ENRICO RUGGERI - LA RUOTA

Reduce dalla cocente delusione sanremese, il 52enne cantante lombardo pubblica la sua ventitreesima fatica in studio e il pezzo di lancio, presentato al Festival, è "La notte delle fate". Essa contiene evidenti rimandi testuali a quella che è stata forse la sua canzone di maggior successo, "Peter Pan", del 1991 e, nonostante l'insuccesso dovuto al solito, discutibile, sistema di voto, rimane una canzone orecchiabile con un testo che rimane ben impresso e che sottolinea nuovamente l'abilità di Enrico come paroliere.

Si parla inoltre di una possibile reincisione del brano, assieme al suo ex gruppo, i Decibel, ma per ora è stato inserito nell'album la versione originale.

L'album appunto, ''La Ruota'', 12 tracks a cavallo tra un apprezzabile pop-rock italiano. Il sound è dunque quello del Rouge maturo, quello degli ultimi anni, quello che sfornava successi come "Morirò d' amore" e "Incontri" con una notevole prolificità.

In quest'ultimo lavoro menzione particolare merita la terza traccia, "Vivi", che si fa notare per essere forse la miglior canzone del disco, oltre che per un testo molto incisivo. Già dalla prima frase infatti, il Nostro ci mostra che il suo mestiere è ancora quello del cantautore, e non solo quello del conduttore televisivo:

"Si può vedere l'amore in tanti modi quando cambia la vita
E masticare dolore fino a fare sanguinare le dita..."

Ma il Rouge dimostra inoltre di saper spaziare tra le tematiche, come si nota in altre tracks, quali "Padri e figli". Infatti essa rimanda, come del resto il titolo dell'album, alla ciclicità della vita, narrando del rapporto tra padre-figlio con Ruggeri a immedesimarsi in entrambi i ruoli. In "La mia religione" invece esprime la sua posizione a riguardo della Chiesa: essere una persona religiosa significa comportarsi in una certa maniera ed essere corretto e affettuoso col prossimo, ma al tempo stesso esprime più di una perplessità nei confronti di alcune leggi religiose, come quella sulla contraccezione. Infine la chiusura dell'album è affidata alla dolcissima "Vorrei", nella quale una persona si rivolge a una donna dicendole di volerla accanto nel momento in cui morirà: il tutto è accompagnato da un dolcissimo tocco di pianoforte a fare da sfondo nuovamente al Ruggeri che conosciamo: immenso paroliere e cantante.

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