gpdimonderose Bannato

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editoriale di gpdimonderose
  1. L'evento risuona in Dodona, in Dodona c'è la risonanza-absonanzadell'eventuarsi in Dodona. È Dodona la radura abissale sublime. Plutarco crea il 'Grande ...

    Plutarco: il grande dio Pan è morto-absonanzÈ

    La Risonanza-absonanza è abdicibile. Nel corso del tempo si crea dall'abisso sublime,

    aleggia, ondeggia, mondeggia. È il sublime, lì si crea il sublime in armonia, lì echeggia

    silente il sublime, ondeggia la risonanza-absonanza. Il silenzio è più silente. È l'anima?

    È il mondo? È Dio? Crea il sublime o sublime poetante o vuoto sublime risonanza-

    absonanza sublime, è la stabilità ontologica, è La verità dell'evento o sublime nullità

    che nulleggi, lì nulleggia o nienteggia il sublime, la verità sublime, veritas sublime

    nell'abissalità sublime o vuota nella nullità sublime in risonanza-absonanza. Quale

    sublime che nulleggi o nihileggi il sublime poetante? Sublime poetante che nulleggi

    Stabile che crea il sublime poetante che nulleggi, è l'evento sublime del sublime, o

    l'abissalità che nulleggi il sublime che nihileggi?

    La sublime absonanza è Sublime dell'Essere.

    Gli eventi del sublime poetante nella stabilità ontologia sublime bleibendes del

    Sublime poetante nulleggia, è Gestell sublime del sublime. Gestell sublime poetante.

    Sublime ontologia o Ge-Stell Sublime. Gli eventi sublimi quale essere la spazialità o

    Dasein dell'essere lì per essere spazio in excstasi. Crea lì eventi è lo spazio sublime

    abissale, sublime vuoto o nullità Sublime: lì quale estasi exstatica della physis si dà

    quale Essere, È l’Essere che crea entità quale ousia, ousia dell’essere.

    Si dà crea il sublime ove si eventua.

    È qui esserci è lichtung che crea radura senza perché stabilità ontologica bleibendes, è

    Essere che crea Essere, estasi Da-sein.


    L'essenza dell'essere estatica Da-sein. Si dà lì sublime singoralità sublime parousia

    dell'essere parousia sublime. È estasi sublime, il sublime nella physis, disvelatezza

    dell'evento del sublime poetante pensante, essenza del pensiero poetante poesia

    pensante.

    Che cosa significa pensare la creatrix? Creatrix sublime è Creatrix senza perché: dà

    Creatrix abfonda, niente è senza Creatrix.

    Si Crea in sé non è che l’inizio abfonda eventi È non può non essere Creatrix, è senza

    perché il fondamento Creatrix è, crea il creatore l'essere Creatrix senza perché, essere

    Creatrix di sé. Creatrix c’è spazia essere Creatrix Non può non essere creatrix.

    Sublimia crea è il Musagete. Crea l'Ousia è l’Armonia è danza. La musica è absonanza

    vuota. Crea l'Ousia Armonia abfonda l'essere nella singolarità sublime: essere-senza-

    fine. Già Aristosseno crea la Cromodinamica, è schema nello spazio dal nulla, già

    stabilità ontologica.

    È bleibendes stabilità ontologica che crea Stabilità catastrofica, crea c'è. Si dà quale

    evento Sublime che crea eventi. Si crea, crea eventi eventua al di là della metafisica,

    aleggia la creazione degli eventi abfonda crea è già nulla bleibendes stabilità

    ontologica. Si crea è qui l'apeiron Sublime: è l'evento é nulla è l'abissale, è nello

    spazio è nulla c'è nello spazio vuoto quale Evento vuoto: lo spazio vuoto c'è, crea Eventi

    nello spazio é non possa non essere che sia.

    Che essere nulla, che dà l'evento. Qui è il Nulla. Si crea lì abfonda. È Qui non può non

    esserci.


    C'è Non-possa-non-essere: non può che essere esserci che crea. C'è dal nulla.

    Si dà Si Crea lo spazio Non-possa-non-essere-spazio è lo-spazio è lo schema dello

    spaziotempo, è evento che Crea il sublime. Nient'altro dal nulla crea-Dal-Nulla, c'è già-

    dal-Nulla crea-creato-Dal-Nulla, o l'apeiron-Dal-Nulla è creare-Dal-Nulla. È sì crea-Dal-

    Nulla È la bleibendes stabilità da creare-Dal-Nulla-nel-vuoto. O schema che Crea-Dal-

    Nulla:l'apeiron-Crea-Dal-Nulla quale Creare-Dal-Nulla è “apeiron-che-Crea-Dal-

    Nulla” , “abfinito-apeiron-che-Crea-dal-Nulla ”.

    È apeiron-che-Crea è l'apeiron esserci che crea, è l'apeiron nulla abfinito, qual è essere-

    apeiron-che-Crea-Dal-Nulla qui, è l'esistenza-apeiron-che-Crea-Dal-Nulla. Si Crea-Dal-

    Nulla si svela Dal-Nulla, è apeiron-Dal-Nulla: l'apeiron-Dal-Nulla, spazio-apeiron-Dal-

    Nulla che-Crea-Dal-Nulla uno spazio vuoto schema-Dal-Nulla. Apeiron-che-Crea

    schemi: lo spaziotempo-che-si-Crea-Dal-Nulla apeiron. L'apeiron è spaziotempo che-si-

    Crea-Dal-Nulla, stabilità che-si-Crea-Dal-Nulla. Ma che cos’è l'estasi aldilà dell'ousia,

    aldilà delle entità in fuga dalla metafisica? L’essere si dà, si dà ousia, l’essere estasi crea

    l’essere dell’Esserci, crea già creatrix, crea ousia, crea ontologica creatrix ontologica

    schema che crea sublime creatrix–È cromo –dinamica cromatica, è evento cromatico

    schema dello spazio spazio dello spazio schema, schema spazio nello spazio schema

    abfinito, è già schema sublime, «schema» evento, schema dello spazio. Evento spaziale

    che crea spazio, spazia lo schema che si dispiega spazia-non-può-che-essere spazia,

    spazia e crea, non-può-che-essere, crea non-può-che-essere-creata, non-può-che-essere

    spazio dello spazio.


    È spazio-non-può-che-esserci essere è-non-può-che-essere lo spazio.

    Si crea, non-possa-che-essere, crea non-può-non-essere non può non esserci, può essere-

    schema, o schema è schema-spaziale Sublime o essere-Sublime: è può essere-Sublime

    schema.

    Sublime non è altro che Sublime spazio-tempo-schema-Sublime, è spazio-Sublime

    quale schema-Sublime. È schema Sublime dello spazio, schema della spazialità. È

    evento che abfonda, schema che dà da pensare, è essere-Evento-Sublime. È –Sublime–

    essere. È il Sublime–ontologico, è un evento Sublime ontologico, Sublime ontologico

    che crea l’essere Sublime d’essere. È Sublime che crea ontologia del Sublime non possa

    che essere Sublime ontologico: evento Sublime al di là della metafisica.


    Ontologia negativa


    È nulla. È qui il nulla evento abissale o bleibendes stabilità ontologica del nulla, il

    nulla che si crea dalla creazione di spazi di nulla.

    Il sublime crea l'evento che crea l’ essere Abissale o poesia Abissale.

    Lì c’è aldilà radura abissale. La spazialità abissale presenza dell’Esserci Già qui spazia

    Abissale dell’esserci presenza spazialità abissale: di là è L’essere spazialità abissale,

    l’essere-temporalità abissale, l’essere-spaziotempo-é-l’Essere Abissale in essere nello

    spaziotempo, nella spazialità dell’esserci perché poeticam-ente abita l’Essere-Radura. È

    L'essere-Nulla Sublime che ci viene incontro, non è che evento sublime dell’essere e/o

    dell'esserci che crea stabilità onto-teo-logica oltreché ontologica dall'essere evento

    abissale. La stabilità ontologica dell'evento abissale dell'essere crea il sublime che si

    disvela dall'essere nell'essere che crea disvela l'essere evento del sublime disvela

    nell'essere il sublime evento dell’esser-ci che crea dal nulla abissale. Qui l’esserci che

    crea si dà è l'esserci che crea eventi dal nulla dell'ente, o dall’ente niente l'essere.

    Pensare il nulla. È il nulla dell’evento dell’ente. L’Essere, è il non ente, qui il niente ove

    si eventua l'evento sublime dell'essere. È bleibendes la stabilità ontologica o assenza di

    fondamento dell’evento sublime dell'Essere, assenza di fondamento o l’esserci che crea

    dal nulla l’evento del nulla o essere nulla, l’esserci che crea l’evento sublime. L’evento

    sublime è l’esserci che crea l'essere-nel-mondo quale evento dell’Essere, lì si svela

    l’esserci che crea l’evento sublime dell'Essere evento.

    Si crea l'evento dell’Essere, l’Essere che si crea è l’Ereignis: l'essere 'getta' l'evento

    sublime. L’Essere evento crea l’essere evento senza perché Essere sublime nell’Essere

    abissale senza fondamento, è l'essere evento abissale. L’Essere sublime è l'essere evento

    abissale. L’Essere è evento sublime dell’Essere abissale. L’essere sublime è l'evento

    dell'essere, all'interno dell'essere, senza perché nella "radura", la radura abissale,

    giacché là l'essere in sé si crea sublime è l'evento dell’Essere.

    Lo schema della techne è l'evento dell’Essere è la presenza della verità dell'essere

    sublime: Essere che si crea evento dell’Essere Ereignis o Evento che crea il sublime.

    Nell'essere si crea l’evento dell’Essere sublime. Sublime evento dell’Essere bleibendes

    stabilità ontologica o ontoteologica. “Ormai solo Dio dell'essere ci può salvare” È il

    sublime. È l'evento che si crea. È l’evento abissale, è l’evento dell’essere sublime. È

    l'evento nell’essere sublime evento è l’Ereignis: è evento che si crea sublime, o

    bleibendes stabilità ontologica che crea estasi là poeticamente sublime evento

    dell'essere che crea l'essere evento dell'esser-ci che crea il sublime. È si crea sublime

    esserci dal nulla. L'evento si crea Sublime, qui crea schema dell'essere. È l'essere evento

    dell'essere senza perché dell'essere che si crea sublime. L'esser-ci crea si dà da sé spazia

    quale evento crea l'evento dell'essere, dell’entousiasmo nella creazione poetica.

    Sublime estasi Abfinita lì si crea Estasi instabilità ontologica ékstasi «essere fuori di

    sé» in risonanza-absonanza sublime.


    Stabilità Ontologica bleibendes che crea matematica musicale risonanza-absonanza o

    dissonanza. Di lì vibra la risonanza-absonanza o risonanza-absonanza e dissonanza

    evento. È evento dell'essere, è l’esserci che crea. È evento che crea. È evento, evento

    schema. È evento della musica sublime abissale. Evento della musica, evento Estasi

    abissale Stabilità Ontologica Sublime Estasi. Dissonanza Evento Sublime dissonante, è

    Estasi, Essere Evento Sublime Estasi cromodinamica musicale, Estasi Sublime Evento è

    Estasi Sublime musicale. L’Estasi essere Evento qui Estasi Essere-Estasi aldilà della

    metafisica. Essere Estasi musicale.

    Estasi Sublime che crea creata Estasi sublime, lì il giuoco giuoca. Plutarco Crea il

    pensiero del Períhýpsous sublime dal nulla, o Sublime Abissale. Sublime si crea è al di

    là di sé, fuori di sé, dal nulla crea l’essere evento in sé e per sé. Proclo crea l’evento

    dell'essere Sublime, crea l’essere evento del Períhýpsous-Sublime. Proclo crea il

    Períhýpsous-Sublime.

    Proclo crea il Períhýpsous-Sublime di Proclo–: «Crea l’entousiasmo poetante:

    Períhýpsous-Sublime di Proclo o schema in Proclo, Crea Proclus il Períhýpsous-

    Sublime dal Nulla, Proclo crea in sé dal nulla, Proclo «insedia nel Períhýpsous-Sublime

    l'evento Creato dall'essere»: Proclo Svela l'essere evento del Períhýpsous-Sublime,

    Proclo crea il Períhýpsous-Sublime, Proclo Crea l'essere Períhýpsous-Sublime. È la

    radura Sublime si crea nell'evento abissale dell'essere senza perché, pensiero dell'essere

    evento abissale del Períhýpsous-Sublime.


    L'evento abissale è Períhýpsous-Sublime dell'essere abissale.

    Sublime abissale dal Nulla. Il nulla è Períhýpsous-Sublime che crea l'evento. Il Nulla

    si crea Períhýpsous-Sublime per essere evento dell'essere, si crea dal nulla. Si crea

    l'essere evento dell'essere Períhýpsous-Sublime abfinito o nulla, o l'essere

    Períhýpsous-Sublime. È l'essere il nulla nell'essere.

    L'abissale evento Períhýpsous-Sublime risuona, crea la creazione Períhýpsous-

    Sublime. Schema che risuona nel Períhýpsous-Sublime lì fonda la creazione dell'evento

    dell'essere è abissale Períhýpsous-Sublime, crea spazio per essere l'evento dell'essere

    quale bleibendes stabilità ontologica della creazione. Si crea dal nulla la creazione

    dell'evento,Períhýpsous-Sublime nel nulla essenziale dell'entità: lì è il nulla

    Períhýpsous-Sublime, qui nulla dell'evento dell'essere senza perché. È la creazione

    dell'evento Períhýpsous-Sublime dell'essere: «L'essere è evento-Períhýpsous-Sublime

    exkstatico abissale».

    L'essere si crea dà è evento abissale. L'essere è evento abissale si crea dà è Períhýpsous-

    Sublime senza perché, quale stabilità ontologica che abfonda è di per sé verità

    dell'essere schema dell'essere evento abissale. Il Períhýpsous-Sublime crea abfondo

    per «essere» evento al di là della metafisica. Nello schema si crea radura Períhýpsous-

    Sublime che include in sé l'esser-ci che crea senza perché l'evento-Períhýpsous-

    Sublime.


    Crea l'esser-ci l'evento-Períhýpsous-Sublime quale creatura senza perché

    dell'essere, è là senza Perché dell'essere-evento dell'esser-ci che crea.

    O l'esser-ci crea-Períhýpsous-Sublime. L’esser-ci crea l'evento Períhýpsous-Sublime.

    L'esserci si crea nel Períhýpsous-Sublime.

