Dischi del 2015 Parte.2

Washington D.C..

Gli Ex-Breathers hanno creato un disco che non avrebbe sfigurato nella scena americana post-hardcore a cavallo tra gli anni 80' e 90'. Più vicini al punk rispetto al metal, ricordano molto da vicino i Fugazi per la furia e la schizofrenia, che raggiunge la follia in Car, canzone in 11/8 con un cantato alla King Buzzo. Continuando parlando dei Melvins, nelle sferzate strettamente legate al Grunge, saltano all'orecchio le chitarre della band di Seattle; così come il basso e la tetralità della voce, in altre occasioni, ricorda da vicino la band The Jesus Lizard. Disco anacronistico, lo ammetto, ma dopo la dolcezza che viveva negli spigoli dei Palehound, cerco di affilare anche le smussature facendovi ascoltare questo disco che dura poco meno di 30 minuti, sempre ad alta tensione, senza pause. Static Machines e Forced Binaries, assieme a Car, sono le canzoni più interessanti! (In Forced Binaries, sentite anche voi la resurrezione di D.Boon e della sua famosa band Californiana?)

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