Bella festa, davvero. Di tutto. C'era di tutto. Davvero di tutto. h 05.12. Ora però bisogna affrontare il ritorno. Abbiamo un'ora di strada davanti, io e Gazz. Mi sento uno scoiattolo, ho voglia di arrampicarmi sui cipressi del giardino, agile, con un alieno in testa che batte sulla calotta cranica, però agile. Gazz sta male. Ha bevuto più che altro, ma dalla sua espressione traspare un desiderio di morte, amplificato dal colorito biancastro, dai rivoli di sudore sulla sua fronte segnata da cicatrici, dall'alito al gusto di birra misto acido. Guido io. Sto benissimo, i miei riflessi sono a livelli decenti nonostante l'unico ricordo nitido della festa sia la lingua in bocca al cane di un mio amico. Saliamo in macchina. Gazz si è appoggiato sulla fronte due fazzoletti di carta supermorbidi, che aderiscono perfettamente delineando l'alone di sudore. Sbuffa. Quello sbuffo di chi non ce la fa più, di chi ha voglia solo di liberarsi dalla robaccia ingurgitata prima. Ansima ripetutamente, profondamente, sento che tra poco vomiterà. Partiamo. La strada è pulita, serata fredda ma niente ghiaccio, nessuno che gira. "Sapevano che eravamo in giro", ripete Gazz "nessuno ci ostacolerà... nessuno, portami a casa ora baby". Quella frase mi fa pensare, lo guardo che pisola con gli occhi socchiusi e me lo vedo totalmente diverso, mi ha chiamato baby, mi viene quasi voglia di prenderlo e dargli un bacio sulla fronte, coperta dalle carcasse dei fazzoletti di carta. Ritornai subito col pensiero alla strada. Una pattuglia dei carabinieri adesso sarebbe un colpo in testa, non pensiamoci però. Dopo 5 minuti mi accorgo che non abbiamo musica.

Prendo un cd a caso, non riesco a vedere i titoli, voglio un po' di musica, per tenermi compagnia. Il cd parte. Gli Electric Wizard ci stanno, lo lascio, osservo Gazz, sente la musica e la ripercorre nel suo stato. VINUM SABBATHI - "Slave to the Black Drug" canta il Gazz. Mentre si contorce sul sedile nel suo malessere. Sta ancora relativamente bene, ma abbiamo ancora molta strada. FUNERALOPOLIS - "maggots, maggots", nonostante lo stato Katatonico, si ricorda alcune parole, le ripercorre... WEIRD TALES - Questa è lunga, non riesce a rimanere al passo, si perde e comincia a piangere, non si controlla... BARBARIAN - Nonostante le lacrime, ritorna nel mondo quasi reale, sento un gorgoglio seguito da "Master"... I, THE WITCHFINDER - Ripete all'infinito "Albaino, Albaino, Albaino"... Siamo a buon punto, mi manca poco. Stranamente comincio a sentirmi più lucido, comincio ad annoiarmi della strada, accendo una sigaretta per coprire l'odore del suo alito mortifero e l'acido che sta salendo lungo il mio stomaco. Arriva alla bocca proprio mentre sto aspirando, apro il finestrino e sputo. Gazz continua ad ansimare. "Ci fermiamo?" chiedo. "Portami a casa baby!" ripete. WE HATE YOU - Gazz non parla più, lascia scorrere questa botta senza gorgheggiare, si lascia andare... DOPETHRONE - Mancano pochi chilometri e sente che tra poco sarà a casa, la felicità si legge sul suo viso rotondo. Il sudore in faccia è quasi sparito.

Arriviamo al cancello di casa. "allora ci siamo. Rimettiti, ci vediamo domani"."Ciuertho thi fhiamo ighoo"... Mi giro di scatto. Cos'è quell'alfabeto criptico che fuoriesce dalla sua lingua? Penso a quello che sto ascoltando, a qualche rito oscuro e ai Black Sabbath ma la risposta si nasconde dentro la bocca, piena di putrido alcool misto tartine ritornate da dove erano entrate. Mi incazzo, lo sbatto fuori con la bocca che trasborda di vomito e lo lascio la, davanti al cancello di casa, suono il campanello e parto. Domani è un altro giorno.

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