    L’esser-ci si crea quale essere evento è evento-Períhýpsous-Sublime, quale stabilità

    ontologica bleibendes senza perché che crea dà svela consente il Períhýpsous-Sublime

    Senza perché dell'essere evento ontologico e ontoteologico dell’essere abissale. È crea

    l'esserci-che-crea. È evento-Períhýpsous-Sublime dell’essere. La stabilità ontologica

    dell'essere evento dell'Essere bleibendes crea ex nihil crea già dal nulla, dall'abisso

    all'essere, ek-siste l'essere evento o Ereignis-Períhýpsous-Sublime. É schema dinamico

    esserci che crea, vi è senza fondo, È fuori di sé, è evento estatico senza perché sempre

    fuori di sé che qui crea stabilità ontologica senza perché nell'abfinito. È nell'essere

    estatico esserci che crea Eventi: lì il giuoco giuoca estatico. L’abfinito Ontologico evento

    crea già crea giacché Crea già il Períhýpsous-Sublime, «Crea» l'abissale stabilità

    ontologica dell'essere il nulla, il nulla del Períhýpsous-Sublime dal nulla è il nulla nel

    nulla. Crea dal nulla l'abisso Períhýpsous-Sublime l'abissalità del nulla. Crea

    l'abissalità vuota o nulla Ontologico dell'Evento: l'abissalità nulla, il nulla Períhýpsous-

    Sublime, l'abissalità in sé l'abissalità del nulla. L'essere nel nulla è la dissipazione del

    nulla, è nulla del nulla Períhýpsous-Sublime che crea.


    Crea l'abissale nulla dal nulla per nulla del nulla nulla che sì crea il nulla.

    L'essere nulla È creativo, la Períhýpsous-Sublime abissalità creatrice. Crea è

    Períhýpsous-Sublime. È dimora dell’Essere. È spazio Períhýpsous-Sublime senza

    perché. È Vuoto Evento. È Períhýpsous-Sublime. È bleibendes Stabilità ontologica. È si

