
-erano giorni di maggio e tra noi si scherzava a raccogliere ortiche
- ..com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire...
Saluta con gioia!