    crea dà schema senza Perché. È vuoto in sé. È absonanza abissale dell'essere Gestell dell’abisso, dell’Abgrund, dell’aldilà che si eventua quale vuoto abissale, radura abdicibile. Il sublime è la transonanza dell’eterno ritorno dell’Essere evento sublime che si crea nell’Abgrund senza fondo nell’aldilà, oltre l’orizzonte, oltre il tramonto, oltre la fine della metafisica, oltre l’eclisse. Il sublime ove l’Essere evento dall’aldilà, ci viene in-contro e si incontra nel fondale quale Essere sublime aldilà evento di fronte, davanti, dinanzi quale abdicibile sublime nell’Estetica Excstatica metafisica.
    Il sublime evento è sempre aldilà della metafisica dell’aldilà, nello schema ontoteologico Teontologico: evento che si incontri nei sentieri dell’Abgrund, dell’Essere sublime abissale che si in-contra nella radura ontologica, nel vuoto ontologico, nelle singolarità nihiliste. La stabilità ontologica dell’abisso sublime, quale stabilità Ontologica o bleibendes Gestell sublime dell’Abgrund del sublime è l’evento dell’Essere sublime che ci si in-contra di fronte, è l'evento dell’abisso che ci sta sempre di fronte, ci abita e che ci si in-contra quale aldilà dalla metafisica. Ma l'evento del sublime si dà quale bleibendes stabilità ontologica, pensiero poetante della Physis sublime dell’Essere evento sublime: l’Essere sublime evento abissale. Anzi il sublime si disvela sempre dalla bleibendes stabilità dell’abisso dell’abdicibile, dell’inaudito, dell’aldilà dalla metafisica quali eventi di fronte, davanti, in-contro alla mondanità, nella fondatezza senza essere mai fondati. Il sublime è evento del sublime è metafisica nihilista, giacché evento dell’Essere sublime.
    Il sublime non è stato, e non sarà mai una nuova metafisica, se mai è la Teontologia, senza essere ontologica: sublime è la radura ove si eventui e si incontri sempre di fronte l’evento dell’Essere sublime. Il sublime è l'evento dell’Essere sublime che si dispiega dall’abisso, dall’aldilà dalla metafisica, dall’abdicibile, dall’inaudito: che decostruisca o sveli l'Esserci che crea. Grund-sublime: si svela in-contro, di fronte, quale evento dell’Essere sublime mai fondato, né fondabile. Il sublime della Physis è l'evento della differenza dell’Essere nella Physis sublime in qualità dell’Essere evento, quale Essere sublime stabile dell’Abgrund nella gettatezza o Esserci che crea, o dell’Essere evento sublime nello schema. Essere Evento dell’Essere. Daseyn che crea ove si eventua l’incontro della Physis sublime ontologica. Lì la transonanza dell’Essere evento sublime che ci si in-contra, dà senso all’ontologia della Physis sublime. L'evento di quell’in-contro si in-contra nella transonanza del sublime, quale evento d’Essere sublime dell’Esserci che crea: sublime evento in-contro al Daseyn sublime che crea. Il sublime evento della Physis è l' ontologia sublime si eventua quale Essere evento sublime dell’Essere che si eventui dall’aldilà, dall’abisso, Abgrund-sublime, abdicibile. Ma il sublime della Physis ontologica è anche l'ontologia stabile bleibendes dell'abgrund sublime: abisso dell’Essere o dell’Essere evento abissale che crea o essere-sublime-nel-mondo. Dasein che crea sublime ontologia sublime dell'essere, quale essere-evento-sublime-nel-mondo o sublime evento dell'essere, quale Dasein sublime che crea Dasein sublime. Dasein che crea è l' essere sublime evento, Dasein che crea sublime quale sublime evento del Dasein sublime o è spazio-temporalità dell'abissalità. L'evento sublime è spazio-temporalità abissale spaziotemporale sublime ontologico: quale sublime evento del sublime.
    Il sublime-abgrund sublime che crea creato il sublime si stabilizza in gestell sublime, ontologia dell'evento dell’Essere sublime, dell’Esserci sublime che crea. Il sublime della Physis è stabile ed instabile: la sua stabilità ontologica bleibendes è evento dell’Essere sublime che crea quale essere evento sublime dall’abisso sublime dell’Essere ci viene incontro e in-contra l’Esserci che crea la Physis sublime ontologica.
    E’ stabilità ontologica o bleibendes Gestell sublime dell’Essere sublime ma instabile nell’Abgrund sublime, evento quale transonanza dell’Essere sublime della Physis.
    L’evento sublime dà Gestell sublime l’evento della stabilità ontologica bleibendes dell’Esserci che crea il sublime. Quella differenza è sublime evento perché dispiega il sublime della Physis. Il sentiero evento sublime della Physis è l’Essere sublime che si crea nell'evento del sublime non è presente né nel mondo, né nell’Esserci sublime della Physis. Solo l'evento sublime dell’Essere sublime, che si disveli dall’abisso dell’aldilà della Physis. Nel sublime della Physis si eventua l'evento, quale sublime che dà che crea l’Esserci che crea dal nulla sublime dell’Essere, ma l'evento sublime disvela la verità, cura, consacra e contempla la stabilità abissalità. L’evento ontologico del sublime della Physis dà crea l’Essere sublime quale sentiero, svelatezza sublime, l’evento dell’incontro che ci si incontra nello schema dell’Essere sublime, quale evento dell’Essere sublime ontologico. Quell' evento sublime della Physis disvela la differenza ontologica tra l’Essere-sé dell’Esserci nel mondo e l’esser-sé quale evento sublime della Physis c’è l'onTologia dell’Essere evento sublime Daseyn che crea sublime Esserci o l’Essere è evento sublime, Esserci che crea sempre nell’Essere-sé e nell’Essere al di là dal sé, o sublime evento della Physis.
    L’evento del sublime ontologico della Physis dà crea dal nulla il sublime in excstasi dell’estetica metafisica excstatica. Nell’evento ontologico sono creati eventi del sublime si dà lì l’Esserci che crea, quale Essere-sé nell’Essere sublime, nello schema sublime, nella Physis sublime. L'evento del sublime è il sublime della Physis, quale evento dell'Essere sublime in qualità di Esserci che crea, Essere evento sublime, Essere abissalità dell’Essere aldilà dalla metafisica. L'evento sublime dell'Essere sublime è evento sublime della Physis, o decostruttiva estetica metafisica excstatica.
    Il sublime quale evento del sublime della Physis sarà il fondamento dell'evento sublime che crea: quale Essere evento sublime, Esserci sublime che crea, Essere evento nell’aldilà, Essere sublime dell’Essere evento sublime del sublime evento sublime, sia Gestell-sublime, sia Gestell-sublime quale bleibendes stabilità ontologica abissale del sublime della Physis, schema ontologico che ci si viene incontro dall’aldilà, ma che ci si in-contra nel sentiero dell’Essere sublime. La singolarità dynamica è l’essere evento sublime. Il sublime dynamico crea creato il disvelarsi nelle dinamiche dell’esserci che crea schemi ontologici del sublime. L'essere dinamica sublime degli eventi si dà nella presenza, è poiesis dell'evento abissale. Anzi la physis sublime, il crearsi di per sé, è evento sublime, è poiesis sublime. La physis sublime è anzi evento sublime che si disvela c'è lì il sublime abissale.
    L’evento disvela dispiega è stabilità ontologica o bleibendes Gestell sublime nella physis quale disvelatezza dell'evento sublime dell’essere verità, là ove c’è il pericolo là c'è l'evento sublime che salva, si dà, si crea l’essere sublime che ci si salva. Anzi, si fonda si crea quale soggiornare senza tramonto là ove la verità sublime si dà in aletheia, svelatezza dell'evento, là ove già da tempo soggiorna l'evento, si fonda lì il sentiero dell'aberranza. Si crea in radura la radura-abissale per soggiornare nello schema senza eclisse e senza fondatezza, evento sublime stabile che si crea. La physis crea la latenza, la physis crea l'ablatenza. La physis è l'evento che crea eventi creati nella stabile ontologia della physis. La physis è l'evento sublime dell'ontologia ove l’esserci che crea fonda l'abitare poetante ove l’esserci fonda l'abitare poetante nello schema. Lì è ove si crea l'evento.
    Da lì si crea negli eventi si dispiega e disvela negli eventi: eventi dell’essere sublime quale sublimità degli eventi. L’Ereignis sublime è l’evento dell’Ereignis abissale si disvela o si ritrae nella latenza.
    PanPhysis dell’Ereignis sublime dal quale si crea sublima l’esserci che crea l'evento del sublime, è l’Ereignis sublime degli eventi quale Ereignis sublime abissale. Ereignis-abissalità è l’Ereignis sublime dell’essere: l’Ereignis-Lichtung crea lì eventi e fenomena. La stabilità ontologica disvela l'ontologia della physis sublime vuota. Il vuoto abissale, o nulla sublime abissale del Vuoto sublime è l'evento che non c’è, quale stabile schema o stabilità ontologica del vuoto o schema del vuoto, del nulla sublime. Il vuoto abissale non esiste: esiste solo ciò che è. Ma ciò che è esiste solo se si crea dal vuoto sublime. Il vuoto abissale non esiste, non può essere in alcun modo afferrato, però si dà quale essere evento sublime dell’essere, quale instabile vuoto della physis sublime, è giuoco che giuoca già da sempre in ogni evento sublime si dà,si è sempre lì giacché senza fondatezza o abissalmente abfonda la physis, aldilà, quale sublime ontologia dell'essere evento dei fenomena, è lo sfondo del meson è singolarità sublime, quale singolarità del nulla, o nulla abissale, quale nulla che si inabissa e si dissolve nel-l'apeiron. L'ontologia sublime è l'abfondatezza di quel nulla sublime ove si svela, si eventua sullo sfondo dell'abfondatezza, è sul fondale del sublime. Lo schema: perché c'è l'essere sublime anziché il sublime niente, è lo schema ontologico che crea eventi sublimi e fenomena, oltre la mathesis sublime o la matematica sublime. Per svelare quella bleibendes stabilità ontologica sublime spaziotemporale senza-fondamento si crea, c'è l'evento dello schema spaziotemporale della physis. L'evento sublime è lo schema dello spaziotempo dei fenomena, di ogni evento o fenomeno ontologico, o la Dinamica sublime degli eventi. Lo schema ontologico della dinamica sublime è l'evento schema dal non-essente all'essere, o dall'essere al non-essente sublime ontologico che includa il sentiero dell'essere e del non-essente, o dell'essere-non-essente ontologico. L'essere è il non-essente quale evento sublime dell'essere e del non-essente della physis: là c'è l'esserci che crea l'esserci è schema ontologico dinamico della physis-sublime, dinamica sublime dell’essere fondatezza degli eventi e dei fenomena: schema abfinito, divisibile all’infinito, quale abfinito schema dei fenomena in equilibrio instabile. Lo spazio in sé può essere sia pieno che vuoto, ma la physis è il primo evento dell’essere aldilà della Metafisica. Essere, semmai è l'evento dell’Essere, include in sé gli eventi sublimi, senza la fine è il post-eventum della physis sublime. La physis sublime quale schema della physis, quale fondamento d’essere ontologico degli eventi e dei fenomena della physis Ontologica, è senza perché è l’essere evento. L'apeiron abfinito, senza fine è l'evento sublime o l'abfinito quale evento dell'abfinito: stabilità ontologica bleibendes del nulla, senza morte e senza dissolvenza, physis quale evento che si crea dà al di là abfinita abissalità, quale fondatezza dell'evento nell'abfinito sublime, è l'evento in excstasi sublime abissale nell'esserci che crea quale entousyasmos. Da lì quale transonanza dell'evento o fenomena degli eventi della mondità o schema ontologico del sublime. L'evento excstatico sublime della physis o l’essere-singolarità spazialità spaziotempo dell'evento che crea ontologica svela l' ontologia della physis e si dissipa nel tramonto della physis, l’apeiron è l’evento nello spazio vuoto è nulla abissale in sé, màthesis della physis dinamica sublime o matematica sublime o ontologica: l’essere è la singolarità abfinita sublime. L’abfinità sublime è evento o matematica sublime delle dinamiche: non-nulla dinamico dello spaziotempo o lo spazio-tempo dello schema dello spaziotempo della metafisica dinamica, è l'evento Ereignis sublime, evento in sé, sublime in sé. Perciò nella metafisica l'essere è impensato, la svelatezza dell'evento è impensata, è l'evento del sottrarsi dell'essere, o l'oblio dell'essere evento dell'essere è il sublime dell'essere. L'evento dell'essere sublime nella radura nella stabilità ontologica, è stabile niente o l'evento abissale. L'evento dell'essere sublime è l'evento che si crea dal nulla sublime. Perché vi è l'evento sublime anziché il nulla sublime? L'essere evento in sé l'evento dell'essere sublime niente. Di tale evento la radura è l'essere sublime: l’essere sublime o L’Evento del sublime è essere-qui-che-crea, essere-qui che si dà è qui e non è più qui: o matematica sublime dei fenomena del sublime, si dà lì l'evento abfinitezza, il sublime si dà in eventi, è apeiron o il non-essere-in-sé.
    Crea disvela l'evento sublime è evento sublime spazio-temporale o physis. La sublime dinamica ontologica ove l'essere sublime è l'essere sublime matematico, lo schema ontologico è schema dell'Essere evento dell'Essere matematica sublime dal niente, dal nulla sublime, o essere nello spazio-Tempo Sublime del sublime: il sublime evento dell'essere sublime Schema sublime ontologico. La verità è sublime, è Nient'altro Che sublime. Sublime che Crea il sublime è il Sublime Abissale del Sublime che crea Sublime: lì il sublime giuoco giuoca con il sublime. Il sublime è spazio sublime nello spazio sublime che si crea la creazione del Períhýpsous-Sublime. Si crea consente il sublime sublime-che-Crea il sublime del sublime. Il sublime è sublime che-crea entità Sublime, sublime stabilità ontologica risonanza-absonanza dissonanza vuota: risuona lì la matematica sublime lì il giuoco giuoca senza perché con la morte del grande dio pan, crea Creata la "strana geometria del tempo" o stabile stabilità ontologica dello schema. Qui lo schema sublime del sé Sublime abissale è l'evento che crea la geometria del tempo senza perché per creare lì giuoco che giuoca in dissonanza quale stabilità ontologica Sublime. Crea giuoco che giuoca nello schema Sublime o sublime abissale o sublimia: il sublime abissale o sublime ontologico, il sublime semiurgico o sublime schemurgico del sublime o sublime poetante o sublime gotico del sublime nihil Crea lo schema del Sublime. Il sublime è l'evento che Crea il sublime creato o Sublime-Gothic. Il sublime abissale è l'essere evento della stabilità ontologica bleibendes sublime: Crea il sublime è lo spazio dello spazio sublime evento-spaziale-temporale sublime o sublime matematico. Matematica sublime dello schema sublime o Sublime Gothic. Il Sublime è l'evento che crea creato è il sublime quale stabilità ontologica al di là del nulla. È lo spazio sublime che si crea sublime-schema, il sublime evento quale schema sublime crea sublime nel sublime Abissale. L'estasi Sublime è l'evento sublime dell'estasi della chora sublime. Lì la chora crea la Chora sublime nel sublime del sublime. Evento sublime in sé o sublime dinamica lì evento schema ontologico. La sublime ontologia si crea quale evento sublime ontologia stabile dell'essere. L'evento ontologico si dà in sublime dinamica dell'essere o evento sublime della stabilità ontologica evento della Risonanza-absonanza abissale o evento abissale che è già essere abissale Lichtung, radura abissale che crea l'evento in fuga dalla metafisica. L'evento abissale teurgica abissale aldilà dalla
    metafisica, abissale evento già evento-teurgica abissale Dell'Assenza abissale è Nulla abissale. Nulleggia c’è l’abisso ove l’abissale vuota ousia senza fondo, ousia si dà risuonante dissonante c’è. Nulla ousia vuota là si Dà. È bleibendes? Si è? È Dov’è? Dov’è spazio ousia vuoto ousia? Nulla ousia? È spazio vuoto, crea il vuoto abissale, essere evento dell’essere-nihil stabilità senza-oblio senza-fine.
    L’oblio dell’essere è l’oblio dell’evento stabile. È Nihil. “Siamo sublimi nihilisti”. L'abisso si crea nell'evento abissale Essere Abissale è Dissonanza abissale o Abissale absonanza O essere stabilità abissale o essere-Abissale senza-Oblio. Essere-Abissale è L'Essere Abissale-di-sé È soggiorno Abissale niente-Abissale nihil-Abissale, stabilità radura abissale, singolarità abissale che crea risonanza-Absonanza che è stabilità ontologica. L'ontologia del nulla il nulla sublime è la stabilità ontologica sublime del nulla o ontologia del nulla sublime o stabilità ontologica o nulla sublime al di là dell'essente, è il fondamento dell'evento sublime dell'essere. Dio è sublime nulla o stabilità ontoteologica dell'essere sublime verità dell'essere è la verità dell'essere sublime, verità dell'essere evento sublime dell'essere. Nulla o nulla-sublime o ontologia del nulla sublime, stabilità ontologica dell'Ontologia del sublime o bleibendes stabilità ontologica del nulla là ove il nulla abfonda l'essere, là ove l'essere crea il nulla sublime o stabilità ontologica del nulla. È l'essere sublime nel nulla, è evento dell'essere schema, schema dell'ontologia del nulla: il nulla o evento dell'essere Sublime nel nulla del nulla è l'ontologia sublime del nulla. Il nulla sublime dal nulla è il nulla in Dio. La crea nel sublime, Dio crea o la Demiurgia-crea la mondanità dal nulla. Dio crea dal nulla nihil-sublime, nulla dal nulla, Dio crea il nulla, è il nulla che crea Dio. Crea il nulla Dal sublime? Crea il sublime Dal nulla, con il nulla, sublime dal nulla dal sublime nulla nulla-abfondato, abfondato-nulla che crea il sublime. È cromatica esserQui. È lì suono nella musica mondana, lì la musica è risonanza-absonanza nelle cattedrali senza inizio e senza fine. La musica è l'evento Sublime, è l'Evento abissale, o Chora-musica Abyssale. L'Abyssale Chora o Chora Abyssale risuona nella stabilità ontologica. La risonanza-absonanza dissonanza, è risonanza dissonanza Sublime, è la Filosofia della Musica Sublime. La risonanza-absonanza è il tempo del Sublime. La musica è il pensiero Sublime dell'exstasi musicale. Sublime è l'essere-la-musica o la filosofia della musica, la musica è l'esserci che cura, o il flusso della filosofia sublime, la poesia del tempo è il suono: la cura o melethè è musica poetica, poiesis divina o schema delle armonie exstatiche sublimi, il canto dell'essere armonioso è il flusso Sublime, è infinito Sublime della Divina Hera-chera-chora, o Demetra, o Persefone Sublime. L'Essere lì è il tempo dell'Essere. L'anima del mondo nel tempo nulleggia la Musica Sublime.
    Aristosseno È Abissale ci-si-dà cromodinamica musicale dell'essere. Lì il Sublime essere è l'essere evento Sublime. La musica crea gli eventi dell'Essere Sublime che risuona in risonanza-absonanza dell'essere poietico Sublime. Lì l'Essere evento dell'Essere Risonanza-absonanza dell'Essere è l' essere evento della verità dell'essere exstasi in risonanza-dissonanza cromodinamica dell'Essere. La Risonanza sublime poietica risuona nella spazialità e nella temporalità, si dà Sublime dell'essere transonanza quale risonanza-absonanza da sé, niente altro. La risonanza-absonanza abissale sublime dell'essere è l'evento del signore dell'essere. Sublime abfinita poietante musica dell'essere risonanza-absonanza.
    L'absonanza e dissonanza, o dissonanza Musicale matematica, la musica è evento cromatico exstatico, dissonanza exstatica della musica matematica è la dissonanza della musica, è la Musica sublime in musica cromodynamica dell'essere matematica musicale o Musica sublime. O Musica della stabilità Ontologica della risonanza e dissonanza musicale, Dissonanza dissonante Sublime. Dissonanza-absonanza sublime. Dissonanza-absonanza sublime della dissonanza o evento sublime della Dissonanza musicale, o dissonanza in risonanza-absonanza. La Dissonanza poetica è il sublime. Le dissonanze in dissonanza, o discordia o eristica o dissonanza nella dissonanza sono la dissonanza-absonanza.
    Nella dissonanza c'è contrasto, eristica in consonanza, c'è Dissonanza, dissonanza è la dissonanza sublime essere è Dissonanza evento del sublime abissale. Il sublime abissale dell'essere è il tragico sublime nel suo abisso. Nella tragedia il sublime tragico è Sublime abissale della verità sublime dell'essere abfinito: il sublime abissale è il sublime dell'essere è risonanza-absonanza tragica del sublime abissale. Il sublime abissale è la transonanza, è sublime dell'essere sublime abissale exstatico: l'abissale sublimità abfinita, il sublime abfinito è il sublime dell' essere abissale sublime. L’abissale sublime è il sublime abfinito della transonanza abfinita nel pensiero dell’abfinito. Sublime abfinito che crea quale sublime matematico o dinamico in risonanza-absonanza abfinità, si dà sublime della stabilità ontologica bleibendes abfinita nell'abfinità spaziale, il silenzio sublime abissale che crea l’essere catastrofico. Le sublimi catastrofi dell'essere evento creano eventi abissali, lì c'è la sublimità exstatica abissale senza fondo, sublime che crea l'essere exstasi. L’abfinita catastrofe del sublime o sublime singolarità exstatica, o sublime exstasi del sublime è exstasi sublime, è il tragico sublime in dissonanza exstatica, la catastrofe sublime, o nulla sublime. Risonanza-absonanza Sublime o abGrund Exstatico dell’essere, o l'essere che nulleggia e che si dà quale dissonanza abgrund dell’essere senza fondamento, o abgrund sublime, “fondo oscuro” che crea risonanza-absonanza dell'abfondatezza abissale, o è l'abfondatezza della Risonanza-absonanza Sublime che crea l’essere abGrund–Exstatico sublime in sé Risonanza-absonanza dell'essere abissale dal nulla, o dall’essere abissale sublime, abgrund in exstasi Sublime. La stabilità ontologica dell'essere sublime crea la musica dell'essere exstasi dell'essere abissale, si svela lì l'essere sublime o abfinito sublime dell'essere che crea eventi al di fuori di sé. Sublime è la musica sublime o risonanza-absonanza dell'abissalità sublime nell'essere sublime che svela l'essere abissale. È l'Essere dissonanza pleromatica dell'essere, per essere sublime essere evento dell'essere, o l'essere evento dell'essere nel tempo, o essere evento sublime dell'essere dissonanza. L'Essere crea il dio dell'essere senza fondamento, o dell'essere Sublime evento dell'essere, o bleibendes stabilità ontologica dell'essere exstasi abissale dell'essere dal nulla quale essere evento del Sublime nulla. L'essere crea la dissonanza abfinita, o dissonanza dell'essere, l'abgründ della filosofia. L'essere abgründ è l'essere Sublime abfinito, lì l'essere crea il nulla al di fuori in fuga dalla metafisica. Sublime abGrund senza perché per sé sublime senza perché. L'essere sublime crea la transonanza dal nulla, ò essere al di fuori, che è, che crea la Sublime abissalità, o abGrund in essere l'essere dio dell'essere. L'essere è il Sublime abissale.
    Risonanza-absonanza al di fuori del tempo, nulleggia lo spazitempo, nulleggia la physis, nulleggia l'Essere che crea nel tempo l'Essere nel Tempo o Dasein che crea, lì la voce del Dasein Risuona in quell'essere voce sublime, la voce dell'essere sublime crea l'essere-per-l'abisso. È la voce sublime della chora abissale Pleromaticà dal nulla, si crea dal nulla l'essere abfinito, nulla si crea nella Chora, è la dissonanza pleromatica nell'abgrund, l'essere dissonanza sublime dell'essere, è dissonanza abissale in fuga dalla metafisica. Si crea la risonanza-absonanza, l'Essere dissonanza o l'essere nel nulla si crea il nulleggiare sublime. Essere-nel-sublime o abgrund. L'essere è la transonanza che crea l'evento della transonanza Risonanza-absonanza dell' essere abGrund, sublime dissonanza dell'essere che risuona nell'essere evento Sublime dell'essere Chòra. L'essere evento è l'essere che crea l'essere sublime è sempre al di là della metafisica. L'Essere exstasi che crea sublime transonanza dell' essere nulleggia l'Essere abissale nel tempo dal nulla. È l’essere che crea dal nulla abfinito nell’essere Chora in sé l’essere Sublime o l'essere dissonanza dell’essere che crea l'evento nell’essere abissale Sublime. Lì l'Abissale essere è la Chora sublime quale abfinità dell'essere. È l’exstasi che crea fuori di sé Sublime Abissale nella dissonanza, Sublime abissale dell’essere Sublime in sé, senza perché ex nihil Risonanza-absonanza. È la dissonanza dell'essere Sublime abissale o l’essere Sublime exstatico dell’essere Sublime: c'è la Risonanza Abissale dell’essere Risonanza-absonanza Abissale quale exstasi dell’evento Sublime. La filosofia dell'essere risuona in risonanza-absonanza exstatica, è l'essere filosofia del Sublime abissale, o Exstasi Sublime della transonanza dissonanza che abfonda al di là del fondamento, è l'archegete della Chora che crea il nulleggiare.
    L'evento della Chora che crea la sublime poesia, la poesia dell'essere evento al di là della metafisica, quale Abissale Sublime che crea l'essere Nel sublime, Hölderlin crea il Sublime poetante. Risonanza-absonanza che svela la transonanza degli eventi abissali. L'essere svela l'essere Chora Abissale in Risonanza-absonanza abfinita. Lì l'Essere la Risonanza-absonanza Sublime della Dissonanza nel nulla in exstasì sublime senza perché, né demiurgia temporale quale essere abissale crea là l'evento in fuga dalla metafisica! La Filosofia infinita lì nulleggia, in sé nulla è, l'essere il pensiero Abissale senza perché, senza demiurgie divine. L'essere svela Abissi Sublimi in Risonanza-absonanza abissale Sublime. La Musica ondeggiante nelle Sfere Sublimi della transonanza è sublime abfinito. Lì risuona la sublime-natura abfinita senza demiurgia, è luminoso abisso di luce. Abisso Sublime che si crea al di sovra della kalos ousia, al di là della bellezza metafisica demiurgica. O essere evento sublime. Nulla sublime senza demiurgia metafisica. Sublime senza demiurgia. Sublime Chora senza demiùrgia che crea dal nulla. E' verità sublime senza perché. Sublime al di là della Demiurgia metafisica. Essere verità senza demiurgia: è vertigine sublime. Il Demiurgo è morto. Lì il nulla è Chora Sublime.
    O Sublime aldilà della bellezza metafisica demiurgica. Dà sé nello spazio Sublime, si dà exstatica. E' l'Essere Sublime Abissale. È musica in equilibrio stabile Abissale in risonanza-absonanza abfinita, o è dinamica dissonanza, lì si abcorda la stabilità ontologica dal nulla: o l'ontologia della musica di per sé abfinita, perché è divisibile in infinito Abissale. L'Essere chora, o chora-che-crea è la dynamis abissale matematica della stabilità ontologica Sublime. La chora crea singolarità abissali senza perché, singolarità senza eventi demiurgici. Hölderlin crea così il sublime poetante senza metafisica. Risonanza-absonanza quale schema sublime in Risonanza quale bleibendes stabilità ontologica dell'essere sublime pleromatica abfinita che Crea matematica sublime, presentemente assente nel sublime matematico. Le sublimi matematiche in transonanza abfinite dello spazio creano la fisica Sublime della Risonanza-absonanza Sublime nella Physis Pleromatica Ontologica Apeiron spaziale, abfondante la Fisica. Si Crea lì la stabilità ontologica Sublime in exstasi dinamica spaziale. La stabilità ontologica spaziale è la spazialità dell'essere sublime abfinito. Si Crea lì l’essere che Crea l’essere Sublime della Transonanza o Dissonanza o della Contesa, eristica, o dynamis sublime. Si Crea così il Sublime Essere quale Essere stabilità ontologica della transonanza, o stabilità Ontologica della dynamis sublime in Risonanza-absonanza dinamica spaziale. Nella Fisica infinita della natura l'eristica o Contesa, o dissonanza quale Contesa, giacché l'ypodoxè è l'intercettanza, o dissonanza nella natura ypodoxé senza demiurgia, quale natura dell'essere. Si Crea lì il mito della stabilità ontologica Sublime della physis-geometrica-matematica la più stabile, così la stabilità ontologica, o matematica, dà stabilità, è la stabilità dell’essere o natura del Mythos dell'essere-chora in sé e per sé, o origine di se stessa, lì è la stabilità ontologica, o quale ontologia al di là del tempo, o stabilità della natura o Chora SubliMe che si svela ontologica, ypodoxè o intercettanza è la natura ontologica della dinamica dell’essere sublime. L’essere è stabilità Ontologica bleibendes che differenzia l'essere ontologica dell’exstasi dell'essere luce infinita, è nulla dell'essere, è il sublime in sé o l’essere Chòra. L’essere dissonanza abfinita, o essere nulla natura del nulla, o essere-la-natura-Sublime dell'essere é la Physis Dell'Essere, o ypodoxè abfondata sublime. L’entità sublime della transonanza o Risonanza Sublime è Risonanza-absonanza spaziale abfinita della dissonanza schema della Risonanza-absonanza, o stabilità ontoteologica. L’essere là Crea sublime senza demiurgia, già Proclo svelò l'Ontologia della matematica delle entità matematiche, o della filosofia matematica che Crea risonanza matematica armonica infinita-absonanza: è natura che è di per sé stabilità ontologica che si crea in Proclo al di là del nulla, c’è la dissonanza ontologica matematica. O priva di metafisica demiurgica. Là è a-demiurgica, o lì c'è il nulleggiare ontologico, o a-logos, o dissonanza quale nulleggiare ontologico, o ipodoxè. L'armonica musicale quale nulleggiare quale dissonanza che nulleggia nella physis Chora abfinita, o alogos Physis musicale risonante o risonanza-absonanza quale dissonanza musicale che nulleggia. La Chora musicale quale musicale pleromatica vibra sonora nel tempo. O è frequenza di suoni acuti quale vibrare risonante, o chromodinamica ademiurgica Sublime in Risonanza-absonanza che riecheggia Pleromatica nei suoni, o colori celesti. Nulleggia lì exstasi sublime in dissonanza sublime abfinita. Così Aleggia la transonanza armonica della Musica armonica: o è dissonanza armonica nella Chora-ipodoxe musicale cosmica del Musicale spazio-temporale che nulleggia, o è Alogos ousia dello spaziotempo, o è al di là quale transonanza abfinita, o abfinità temporale cosmica abfinita al di là del tempo, senza perché, senz’altro, al di là del tempo, senza fine, Sublime che nulleggia. L’essere nulla, o nulleggiare Sublime ontologico Nella Natura, là vi è la dissonanza dell’essere Pleromatica.
    Si Crea così il nulleggiare dell'Alogos dell'essere eterno nulleggiare, quale Chora del Nulleggiare in Risonanza-absonanza: nulleggia nell’essere giacché é il Nulleggiare. Nel nulleggiare senza perchè, né demiurgia Risuona la dissonanza dell'essere, o dell'esserci senza-logos, o essere evento abissale che nulleggia, quale essere abissale o ypodoxè ipogea abfinita dell’essere in sé che nulleggia, o si inabissa instabile nell'essere abissale dell'essere eterna Risonanza-absonanza senza perché, Sublime abissale dell’essere transOnanza che nulleggia: o meglio nulleggia nella Fisica dei suoni, è l’interpretanza quale Nulleggiare abissale sublime lì ontologia del Nulleggia-absonanza della Chora abissale dell'essere lampeggia così la dissonanza naturale abissale in temporalità armonica, o è il nulleggiare abissale dell'essere la cavità abissale ombelicale abfinita della musica abissale del nulleggiare pleromatico. Nella cavità abissale, lì ove è fluire nel vuoto abissale, nella spazialità abissale, lì è spinto fuori e a sua volta spinge, o entra là, riempie lo spazio libero, va giù o innanzi nel vuoto abissale pleromatico, entra attraverso i fori abissali quale musica abissale, attraverso il passaggio dell'essere dissonante, nulleggia, si sottrae, la divina armonia fluttua nel vuoto abissale in dissonanza pleromatica. Il vuoto abissale nulleggia abissale, vuota abissale-sublime, lì c'è l'essere che si dà, lì si evoca la temporalità infinita. La risonanza pleromatica dell'essere è l'absonanza risuona in dissonanza pleromatica musicale, armonica che si dà lì quale armonia, Quale nulleggiare nell'armonia, l'armonica si dà quale natura abissale o musica dell'essere, è la musica dei sublimi eventi musicali. È il sublime abissale della transonanza, canto musicale in sé, è abissale abfinito. O è l' Essere dissonanza della dissonanza del nulleggiare abissale dell'essere. Lì è l'essere chora abissale, invisibile sublime abissale: nulleggia al di là il Sublime essere-nello-spazio-abissale, nulleggia l'abissalità Sublime della transonanza, o Sublime senza demiurgia metafisica, ma solo spazialità abissale del nulleggiare. Lì, senza Perché senza nulla, se non l'essere il non-essente abissale, o nulleggiare abissale, o l'oltressere abissale? Sublime nulleggiare. Sublime essere è la Musica della Chora Sublime, è la dissonanza Abissale pleromatica spazialità ontologica del nulleggiare abissale Sublime, il «nulleggiare» abissale, ontologia del nulla-absonanza, è la verità tragica dell’essere Sublime. La verità dell'essere è tragica senza perché: è il nulleggiare senza perché dell’essere dissonanza: essere sublime exstatica della transonanza abissale che
    nulleggia. Nulleggia l’essere abissale dell’Esserci creato: il nulla nulleggia in exstasi, o «fuori di sé» ma in sé e per sé, o exstasi Abissale che nulleggia o l'aporia pleromatica del nulla o «ontologia» del nulla. Il nulla senza perché nulleggia È il nulla che nulleggia dell'essere il nulla dell'essere, il nulla nulleggia abissale nulla dissonanza del nulla. Il «nulla» è Chora ontologica abfinita Abissale che Nulleggia lo spaziotempo Sublime. L'ontologia del nulla è essere-Sublime abissale dell'essere exstasi della dissonanza, è nulla abissale che Nulleggia: essere L'exstasi del nulla o nulleggiare del nulla abissale senza perché, è il nulla abissale dell'essere o l'exstasi dell'essere, perché nulleggia il nulla dell'essere. L'essere abissale nulla nulleggia pleromatica dissonanza Sublime abissale exstatico, è il nulleggiare Sublime. Perché il nulla «non è», nulleggia nell'essere o essere il nulla exstatico Abissale. L'essere nulleggia abfinito nell'ontologica dissonanza Perché è il nulleggiare dell'essere nulla che nulleggia. L'essere Sublime abissale si dà senza perché è e «non è». Chora in dissonanza che non è o nulla del nulla, o essere-il-nulla. Ma nulla è senza perché del nulleggiare, il nulla si abnulla, lì nulla non è più o nulla abissale, nulla dell'essere dissonanza. L' essere evoca l'abissale pleromatica dell'evento che nulleggia, lì l'evento Chorà nella singolarità infinita nulleggia, è l'evento della dissonanza o nulla-abissale, è nulla sublime nella singolarità abfinita-absonanza della musica, o della Risonanza-absonanza, è in sé già la dissonanza pleromatica Sublime, si dà nulleggia ontologico, è Chora exstatica abissale Sublime spazio-temporale, è sublime-nulla! L'ontologia del nulla è il nulleggiare Sublime senza perché: o nulleggiare ontologico. L'essere Sublime dell'Essere abissale o Dissonanza spazio-temporale abissale. La dissonanza spaziotemporale Sublime della natura è nulleggiare ontologico: è la dissonanza pleromatica o Dissonanza Sublime della verità che è la Dissonanza abissale. L'essere dissonanza nulleggia, è evento instabile del nulla Sublime che nulleggia, il nulla quale dissonanza dinamica del nulleggiare, è dal nulla, nulla è l'essere dissonanza abissale dinamica instabile infinita, o ypodoxè, nulla dell'essere: così si Crea l'ontologia del nulla o nulleggiare Dissonante del nulla-Dissonanza Sublime è l'essere dissonanza abissale dinamica che svela l'essere instabilità, o ypodoxè della dissonanza Sublime. Nulla è l'evento Nihil abissale, o Nihil della chora Nihil-dissonante, o instabilità dinamica, o nulla-Risonanza del Sublime che nulleggia: nihil è senza perché abissale sublime, o nulla singolarità dell'essere. La disSonanza abissale Sublime è nulla. La dissonanza si dà, o nulleggia nell'abissalità abfinita dell'essere dal nulla. Il nulleggiare abissale dell'essere è l'eventuarsi della Chora abfinita, è abgrund o dissonanza abissale dell'essere, è transonanza abissale che nulleggia senza perché, o è l'essere perché il nulla è l'essere Sublime nulleggiare abissale che si eventua dal nulla del nulla. La dissonanza abissale dell'essere nulleggia l'Armonia o la simmetria dell'essere il nulla. Dissonanza Dinamica del nulla, lì si dà il nulla abissale dell'essere. Abissalmente il nulla è nulla dissonanza, è Nulla dell'essere, nulleggia lì l'abissale nulla. Nulleggia lì l'essere vuota dissonanza dell'essere, o l'essere dissonanza abissale del nulla. Singolarità abissale abfinita al di fuori della armonia, si dà al di là del nulla Abissale-absonanza è melodia simmetrica stabile così è la musica, o il flusso infinito musicale o musica armonia Sublime, lì la musica è dissonanza pleromatica che nulleggia il pleroma o pleromatica spaziale musicale exstatica pleromatica. Il pleroma dei suoni o melodia che nulleggia la spazialità musicale che vibra in sintonia melodiosa musicale, si è in melodia musicale spaziale che ritmeggia o natura della melodia. La melodia geometrica simmetrica melodiosa è Spazialità musicale. La musica è insita nella natura è il nulleggiare al di là della musica dissonante o dis-corde oltre le dissonanze spaziali o musicali o spazi pleromatici musicali o disaccordi dissonanti, è la melodia in risonanza spaziale musicale, la risonanza-absonanza è musica o voce, è musica vocale in risonanza spaziale musicale consonante nella musica strumentale o nella musica in risonanza. La sublime musica risuona nell'essere Sublime musica dell'evento, si è nella vuota musica dinamica che dà la dissonanza nella risonanza, l'armonia nulleggia e vibra, è in Dissonanza nell'essere è musica dell'essere Chora exstatica dell' essere senza fine o musica dinamica degli eventi che nulleggiano la natura spaziale musicale o le vibrazioni risonanze, le dissonanze armoniche musicali nulleggiano la musica tonale, o la musica nella musica stabile ritmica, melodiosa o la musica stabilità di per sé musicale che è statica o consentita dalla musica risonante o verticale rivelata per riequilibrare la dinamica nella mus-absonanza. È dissonanza ontologica abfinita Abissale. C'è la Transonanza pleromatica Sublime o Physis. La Chora pleromatica Physis È la Dissonanza-absonanza della Physis. Nulleggia la Physis al di là della fondatezza abfinita, nulleggia lì l'evento dell'essere. È Dissonanza-absonanza che nulleggia nell'essere al di là dalla metafisica. Physis che nulleggia al di là dalla metafisica, è Physis abfinita che Nulleggia. La dissonanza-absonanza ontologica è in sé il Nulleggiarè. L'essere physis è la Chora Sublime dissonanza-dissonanza della natura senza perché, è l'oltre ragione che Nulleggia la dissonanza-absonanza. La dissonanza è l'essere che ritorna nella Chora Sublime abfinita, senza perché, è l'essere abfinito della natura dissonante, è l'essere Physis oltre la natura e al di là dalla metafisica, al di là di sé, è l'abfinito, è Tempo che nulleggia, è il niente del nulla, è il nulleggiare abfinito. Infinità che nulleggia o abfinito nulla sublime. Nulla dell'essere. Nulleggia lì l'essere abfinito nulla dal nulla: nulleggia il Sublime dell'essere Physis. L'essere svela la verità Extatica: è la Chora spaziale, armonica spaziale dell'essere Chora che crea sublime, lì si dà il nulleggiare delle dissonanze. Il vuoto della Chora Sublime, nulla natura della natura del nulla pleromatico o natura in dissonanza armonica o Physis in dissonanza. È Physis che crea la dissonanza dinamica svela l'essere Pleroma. L'ontologia della Physis Sublime svela l'Exstatico Essere Chora exstatica. Nell'essere Dissonanza-absonanza si dà Sublime , è di per sé nell'essere sé, che è il nulleggiare o nulla naturale, è l'essere abissale o è in sé Sublime, è dissonanza-absonanza, è l'essere dell'essere Dasein che crea in Dissonanza-absonanza. L'essere è al di fuori del tempo, è al di là dell'essere-nel-tempo è l'essere dell'essere Sublime. È il nulleggiare del nulla o l'essere abfinito del nulla-abSonanza Sublime o l'essere-per-l'essere dissonanza, o Dissonanza con flussi abissali, musica delle Muse dell'essere. Stabilità ontologica bleibendes musicale della filosofia musicale, o spazio sonoro armonia, armonia musicale-matematico musica, melodia e armonia musicale della musica in sé essere che crea l'essere vuotezza, musica della musica verità dispiegarsi della verità della musica ontologica. La musica in sé abfinita è suono-evento dell’ essere dissonanza-absonanza di eventi cromodinamici della stabilità ontologica. Musica è Nulla dell'Essere dinamica della musica nella musica Nulla-essere armonia la musica è canto che risuona, è la dinamica d'essere per l'Essere nella Musurgia. La musica è sublime fluido elastico vocale risonante nella Physis Dissonante acustica spaziale, la musica è la luce, dà suoni musicali, dà da sè il suono, dà sonorità all' interno è l'essere dei suoni musicali. Il suono è l'evento della dissuonanza schema della musica dell'essere, la musica risonanza-absonanza della musica pleromatica. Nella musica la natura è spazio che crea. La musica è l'evento della musica dell'essere che nulleggia abissale. La natura si dà nel nulleggiare la musica Abissale o che nulleggia o è il nulleggiare che c'è nel nulleggiare Musicale o Musica è suono nel ritmo, è sublime pleromatico. Nella musica è la cromodinamica dell'essere che si dà nell'essere musica Vuota abfinita che nulleggia, è il risuonare musicale silenzioso dell'armonia al di là dell'essere risuonate in dissonanza musicale, è l'essere che echeggia nella musica abfinita o in bleibendes Musica Poetante in Hölderin. L’evento dell'essere evento nulleggia l'evento: è sempre al di là della risonanza quale Dasein che crea la verità dell’essere che si dà in Dissonanza-absonanza....

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  1. È metagrammarapsody fenoumenometagrammy metagrammaraduranza... “meta-grammaradura”
    Mitogrammy “ Mythontology” Metagrammeventy.... domanda preconcetta dell'Essere potrebbe essere letta come un sé -sufficiente significato di tutti i significanti, così la primordiale verità ineffabile di Lacan è la sua garanzia. Derrida rende esplicite le connessioni heideggeriane: la verità – tagliata da [o adulterata con, coupée de] – è costantemente determinata come rivelazione, non-velatura, cioè: necessariamente come presenza, presentazione del presente, “Essere dell'essere” ( Anwesenheit) o, in un modo più letteralmente heideggeriano, come l'unità di velare e svelare. Il riferimento ai risultati del progresso di Heidegger è spesso esplicito in questa forma (“l'ambiguità radicale indicata da Heidegger nella misura in cui verità significa rivelazione” [Ec] 166, “la passione per la rivelazione che ha un oggetto: la verità “[Ec] p. 193, ecc.) (Pos F 117, Pos E II.43) Freud aveva dato” un nome metafisico “alla radicale alterità che abitava la psiche – l'inconscio. A Derrida sembra che, nonostante abbia dato (lxiv)) all'inconscio la struttura di un linguaggio, Lacan ha escogitato trincerare le suggestioni metafisiche di Freud facendo dell'inconscio la sede della verifica e della “verità”. Lacan parla spesso e lunghezza del “vero soggetto dell'inconscio” (Ec 417) e della “verità” dell'inconscio come “causa” della sintomatologia significante del soggetto. L'analista interpreta l'enonciation distorta (evento del discorso) del sintomo del soggetto nel vero énoncé (evento paradosso-paradigma-Grammy L'Essere
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  1. È paragramma È Lì essere” conosciuto “ da chi parla o da chi ascolta, attraverso l'intuizione diretta. Derrida, “seguendo la logica e la necessità di queste [Husserl's] distinzioni “(VP 102, SP 92), disimpegna una proposta più radicale: .... non solo [ha] significato. . . . non implica essenzialmente l'intuizione dell'oggetto ma ... esso essenzialmente lo esclude. . . . La mia non percezione, la mia nonintuizione, la mia assenza di hic et nunc sono detto da quella stessa cosa che dico, da ciò che dico e perché lo dico .... L'assenza di l'intuizione, e quindi il soggetto dell'intuizione, non solo è tollerata dalla parola; è richiesto dalla struttura generale del significato, se considerato di per sé. È radicalmente ((Liii)) requisito: la totale assenza del soggetto e dell'oggetto di una dichiarazione – la morte dello scrittore e / o la scomparsa dell'oggetto che è stato in grado di descrivere – non impedisce un testo da “Significato” qualcosa. Al contrario, questa possibilità dà origine al significato in quanto tale, lo dà per essere ascoltato e letto (VP 102, 108; SP 92-93) La struttura dell'alterità (alterità e assenza di significato o di sé) deve essere operativa all'interno il segno per farlo funzionare come tale. Ma Husserl non è in grado di articolare completamente questa struttura-traccia di espressione, che il suo testo suggerisce: “Il tema della piena 'presenza', l'intuizionista imperativo [l'espressione deve essere soddisfatta attraverso l'intuizione] e il progetto di conoscenza continua a comandare – a distanza, dicemmo – l'intera descrizione. Husserl descrive, e in un solo e medesimo movimento, l'emancipazione del discorso come non conoscenza. “(VP 109, SP 97) L'imperativo intuizionistico funziona curiosamente nel caso della parola “I.” Husserl non lo farà accordagli la possibilità di essere pronunciato senza essere conosciuto intuitivamente. Le premesse di Husserl dovrebbero sancire il nostro dire esattamente il contrario. Proprio come non ho bisogno di percepire per capire una dichiarazione sulla percezione, quindi non c'è bisogno di inuit l'oggetto in cui mi trovo per capire la parola io ... Se la percezione accompagna o meno la dichiarazione di la percezione, indipendentemente dal fatto che la vita come auto-presenza accompagni l'enunciazione dell'Io, è tranquilla indifferente rispetto al funzionamento del significato. La mia morte è strutturalmente necessaria per la pronuncia dell'io . . L'anonimato dell'io scritto, l'immortalità [mancanza di proprietà] di cui scrivo, è, contrariamente a quanto dice Husserl, la “situazione normale”. (VP 107-08, SP 96-97) Così Derrida “produce” una lettura apparentemente più anti-husserliana di Husserl: per Husserl, come abbiamo visto, la voce – non un discorso empirico ma la struttura fenomenologica del la voce è la prova più immediata della presenza di sé. In quel silenzioso monologo interiore, dove non è necessario introdurre nessun significatore materiale alieno, pura auto-comunicazione (autoaffezione) è possibile. Derrida mostra che, se la teoria husserliana viene seguita rigorosamente, a la procedura che Husserl stesso non è disposta a intraprendere, la struttura del discorso o della voce lo è visto essere costituito dalla necessaria assenza sia dell'oggetto che del soggetto. È costituito, in altre parole, dalla struttura della scrittura: “L'autonomia del significato con riguardo alla cognizione intuitiva. . . [che] ha stabilito Husserl. . . ha la sua norma nella scrittura. “(VP 108, SP 96-97) (Derrida sosterrà, a pagina 6o passim (40) della Grammatologia, che Saussure anche non è in grado di accettare la non intuizione come norma, ma deve vederla come “crisi”.) Tale è l'intimo gioco di Derrida con il testo di Husserl: sempre per produrre la contromisura della copertura protettiva di quest'ultimo. Forse tutti i testi sono almeno il doppio, contenente all'interno loro stessi i semi della loro ((Liv)) struction. Nel caso di Husserl, la dualità si mostra in una trasparenza straordinaria. “Un motivo sottostante . . disturbare [s] e contestare la sicurezza di. . . [le] distinzioni tradizionali [fatto nel testo di Husserl] dall'interno. “(VP 92, SP 82; corsivo mio) (Anche se non aveva fatto un tema di ... il lavoro di differenza nella costituzione di senso e segni, lui in fondo ha riconosciuto la sua necessità. “(VP 114, SP roi, corsivo mio) Senza dubbio lo sforzo di aiutare Il discorso di Husserl dehisce affina i pensieri di grammatologia di Derrida. Ma il la relazione tra i due è interpretativa in-termina e non ha posto in una prefazione. Discorso e Fenomeno, lo studio di Derrida su Husserl, è quindi un testo filosofico di accompagnamento lo studio di Rousseau nella Parte II della Grammatologia). L'ombra di Hegel su Derrida è diffusa e gigantesca. Perderemo di vista il provvisorio profili del libro Grammatologia se perseguiamo indefinitamente gli antenati più remoti del nome comune “grammatologia”. La discussione di Derrida su Hegel, “il primo filosofo di scrittura, “in Grammatologia e” Le puits et la pyramide: introduzione alla smiologia di Hegel “(MP 79.-127) è esplicito e chiaro. Ci prepara per il gioioso e magnifico scucire alcuni testi hegeliani in Glas. È un'intertestualità intima a cui io diretto y la nostra attenzione, e qui finisce. Parlerò un po 'di Hegel verso la fine di questa prefazione. Lasciamo infine dire che, in questo quadro, il conteggio dei nomi propri dei predecessori deve essere riconosciuto come una finzione conveniente. Ogni nome proprio stabilisce un sé sovrano contro l'anonimità della testualità. Ogni nome proprio finge che sia l'origine e la fine di una certa collocazione di pensieri che possono essere unificati: “I nomi degli autori o delle dottrine non hanno qui alcun valore sostanziale. Non indicano né identità né cause. Sarebbe frivolo pensare che “Descartes”, “Leibniz”, “Rousseau”, ecc. Siano nomi di autori, di autori di movimenti o dislocamenti che designiamo così. Il valore indicativo che attribuisco a loro è prima il nome di un problema “(147-48 99). I nomi propri non sono altro che “contrazioni metonimiche” utili. III “Strutturismo” è il nome delle problematiche che riconosciamo più facilmente sulla scena europea degli anni sessanta. Qual è la relazione di Derrida con lo strutturalismo? Le definizioni dei movimenti del pensiero sono sempre contingenti e pro-visionali. Qui, per l'esposizione, userò una definizione stenografica: ((lv)) lo strutturalismo è un tentativo di isolare le strutture generali dell'attività umana. Quindi lo strutturalismo di cui parlo è in gran parte lo studio della letteratura, della linguistica, dell'antropologia, della storia, della socio-ecnomica, della psicologia. Una struttura è un'unità composta da pochi elementi che si trovano invariabilmente nella stessa relazione all'interno della “attività” descritta. L'unità non può essere scomposta nei suoi singoli elementi, poiché l'unità della struttura è definita non tanto dalla natura sostanziale degli elementi quanto dalla loro relazione. Quando Aristotele descrisse la tragedia come “l'imitazione di un'azione che è seria e anche, come di magnitudine, completa in se stessa .... con incidenti che suscitano pietà e paura, per realizzare la sua catarsi di tali emozioni “, stava descrivendo la struttura attiva della tragedia. Conosciamo la “descrizione” psichica di Freud in termini di strutture narcisistiche ed edipiche. Nelle parole di Roland Barthes: “. . . per trovare in esso [l'oggetto] certi frammenti mobili la cui situazione differenziale genera un certo significato; il frammento non ha significato in sé, ma è tuttavia tale che la minima variazione operata nella sua configurazione produce un cambiamento nel tutto. “55 Derrida, come Nietzsche, lo troverebbe semplicemente sintomatico del desiderio umano di controllo di isolare tale” unità “in un” oggetto “nel modo più provvisorio:“. . . . uno studio strutturale delle nozioni storiche, delle istituzioni. . . . Come sono organizzati questi elementi nell '“ensemble storico”? Cos'è rapsody ParaGrammy. Paragramma È

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  1. “ePygrammontology grammontologia del grammèventy”. La grammatica è il marchio scritto, il nome del segno “sous rature”. “Logos” è ad una “legge” estrema e all'altra “phonè” – la voce. Come abbiamo visto, la grammatica mette in discussione l'autorità della legge, decostruisce il privilegio della parola pronunciata. La parola “Grammatologia” mantiene così in modo appropriato una contraddizione irrisolta. Derrida espone il significato di questa contraddizione nella sezione del nostro libro intitolata “Della grammatologia come scienza positiva”. E i testi di Nietzsche, Freud e Heidegger sono il pre-testo di questa contraddizione. ((li)) (L'importanza del testo di Edmund Husserl per Derrida risiede proprio nel suo conflitto di sé. Husserl sembra a Derrida un soppressore più che generalmente risoluto dei suggerimenti grammatologici più che astuti impliciti nel testo husserliano. È ovviamente inutile tracciare l'origine di un particolare pensiero: “Sappiamo che la metafora che descrive correttamente la genealogia di un testo è ancora proibita” (iØ, 101). Tuttavia, ci si potrebbe chiedere se il pensiero di “scrivere” in Derrida non sia una sorta di risposta alla domanda di “geometria” in Husserl. Come ho accennato, il primo libro di Derrida è una traduzione e introduzione alla “Origine della geometria” di Husserl. La domanda posta da Husserl è precisamente una questione di relazione tra strutture soggettive e oggettive. Come possono le forme di un'oggettività assolutamente ideale – l'essenza della geometria (non i sistemi reali della geometria) sorgere all'interno delle strutture del soggetto? Alla fine della sua lunga introduzione, Derrida suggerisce che la risposta di Husserl, se “prodotta” pienamente, sarebbe che la possibilità di obiettività è presentata all'interno della auto-presenza del soggetto. L'oggetto ideale del soggetto trascendentale è se stesso. Nella contemplazione di se stesso, il sé non può rimanere entro la “semplice ora di un presente vivente”, deve darsi una storia, differenziarsi da sé attraverso uno sguardo all'indietro che rende possibile anche uno sguardo in avanti: “Una coscienza originaria di il ritardo può avere solo la forma pura di anticipazione .... senza questa [consapevolezza] ... discorso e storia [e la geometria come possibilità di storia] non sarebbe possibile. “Attraverso queste nozioni di auto-differenziazione e di sé -postponement, Husserl sembra lanciare l'idea della differenza: “La differenza originaria dell'origine assoluta. . . è forse ciò che è sempre stato detto attraverso il concetto di “trascendentale”. . . Questa strana processione di un “Rückfrage” [il controllo posteriore], è il movimento tracciato in “The Origin of Geometry”. 53 L'idea è forse presente in Husserl, e se è così, è solo delineata. Perché, come vedremo più avanti nella mia discussione sul fonocentrismo, Husserl circonda questa idea di differenza con un soggetto costituente, un soggetto che genera ed è quindi l'origine assoluta della struttura della differenza. Per vincere il pensiero di Husserl, che delinea a malincuore le strutture della grammatologia, in discorso grammatologico, si dovrà intraprendere una riscrittura massiccia: “Questa determinazione della 'soggettività assoluta' lo farebbe. . . dobbiamo essere cancellati non appena concepiamo il presente sulla base della differenza, e non il contrario. Il concetto di soggettività ((11)) appartiene a priori e in generale all'ordine del costituito [piuttosto che il costituente] .... Non esiste soggettività costituente. Il concetto stesso di costituzione stessa deve essere decostruito. “(VP 94 n., SP 84-85 n.) Non solo nel campo della soggettività, ma anche nel campo della conoscenza oggettiva, Hè che dopo tutto è catturato e trattenuto dal recinto metafisico anche se lo interroga, che il suo testo, come tutti gli altri, è aperto a un'interpretazione che ha fatto molto da descrivere? Non riesce ad applicare perfettamente la sua teoria, perché l'applicazione è riuscita per sempre differito. La differenza / scrittura / traccia come struttura non è meno di un'articolazione prudente del gioco di conoscenza e dimenticanza di Nietzschean. (Dopo questa scrittura, ho ascoltato le conferenze ancora inedite di Derrida su Francis Ponge e Heidegger, consegnato a Yale nell'autunno del 1975. Egli stesso apre la questione della differenza e la padronanza lì come la domanda del desiderio di decostruzione. Presento la sua argomentazione brevemente alla fine della Sezione IV.) Derrida riceve da Freud un vero metodo di decifrazione anche in senso stretto. Uno importante distinzione tra il metodo heideggeriano di “distruzione” (vedi pagina xlviii), e La “de-costruzione” di Derrida è l'attenzione di quest'ultimo ai dettagli minuziosi di un testo, non solo alla sintassi ma alle forme delle parole in esso. Derrida è affascinata dal concetto di Freud i sogni possono trattare le “parole” come “cose”. Il metodo analitico utilizzato nella Parte II del La grammatologia rimane conservativa da questo punto di vista e generalmente onora la struttura della parola in quanto tale. Iniziare con ((Xlvi)) La dissertazione, tuttavia, Derrida comincia a notare il gioco della rivelazione e dell'occultamento alloggiato all'interno di parti di singole parole. La tendenza diventa pervasiva in Glas, dove il i singoli fonemi / grafemi che costituiscono le parole sono spesso evocati in un indipendente danza. Der-rida spinge fino all'estremo metodo freudiano di frequentare il “Sintassi” di un testo onirico. Dò sotto il riassunto scheletrico di Freud dei ricchi e dei complessi metodo. In The Interpretation of Dreams, elenca le quattro tecniche utilizzate dal lavoro onirico di l'apparato psichico per distorcere o “rifrangere” il pensiero onirico (contenuto psichico) per produrre la sceneggiatura pittografica del sogno: condensazione, spostamento, considerazioni di rappresentabilità e revisione secondaria. “Condensazione” e “dislocamento” possono essere retoricamente tradotto come metafora e metonimia.46 Il terzo elemento nella lista punta al tecnica che distorce un'idea in modo che possa essere presentata come un'immagine. La descrizione di Freud di il quarto elemento ricorda le parole di Nietzsche sulla volontà di potenza che cerca di preservare l'unificazione, così come la descrizione di Derrida del testo in generale: “Un sogno è un conglomerato che, per fini di indagine, deve essere suddiviso ancora una volta in frammenti. ... Una forza psichica è al lavoro [viene visualizzato, äussert] nei sogni che crea questa apparente connessione, che . . . sottopone il materiale prodotto dal lavoro onirico a una “revisione secondaria”. “(GW II-III. 451-52, SE V. 449) Riapro la questione di Freud e testualità a pagina Ixxvi. Questa nozione che il testo verbale è costituito dall'occultamento tanto quanto la rivelazione, che il l'occultamento è esso stesso una rivelazione e viceversa, porta insieme Nietzsche e Freud. Freud suggerisce inoltre che dove il soggetto non ha il controllo del testo, dove il testo appare supersmooth o superclastico, è dove il lettore dovrebbe fissare il suo sguardo, in modo che non lo faccia semplicemente leggi ma decifra il testo e vede il suo gioco all'interno della testualità aperta del pensiero, della lingua, e così via all'interno del quale ha solo un contorno provvisoriamente chiuso. Prende questa nozione così: “C'è spesso un passaggio anche nel sogno più completamente interpretato che deve essere lasciato oscuro. . . . A quel punto c'è un groviglio di pensieri onirici che non possono essere svelati e che inoltre non aggiunge nulla alla nostra conoscenza del contenuto del sogno. “Derrida's “Avanzare” su Freud qui può essere formulato così: questo groviglio non può essere svelato in termini di, e non aggiunge nulla al contenuto del testo onirico entro i limiti stabiliti da se stesso. Se, tuttavia, non abbiamo nulla di cui l'identità putativa del testo o del sogno, quel passaggio è dove possiamo individuare provvisoriamente il momento del testo di trasgredire le leggi apparentemente si sistema per se stesso, e così disfa-decostruisci-lo stesso testo. Questo illumina le linee dentro Freud che segue il passaggio sopra: “Questo è l'ombelico del sogno, il punto in cui raggiunge giù nell'ignoto. I pensieri dei sogni ... non può . . . hanno dei finali definiti: loro sono destinati a ramificarsi in ((Xlvii)) ogni direzione nell'intricata rete del nostro mondo di pensiero. “(GW II-III .530, SE V. 525) È difficile mettere in evidenza la relazione stretta ma necessariamente obliqua tra Freud e I metodi di interpretazione testuale di Derrida senza entrare nei dettagli estremi. Tuttavia, come Lo stesso Derrida osserva, Of Grammatology e i suoi primi testi si limitano a inaugurare il partecipazione ad un'intertestualità specificamente freudiana. L'investimento erotico di scrivere in i bambini detengono il suo interesse in una lunga nota a pagina 132 (333). L'elaborazione del tematiche di mastur la scrittura e la scrittura, del marchio di integrarità nella catena delle mamme-costituzioni, come li individua Derrida nel testo di Rousseau, sono psicoanalitiche solo in un senso molto generale. Ovviamente dovrebbe essere abbondantemente chiaro che, anche su un piano così generale, Derrida non userebbe un metodo psicoanalitico per condurci a “un significato psico-biografico il cui legame con il significante letterario diventa allora perfettamente estrinseco e contingente” (228-229). , 159). Infatti, già in questo primo lavoro, Derrida sollecita l'importanza, per la grammatologia, di una psicoanalisi che si è liberata da un atteggiamento che considera tutta la testualità come una fonte superfluo di evidenza sostanziale. L'uso delle strutture sessuali della psicoanalisi come strumento di interpretazione diventa costantemente più marcato nell'opera successiva di Derrida. Il saggio su Nietzsche, commentando “la questione dello stile” come “questione della donna” è un esempio. E Derrida-Freud è il più inquietante nel suo in Glas. Mi occuperò della modifica di Derrida del tema della castrazione in connessione con la sua lettura di Jacques Lacan. Derrida ci ammonisce in una lunga nota a “Freud e la scena della scrittura” che, l'istituzione della grammatologia attraverso il riconoscimento della “repressione” sistematica della scrittura in tutta la storia dell'Occidente non può essere presa come uno sforzo psicoanalitico su scala macrocosmica. Perché la necessità di Freud di descrivere la coesistenza del (almeno) doppio testo della psiche in termini di contenuti latenti e manifesti, o addirittura di repressione e sublimazione, è essa stessa catturata all'interno di quella terminologia sospetta delle opposizioni binarie; e inoltre, il modello stesso di repressione in un individuo può essere possibile solo a causa del suo bisogno di rifiutare tutto ciò che è riconosciuto essere abitato dalla struttura della scrittura: la castrazione (la perdita del controllo), l'invidia del pene (la paura dell'assenza ). Presenterò in seguito le controargomentazioni di Derrida – disseminazione e l'imene. Eppure Freud non può essere scartato di mano. Forse lui stesso sentiva questa necessità di rifiutare la scrittura? Derrida conclude “Freud e la scena della scrittura” con questa citazione da “Inibizioni, sintomi e ansia” di Freud: “Non appena la scrittura, che comporta la fuoriuscita di un liquido da un tubo su un pezzo di carta bianca, assume il significato di copulazione, o non appena il camminare diventa un sostituto simbolico per calpestare il corpo di madre terra, sia la scrittura che il camminare sono fermati perché rappresentano l'esecuzione di ((xlviii)) un atto sessuale proibito. “(GW XIV 116, SE XX 90) Nel frattempo, la parola contro Freud rimane: “Necessità per un'immensa opera di decostruzione di questi concetti e le frasi metafisiche che si condensano e si sedimentano lì”. (ED 294) Questa può essere davvero la parola sostenuta contro tutti gesti di resa ai precursori: come segui, anche decostruisci, perché, come decostruisci, devi seguire. Io mantengo . . . che il testo di Heidegger è di estrema importanza, che costituisce un progresso senza precedenti, irreversibile e che siamo ancora molto lontani dall'aver sfruttato tutte le sue risorse critiche. . . . [Eppure ci sono] proposizioni il cui disordine ha. . . mi ha sconcertato. Per citare un esempio, “la grammatica di Derridia è” modellata “, nei loro ampi contorni, sulle metafore heideggeriane, che tentano di” decostruire “sostituendo la” presenza del logos “l'anteriorità di una traccia; la sua grammatica si trasforma in teologia basandosi sulla traccia come loro “base”, “fondamento” o “origine”. “(Pos. F 73, 70, Pos EI 40, 39-40) Contro Elisabeth Roudinesco, che cita sopra , Derrida afferma la sua relazione con Heidegger e mette in guardia contro false descrizioni di esso. Ho già preso in considerazione il suo coinvolgimento e riscrittura del “sous rature” heideggeriano e il suo uso di Heidegger come prospettiva su Nietzsche. Ora guardo brevemente un altro aspetto della riscrittura di Heidegger da parte di Derrida: il metodo di decostruzione praticato dalla metafisica heideggeriana. Ciò che Derrida esita nella descrizione di Roudinesco è che una “grammatologia” – la coscienza dell'abbandono della traccia – dovrebbe essere descritta come modellata su una “metafisica” – coscienza della presenza; che dovrebbe essere chiamata “on-theology” -cienza dell'essere e di Dio come presenze regolative, che il segno “traccia” di anteriorità radicale dovrebbe essere erroneamente definito “origine”. Noteremo ed eviteremo questi errori; e continua a dire, così come Derrida della “differenza”: “Stabilendo questa relazione tra una metafisica heideggeriana e un sistema generale [grammatologia],” Derrida “cambia e ricomincia il vero progetto della filosofia.” (MP 21 , SP 151) Heidegger punta già verso la relazione tra i suoi metodi, e quelli grammatologici, ignorando, nella sua pratica di lettura, l'assoluta autorità del testo. Quando Heidegger “legge” Hegel, o Kant, o Nietzsche, alla lunga egli “non esamina [ciò] non ciò che [l'autore] dice” ma – nota la costruzione passiva, il ritiro dell'autorità dal sovranoepigrammantissa…GRAMMAOntoLOGY Grammantyx stringluonepygrammatryx Gramrnontology ontopologrammatryx nullarepygrammontopologica dà tranxepygrammontopologico tranxepygrammy lymphontopologico Grammontology: “È creatonty è giài morte: sublimepygrammy différance “: “differenziamo”, “differenziamo lì,differenza-différance”, differenza “onto'evento” Al di là essere-fenoumenologia, è “sé” è-essere-l'oblio-dimenticanza dimenticanza – È ..autore- “ciò che si ottiene”. (KPM G 193, KPM E 221) Pensa al proprio compito come un “allentamento” della “tradizione indurita” di “ontologia” da una “distruzione positiva”, una “distruttiva” retrospettiva della storia dell'ontologia “che” mette a nudo il carattere interno o sviluppa ((xlix)) “di un testo. (KPM G 194, KPM E 222) (È interessante notare che, nella prima versione pubblicata di De la grammatologie, Derrida usa la parola “distruzione” al posto di “decostruzione”.) Descrivendo la procedura di Derrida, Paul de Man ci dà qualcosa di molto vicino a questi passaggi heideggeriani: “Il suo testo, come dice lui così bene, è l'annullamento di un costrutto. Per quanto possa sembrare negativo, la decostruzione implica la possibilità di ricostruire. “48 Poiché l'autore si immagina sovrano, c'è un punto, suggerisce Heidegger, in cui la sua stessa concezione del testo lo acceca:” Cartesio ha dovuto trascurare la domanda di Essere del tutto “; “La dottrina dello schematismo. . . Dovevo rimanere chiuso a Kant. “49 Come l'analista che si muove con il paziente nell'oscillazione di un” transferencerelationhip “, il critico decostruttore deve” liberare e. . . salvaguardare “i poteri intrinseci” di un problema. “(KPM G 185, KPM E 211) Nelle parole di Derrida: Leggere deve sempre mirare ad una certa relazione, non percepita dallo scrittore, tra ciò che comanda e ciò che non comanda del schemi del linguaggio che usa. Questa relazione non è una certa distribuzione quantitativa dell'ombra e della luce, della debolezza e della forza, ma una struttura significante che la lettura critica deve produrre. . . . [Senza] tutti gli strumenti della critica tradizionale,. . . la produzione critica rischierebbe di svilupparsi in qualsiasi direzione e si autorizzerebbe a dire quasi tutto. Ma questo parapetto indispensabile ha sempre protetto, mai aperto, una lettura (227, 158). Smontare, produrre una lettura, aprire la testualità di un testo. Der-rida condivide queste linee guida procedurali con Heidegger. Freud ha contribuito a spingere ulteriormente la procedura, dandogli alcuni mezzi per localizzare l'ombelico del testo, per così dire, il momento che è indecidibile in termini di apparente sistema di significato del testo, il momento nel testo che sembra trasgredire il suo proprio sistema di valori. Il desiderio di unità e ordine costringe l'autore e il lettore a bilanciare l'equazione che è il sistema del testo. Il lettore decostruttivo espone la struttura grammaticale del testo, che la sua “origine” e la sua “fine” sono date al linguaggio in generale (ciò che Freud chiamerebbe “il mondo sconosciuto del pensiero”), individuando il momento nel testo che ospita lo sbilanciamento dell'equazione, il gioco di prestigio al limite di un testo che non può essere perso semplicemente come una contraddizione. Nella lettura della Grammatologia di Rous-seau, questo “momento” è la parola a doppio taglio “supplemento”. In La pharmacie de Platon, è la parola a doppio taglio “pharmakon” così come l'assenza della parola “pharmakos”. “Nella breve lettura di Aristotele della Fisica IV di Derrida, è la parola disumana” ama “, che porta il peso della differenza. (Dis 69-197, MP 31-78) Una differenza importante tra Heidegger e Derrida risiede nei loro concetti di tempo. Attraverso una delicata analisi che non cercherò di ri ((l)) produrre qui, Derrida dimostra che, sebbene Heidegger avrebbe purificato Kant e Hegel – effettivamente quello che Heidegger vede come l'intera tradizione aristotelica – del “concetto volgare del tempo” – non può esserci alcun concetto di tempo che non sia catturato all'interno della categoria metafisica: “desiderando produrre quell'altro concetto, si vede rapidamente che sarebbe stato costruito con altri predicati metafisici o su-teologici.” (MP 73) 50 Heidegger prende uno scorcio di questo attraverso il suo passaggio dall'essere “. Allo stadio di Sein e Zeit, tuttavia, Heidegger pensa ancora al” tempo “come quello che” deve essere esplicitato originariamente [einer ursprünglichen Explikation] come l'orizzonte per il comprensione dell'Essere. “51 Il tempo è ancora il modello di pura auto-affezione, in cui qualcosa di ideale – Essere come tale – viene prodotto senza doversi relazionare con un oggetto. (Derrida mette in discussione l'autoaffetto e suggerisce che porta sempre già un elemento irriducibile di etero-affetto, desiderante e relativo a un'alterità, che in questo caso è la questione dell'essere o dell'essere in fase di cancellazione.) Per il precedente Heidegger , quindi, la “questione dell'essere”, come sottolinea Derrida in “Ousia et grammè”, sembra intercambiabile. Al tempo di Der Spruch des Anaximander, 52 Heidegger stesso vede l'Essere come precostituito e non riconoscibile, e la presenza apparentemente significata in un testo è vista come l'unico mezzo per indicare la lingua sulla traccia cancellata (MP 76-77). Heidegger è ormai arrivato all'uscita dall'essere, e non trova il significato di essere nella temporalità. Ma il tempo stesso sembra più efficacemente cancellato per Der-rida attraverso la suggestione freudiana secondo cui il tempo è la percezione discontinua del meccanismo psichico. Nietzsche, Freud, H eidegger. Tutti e tre si occupavano di un problema che Heidegger avrebbe articolato così: “Più originale [ursprünglich] dell'uomo è la finitudine del Dasein in lui.” (KPM G 207, KPM E 237) Tutti e tre i proto-grammatologhi. Nietzsche un filosofo che tagliò il terreno del sapere. Freud uno psicologo che mette in discussione la psiche. Heidegger un ontologo che ha messo l'Essere sotto cancellazione. Fu per Derrida “pro-durre” il loro potere intrinseco e “scoprire” la grammatologia, “Grammantyx grammontologia grammontology È

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  1. epYGrammangoscia myraGgrammotology”Essere”grammontopology ontopologica; ancora dà il quadro topologico più grande utilizzo; il tipico gioco di prestigio di “sous rature”. Non solo scrive che lo farà “Evita accuratamente la tentazione di determinare la località psichica in qualsiasi modo anatomico” (GW II-III. 541, SE V. 536); ma, lo sottolinea, anche all'interno del “virtuale” psichico topografia un pensiero inconscio che cerca di trasmettere [tradurre] se stesso [nach Ubersetzung] nel preconscio in modo da essere in grado di forzare la sua strada attraverso la coscienza. . . non è il formazione di un secondo pensiero situato in un nuovo luogo, come una trascrizione che continua ad esistere a fianco dell'originale; e la nozione di forzare una via attraverso la coscienza deve essere tenuto accuratamente libero da qualsiasi idea di un cambio di località. . . . Quello che stiamo facendo qui è una volta di nuovo per sostituire un modo topologico di rappresentare le cose con uno dinamico. . . . Tuttavia, Considero opportuno e giustificato continuare a utilizzare l'immagine figurativa del due sistemi. (GW II-III. 614-15, SE V. 6io-ii) Circa quindici anni dopo, scrivendo sull'Inconscio, Freud ci assicura: “Studio del derivati ​​degli Ucs. deluderà completamente le nostre aspettative su una schematica chiara distinzione tra i due sistemi psichici. “(GW X. 289, SE XIV. 190) ((XLII)) Eppure la favola topografica continua ad essere usata, secondo me proprio perché è un una “struttura” rappresentabile graficamente in quel senso ortodosso. Freud ha smantellato il sovranità del sé; la sua descrizione topografica gli consente di suggerire la produzione di quel sé nella strutturazione del testo della psiche. Derrida dirà: “È solo necessario riconsiderare il problema dell'effetto della soggettività in quanto prodotto dalla struttura del testo. “(Pos F 122, Pos E 45) “Propongo che quando siamo riusciti a descrivere un processo psichico nella sua dinamica, Aspec topografico ed economico “Scrive Freud”, dovremmo parlarne come una presentazione metapsicologica. “(GW X 281, SE XIV, 181) La nozione di una presentazione” economica “di un processo mentale è pertinente alla lettura di Derrida. L'economia è una metafora dell'energia, in cui due forze opposte che giocano l'una contro l'altra costituiscono la cosiddetta identità di un fenomeno. Nelle “presentazioni metapsicologiche” di Freud, la linea di approccio economico viene a modificare quelle topografiche e dinamiche, anche se, come ho suggerito sopra, le altre descrizioni non vengono mai abbandonate. “Le cose ultime che la ricerca psicologica può apprendere [sono] il comportamento dei due istinti primari, la loro distribuzione, la mescolanza e la defusione – cose che non possiamo pensare di essere confinate in una singola provincia dell'apparato mentale, l'id, il l'ego o il super-ego. . . . Solo con l'azione controcorrente o reciprocamente opposta “-in altre parole, economia-” dei due istinti primari -Eros e l'istinto di morte-, mai da uno o l'altro da soli, possiamo spiegare la ricca molteplicità [molti- coloredness; Buntheit] dei fenomeni [apparenze, Erscheinungen] della vita. “(GW XVI, 88-89, SE XXIII, 242-43) L'economia non è una riconciliazione degli opposti, ma piuttosto un mantenimento della disgiunzione. L'identità costituita dalla differenza è l'economia. Nel mondo di Freud, un treno di pensieri è sostenuto dal suo opposto, un'unità di significato contiene la possibilità del suo opposto: “Ogni linea di pensiero è quasi invariabilmente accompagnata dalla sua controparte contraddittoria, legata ad essa da un'associazione antitetica.” (GW II -III, 316, SE IV. 312) La normalità – una “finzione ideale” (GW XVI, 8o, SE XXIII, 235) – e la nevrosi sono ac-complices: “La ricerca psicoanalitica non trova distinzioni fondamentali, ma solo quantitative tra la vita normale e quella nevrotica. . . . Dobbiamo riconoscere che il meccanismo psichico impiegato dalle nevrosi non è creato dall'impatto di un disturbo patologico sulla mente, ma è già presente nella normale struttura dell'apparato mentale. “(GW II-III, 378, 613; SE V 373, 607) Seguendo una strategia simile, Freud argomenterà, dopo aver attentamente sviluppato un contrasto tra il principio di piacere e l'istinto di morte: “Il principio del piacere sembra in realtà servire gli istinti di morte.” (GW XIII, 69, SE XVIII. 63) L'esposizione dell'istinto di morte stesso è fatta in termini di un'audace economia della vita e dell'inerzia: ((xliii)) “L'inerzia inerente alla vita organica”. (GW XIII. 38, SE XVIII. 36) Noi non siamo sorpreso quando Freud propone un'economia del corpo e della mente: “. . . l'attività del pensiero è anche fornita dalla sublimazione delle forze motorie erotiche. “(GW XIII, 274, SE XIX, 45) Non solo siamo nell'atmosfera di quella conservazione-disfacimento degli opposti che Derrida trova congeniale anche in Nietzsche; quest'ultimo passaggio, infatti, avanza ciò che Nietzsche chiama la “nuova psicologia” mentre sottolinea la necessità di combinare “filologia” (la genealogia del linguaggio) e “fisiologia” (il campo dell'erotismo). Ho citato sopra l'argomento freudiano che l'istituzione di tracce permanenti nell'apparato psichico preclude la possibilità di una percezione immediata. Riferendo questo meccanismo di ritardo all'economia degli opposti, Derrida scrive: “Seguendo uno schema che guida continuamente il pensiero di Freud, il movimento della traccia è descritto come uno sforzo di vita per proteggersi differendo il pericoloso investimento, costituendo una riserva (Vorrat ). E tutte le opposizioni concettuali che solcano il pensiero freudiano mettono in relazione ogni concetto con l'altro, come i movimenti di una deviazione, nell'economia della differenza. L'unico è solo l'altro differito, l'uno diverso dall'altro. “(MP 19-20, SP 150) Questo brano è tratto dal saggio” La différance “. Sottolinea la presenza di Freud nell'articolazione di ciò che viene vicino per diventare il concetto-padrone di Derrida – “differenza” con “a”. Fissiamo tre momenti nella citazione: “differenziamo”, “differenziamo” e “deviazziamo”. Ho parlato del radicalmente altro, che è sempre diverso, non identico. Aggiungi a questo la struttura del posticipo perenne di ciò che è costituito solo attraverso il rinvio. I due insieme – “differenza” e “differimento” – entrambi i sensi presenti nel verbo francese “différer” ed entrambe le “proprietà” del segno sotto cancellazione – Derrida chiama “différance”. Questa differenza – essendo la struttura (una struttura mai proprio lì, mai da noi percepiti, a sua volta differiti e diversi) della nostra psiche – è anche la struttura della “presenza”, termine stesso in cancellazione. Per differenza, produrre la struttura differenziale della nostra stretta sulla “presenza” non produce mai presenza in quanto tale. La struttura della “presenza” è quindi costituita dalla differenza e dalla defermentazione. Ma poiché il “soggetto” che “percepisce” la presenza è anch'esso costituito in modo simile, la differenza non è né attiva né passiva. Il finale “-ance” è il marchio, di quello stato sospeso. Poiché la differenza tra “differenza” e “differenza” non è udibile, questo “neo il grafismo “ci ricorda l'importanza della scrittura come struttura. La “a” serve a ricordarci che, anche all'interno della struttura grafica, la parola perfettamente scritta è sempre assente, costituita da una serie infinita di errori di ortografia. In “La différance”, Derrida mette in relazione il pensiero della differenza con Nietzsche, Freud e Heidegger. Ma sembra molto commosso dalla rottura freudiana ((xliv)) attraverso. La disgiunzione tra percezione e traccia permanente sembra rendere il pensiero stesso una differenza di percezione. La complicità tra l'organismo e l'inerzia dello stato inorganico rende la vita una differenza di morte (ED 333 n., FF 112 n.). Attraverso queste visioni freudiane e la nozione di Freud che la nostra percezione delle tracce inconsce si verifica a lungo “dopo l'evento”, Derrida consolida ciò che aveva individuato nella strutturazione di Husserl del presente vivente nella sua Introduzione all'origine della geometria: “la pura coscienza di ritardo. “(p 171) Derrida cita da Al di là del Principio del Piacere:” Sotto l'influenza degli istinti di auto-conservazione dell'ego, il principio di piacere è sostituito dal principio di realtà. Quest'ultimo principio non abbandona l'intenzione di ottenere in definitiva il piacere, ma esige e realizza il rinvio della soddisfazione, l'abbandono di una serie di possibilità di ottenere soddisfazione e la tolleranza temporanea del dispiacere come un passo sulla lunga strada indiretta (Aufschub) al piacere. “Nel discorso di Freud, Derrida riferisce questo posticipo (differimento) e” la relazione con l'altra [differenza] apparentemente che rompe qualsiasi economia “argomentando come segue: Il carattere economico della differenza non implica in alcun modo che la presenza differita può sempre essere recuperata, che si tratta semplicemente di un investimento che solo temporaneamente e senza perdite ritarda la presentazione della presenza. . . . L'ignaro non lo è. . . una presenza di sé nascosta, virtuale e potenziale. . . . Non c'è alcuna possibilità che il soggetto mandante “esista” da qualche parte, che sia presente o sia “se stesso”, e ancora meno possibilità che diventi cosciente ... Questa alterità radicale, rimossa da ogni possibile modalità di presenza, è caratterizzata da .. effetti ritardati. Per descriverli, per leggere le tracce delle tracce “inconsce” (non ci sono tracce “coscienti” [poiché le tracce sono marcate precisamente quando non c'è percezione cosciente]), il linguaggio della presenza o dell'assenza, il discorso metafisico della fenomenologia, è in linea di principio inadeguato. (MP 21. SP 152) Qui devo ripetere, con modifiche, una domanda che ho affrontato alla fine della nostra discussione su Nietzsche, e forse tentare una risposta parziale ad essa: la questione della padronanza attraverso la conoscenza in Derrida. Nietzsche aveva scoperto la necessità di sostenere la disgiunzione, di amare il destino, coltivare amor fati. Ma il suo intero linguaggio di pensiero e azione era quello di mettere la responsabilità su un sé di cui lottava contro l'esistenza. Il suo testo divenne il terreno violento e deliberato della differenza. Freud permise a Derrida di pensare che la mossa filosofica non richiedesse necessariamente una violenza nietzschiana. Semplicemente riconoscere che uno è plasmato dalla differenza, riconoscere che il “sé” è costituito dalla sua non-mai-essere-riconosci-ness, è sufficiente. Non dobbiamo coltivare l'oblio o l'amore per il caso; noi siamo il gioco del caso e della necessità. Non c'è danno nella volontà di conoscenza; poiché la volontà dell'ignoranza gioca con essa per costituirlo – se noi ((xlv)) desideriamo sapere che ovviamente anche a lungo dobbiamo essere ingannati, poiché la conoscenza è ingannevole. D'altra parte, Nietzsche vedeva la “dimenticanza attiva della questione dell'essere” come una gigantesca ebullienza. Forse è dopotutto una differenza nella sfumatura metaforica. La comprensione di Derrida di tale dimenticanza – attraverso la ricerca di Freud nella memoria – è che è attiva nella formazione dei nostri “sé” nonostante “noi stessi”. Ci arrendiamo alla sua iscrizione. Forse, come ho sostenuto, a lungo termine ciò che distingue “Derrida” è che sa che è sempre arreso alla scrittura mentre scrive. La sua conoscenza è, dopo tutto, il suo potere. Nietzsche, paradossalmente, sapeva anche questo, così che la sua dimenticanza affermativa e attiva (consapevole) era una mossa contro l'inevitabilità di una conoscenza sintomaticamente orgogliosa del ricordo. È curioso che, parlando con Jean-Louis Houdebine della sua strategia in un'intervista, Derrida commenta ancora e ancora: “Ma sapevo cosa stavo facendo”. 45 La volontà di potenza non è così facile da eludere. È miraggiontologrammy

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  1. GRAMmathematikônntogrammônty GRAMMÈTOPOlogiaSOFIArkhè GRAMMÈventy grammontology grammOSOFIA uno di questi concetti all'interno del sistema ritorna sempre, che sentiamo questa espressione con tutto il caricoche può prendere qui, girare in un cerchio: ricostituire,in un'altra configurazione, lo stesso sistema. Questo movimentoche non dobbiamo affrettarci a denunciare come la vanità del ripetizione e che ha qualcosa di essenziale da fare con il movimento pensato, possiamo distinguerlo sia dal circolo egemonico che dal collegamento di metafisica o on-teologia e questo cerchio in cui Heidegger ci dice così spesso che bisogna imparare entrare in un certo modo? Ad ogni modo questo circolo e cerchi circolari, possiamo aspetto a priori e nel modo più formale per decifrarein un testo “passato” la “critica” – o meglio il deter- denunciando un limite, la disattivazione –, il de- limitazione che crediamo di poter inaugurare in un dato momentocontro di lui. Più semplicemente: ogni testo della metafisica porta in lui, per esempio, e il concetto chiamato tempo “volgare” e larisorse che saranno prese in prestito dal sistema di metafisica per criticare questo concetto. E queste risorse sono richieste non appena Finché il segno “tempo” – l'unità della parola e il concetto, il significante e significato “tempo” in generale, anche se nonlimitato dalla “volgarità ” metafisica – inizia a funzionarein un discorso. È da questo bisogno formale che lui deve considerare le condizioni di un discorso che eccede le fisico, supponendo che un tale discorso sia possibile o nunzio nella filigrana di qualche margine. Quindi, per attenersi ad un ancoraggio aristotelico, il La fisica IV conferma senza dubbio la de-limitazione heideggeriana.Aristotele pensa indubbiamente al tempo dell'ousia come la parusia, d'ora in poi, dal punto, ecc. E perché?si può organizzare così tanto un'intera lettura che si ripeterà nella sua testo e questa limitazione e il suo contrario. E questo apparirebbeche la de-limitazione è ancora governata dagli stessi concetti quella limitazione. Analizziamo una tale dimostrazione. Il movimento era avviato più volte nel percorso che abbiamo seguita. Come il punto in relazione alla linea, ora, se noi considera come limite (peras) è accidentale rispetto altempo. Non c'è tempo ma il suo incidente (È men oun peras a suora, dove khronos, alla sumbebeken – 220 a). L'ora(Gegenwart), il presente, non definisce l'essenza del tempo.Il tempo non è pensato da ora. È per questo perché la matematica del tempo ha dei limiti. Sentiamolo a tutti i sensi. È come richiede 70 Pagina 56 OUSIA E GRAMMÈ limiti, mantenendo punti simili, e che ili limiti sono sempre incidenti e potenzialità, che il il tempo non può essere perfettamente matematico, quello della sua matematica ha dei limiti e rimane, in considerazione della sua essenza, pizzo. Ora è l'incidente del tempo come un limite. Una proposizione rigorosamente hegeliana: ricordiamoci della differenza tra il presente e l'ora. D'altra parte, anche l'ora, come limite, è abituato misurare, numerare Come numero, dice Aristotele, lo è numero, di arithmic arithmos. Ma il numero non appartienealla cosa numerata. Se ci sono dieci cavalli, i dieci non lo sono cavallo, non è l'essenza del cavallo, è altrove (Allothi). Allo stesso modo, l'ora non appartiene al'essenza del tempo, è altrove. Cioè, fuori dal tempo, estraneo al tempo. Ma straniero come il suo incidente. E questo stranezza che potrebbe strappare il testo di Aristotele La limitazione heideggeriana è inclusa nel sistema di Fondamenti della metafisica: la stranezza è il pensiero come un incidente, virtualità, potere, incompletezza del cerchio, bassa presenza, ecc. Ora, quindi, è: 1) la parte costitutiva del tempo e numero estraneo al tempo; 2) parte costituente del tempo e parte del tempo accidentale. Può essere considerato come come tale o come tale. L'enigma di adesso è dominatonella differenza tra l'atto e il potere, l'essenza e il e in tutto il sistema di opposizioni che sono la solidarietà. E la diffrazione di “ come “, la pluralità dii significati diventano più chiari e vengono confermati mentre avanziamo nel testo: specialmente nel 222 a, dove raccoglie Aristotele l'intero sistema di prospettive che possiamo assumere sul ora, l'intero sistema di “ come “, secondo cui”Le stesse cose si possono dire secondo il potere e l'atto “ (Fisica I, 191b, 27-29).Cosa organizza qui la pluralità e la distribuzione dei significati cazioni, è quindi la definizione del movimento come il telekie di ciò che è al potere, in quanto tale “, tale che è prodotto nell'analisi decisiva di Fisica III(201 ab). Ambiguità di movimento, atto di potere come potere, necessariamente ha, quanto al tempo, a doppia conseguenza. Da un lato, il tempo, come il numero dimovimento, è dalla parte del non-essere, della materia, di di incompletezza. Essere in atto, l'energia non è il tempo ma presenza eterna. Aristotele lo ricorda nel Fisica IV: “E 'quindi ovvio che gli esseri eterni (ta aei onta), come eterni, non sono in tempo “71 Pagina 57 MARGINI DI FILOSOFIA (221 b). Ma, d'altra parte, il tempo non è il non-essere e ili non-esseri non sono in tempo. Per essere in tempo, lui deve aver cominciato ad essere tenero, come tutto il potere, per agire e formare 2 4 : “È quindi ovvio che il non esserenon sarà sempre in tempo ... (221 b) » Sebbene siano capiti dall'essere come presenza in atto, movimento e tempo non sono né esseri (presenti) né non studenti (assenti). La categoria del desiderio o di come tale, la categoria di tempo in quanto tale, sono entrambi soggetti e sottratti, già o inil testo di Aristotele, tanto alla de-limitazione della metafisica come il pensiero del presente, solo per il suo semplice capovolgimento. Questo gioco di sottomissione e sottrazione deve essere pensato nella sua regola formale se si vuole leggere i testi della storia dila metafisica. Leggili nell'apertura della svolta heideg certamente, come l'unico eccesso di pensiero della metafisica come tale, ma anche a volte, fedelmente, oltre certi proposte o conclusioni in cui questa svolta ha dovevo fermarmi, prendere la chiamata o il supporto. Ad esempio nel lettura di Aristotele e Hegel ai tempi di Sein und Zeit. e questa regola formale deve essere in grado di guidarci nella lettura 25 dell'intero testo heideggeriano stesso. Lei deve noi in particolare, per porre la domanda di registrazione in lui dai tempi di Sein und Zeit. 24. Sebbene Bergson critichi il concetto di possibile come il più possibile, anche se non dura né ugualetendenza un movimento del possibile, anche se tutto è nei suoi occhi”Attuale”, rimane il suo concetto di durata, quantità di moto e tensione ontologia del vivere orientata da un telos, mantiene qualcosa dil'ontologia aristotelica del tempo. 25. Solo una tale lettura, a condizione che non autorizzi sicurezza e chiusura strutturale dei problemi, crediamo essere in grado di annullare oggi, in Francia, una profonda complicità:ciò che riunisce, nello stesso rifiuto di leggere, nello stesso rifiuto della domanda, il testo e la domanda del testo, nella stessa ripetizione o nello stesso cieco silenzio, il campo del La devozione heideggeriana e quella dell'anti-heideggerianesimo, il La “resistenza” politica spesso serve come un alibi altamente morale a una “resistenza ” di un altro ordine; resistenza filosofica per esempio, ma ce ne sono altri le cui implicazioni politiche Le zecche, per essere più distanti, non sono meno determinate. 72 Pagina 58 OUSIA E GRAMMÈ LA CHIUSURA DEL GRAM E LA TRACCIA DELLA DIFFERENZAQuesto, in breve, suggerisce che: 1. Potrebbe non esserci “concetto volgare di tempo”. Il concetto di tempo appartiene alla metafisica. lui chiama il dominio della presenza. È quindi necessario concludere che l'intero sistema di concetti metafisici, Nel corso della loro storia, sviluppa la cosiddetta “volgarità” di questo concetto (che Heidegger senza dubbio non contesta), ma anche che non possiamo opporre un altro concetto di tempo,poiché il tempo in generale appartiene alle fisica. Per voler produrre questo altro concetto, noteremmorapidamente quello lo costruisce con altri predicati metafisici o onto-teologica. Non è questa l'esperienza che Heidegger ha fatto in Sein und Zeit? Lo straordinario shock a cui viene sottopostol'ontologia classica è ancora intesa in grammatica e il lessico della metafisica. E tutte le opposizioni concettualizzazioni che servono alla distruzione dell'ontologia attorno ad un asse fondamentale: quello che separa l'autentico inautentica e, in definitiva, temporalità originario della temporalità caduta. Ora, non solo è lui difficile, come abbiamo tentato di indicare, da attribuire La proposta di Hegel per una “caduta dello spirito in tempo “, ma per quanto possiamo, potremmo aver bisogno sposta la de-limitazione. Il limite metafisico o ontologicoTeologica probabilmente è meno suggerisce una caduta in tempo (da un'eternità non temporale o eternache non ha senso Hegel), ma suggerisce una caduta ingenerale, che si tratti di Sein und Zeit nel suo temafondamentale e al suo posto di maggiore insistenza, di un tempo originario in un tempo derivativo. Heidegger scrive per esempio al fine del paragrafo 82, dedicato a Hegel: “Lo spirito ” non cadenon nel tempo, ma: l'esistenza effettiva “cade” come(” fällt” als verfallende), dalla temporalitàoriginalità, autentica temporalità (aus der ursprünglichen, eigentlichen Zeitlichkeit). Ma questo “caduto” (” Caduto “) lo hala sua stessa possibilità esistenziale in un modo del suo tempo il modo, che appartiene alla temporalità ... “Ed è da questo temporalità originale che, chiudendo Sein und Zeit, Heideggersi chiede se costituisca l'orizzonte dell'essere, se conduce asenso di essere. Ma l'opposizione dell'originale e del derivato non è cosìancora metafisico? La richiesta dell'archie in generale, che cosa73 Pagina 59 MARGINI DI FILOSOFIA che le precauzioni che circondano questo concetto, no non è l'operazione “essenziale” della metafisica? la Supponiamo che possa essere sottratto, nonostante le forti presunzioni a qualsiasi altra fonte, non ce ne sono almeno alcuni Il platonismo nei Verfallen? Perché determinare comecadere passaggio di una temporalità a un altro? E perché?qualificare la temporalità come autentica – o eigentlich -e inautentico – o improprio – finché ne esiste uno l'occupazione etica è stata sospesa? Potremmo moltiplicarci queste domande intorno al concetto di finitudine, il punto di partenza nell'analitica esistenziale di Dasein, giustificata dall'enigmamatic nei pressi di 26 auto o di auto-identità del Question-nant (§ 5), ecc. Se abbiamo scelto di mettere in discussione l'opposizione strutturare il concetto di temporalità è che tutta l'analisi il racconto esistenziale è ripetuto. 2. La domanda che chiediamo rimane interiore al pensiero di Heidegger. Non si sta chiudendo, si sta interrompendo Sein und Zeit che Heidegger si chiede se “la temporalitàoriginario “porta al significato dell'essere. E questo non è un L'articolazione programmatica è una domanda e una suspense. Spostamento, un po 'di lateralizzazione, se non un semplice cancellazione del tema del tempo, e tutto ciò che è in solidarietà in Sein und Zeit, suggerisci questo senza fare domandela necessità di un certo punto di partenza nella metafisica, per non parlare dell'efficacia della “distruzione” effettuata da l'analisi di Dasein, era necessario, per ragioni essenziali,fare altrimenti e, possiamo dirlo letteralmente, cambiare all'orizzonte. Ora, con il tema del tempo, tutti i temi che dipende da Sein und Zeit (e per eccellenza da quelli di Dasein, finitezza, storicità) non costituirà più la cendentale della questione dell'essere ma, a proposito, ri-costituiti dal tema dell'epoca dell'essere. 26. L'originale, l'autentico è determinato come il. proprio (eigentlich), vale a dire il vicino (proprio, proprio ), il presentein prossimità della presenza a se stessi. Potremmo mostrare come questo valore di prossimità e presenza a se stessi interviene, all'inizio di Sein und Zeit e altrove, nella decisione di posarela questione del significato dell'essere da un'analitica esistenziale il Dasein. E potremmo mostrare il peso della metafisicain tale decisione e nel merito qui concesso al valore di presenza a se stessi. Questa domanda può propagare il suo movimento fino a tutti i concetti che implicano il valore di “pulito” (Eigen, eigens, ereignen, Ereignix

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editoriale di gpdimonderose
  1. Metalymfisica occidentale. " Come pensare al di fuori di un testo? Più o meno di il suo margine? Ad esempio, l'altro del testo delFisica occidentale? Certamente, la "traccia che scompare immediatamente nella storia dell'essere ... come metafisica occidentale " sfugge a tutte le determinazioni, tutti lo nominano potrebbe ricevere nel testo metafisico. In questi nomi è riparato e quindi si nasconde. Lei non appare come la traccia "stesso". Ma questo perché lei non può non appare mai se stessa, come tale. Heidegger dice ancheche la differenza non può apparire come tale: " Lich- tung des Unterschiedes kann deshalb auch nicht bedeuten, dasz der Unterschied als der Unterschied erscheint. Non c'ènon ha essenza di differenza, questa (è) che non solo Lement non può essere vincolata alla proprietà in quanto tale nome o aspetto, ma ciò che minaccia il torite il come tale , in generale, alla presenza della cosaanche nella sua essenza. Che non ci sia, in questo punto di essenza proprio uno di différance, ciò implica che non c'è né esserené la verità del gioco di scrittura che impegna la differenza. 1. La differenza non è una "specie" della differenza gentile ontologica. Se "il dono della presenza è proprietà degli Erei- gnen " (Die Gabe von Anwesen è Eigentum of Ereignens ")(" Zeit und Sein ", in The Endurance of Thought, Plon, 1968, tr.fr. Feder, p. 63), la differenza non è un processo proprietario in ogni senso. Non è né la posizione la negazione (espropriazione), ma l'altra. Pertanto, sembra lui, ma qui segniamo la necessità di un viaggio verso vieni, lei non sarebbe più di una specie del genere Ereignis. Heidegger: ... "allora l'essere ha il suo posto nel movimento che lo fa per diventare il proprio (Dann gehört das Sein in das Ereignen). Dare il benvenuto a lui e alla sua donazione e ricevere il loro deter- minazione. Quindi l'essere sarebbe una specie di Ereignis e non di Ereignis una specie di essere. Ma il volo che cerca rifugio in tale l'inversione sarebbe troppo economica. Lei manca il vero pensato alla domanda e alla sua partecipazione (Sie denkt am Sachverhalt vorbei). Ereignis non è il concetto supremo che include tutto,e sotto il quale l'essere e il tempo sarebbero in ordine. relazioni la logica dell'ordine non vuole dire nulla qui. Perché, per quanto pensiamo in cerca di essere se stesso e di seguire ciò che ha del proprio (seinem Eigenen folgen), risulta essere il regalo,concesso dalla porrection (Reichen) del tempo, il destino diparousia (Gewährte Gabe dei Geschickes
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