E' un box, nient'altro che un cofanetto elegantissimo (con tutti i testi delle canzoni) e tutti, ma proprio tutti, i CD di De André. Appunto, l'opera omnia. Con qualche chicca: la versione originale de "Il pescatore" (quello di 2 minuti, minimalista) che risultava pressochè introvabile su CD, e l'altrettanto irrecuperabile (almeno, nel 1999 anno in cui uscì il suddetto cofanetto) "Una storia sbagliata". Con alcune assenze pesanti: "Caro amore"; "Titti", peccato. Consigliabilissimo.
Ora, però che si fa, una recensione in cui si recensiscono velocemente tutti gli album di De André? Blasfemia. Gli album di De André è impossibile recensirli in due parole, trattasi, nel caso, di sciatteria; considerato che su Debaser ogni suo lavoro conta almeno 7-8 recensioni, il lavoro sarebbe, oltre che sciocco, inutile. E allora, facciamo un crossover ardito e andiamo a recuperare un libro edito Mondadori, "Sotto le ciglia chissà - I Diari" (2016), altrettanto consigliato, e facciamo che i suoi album ce li spieghi proprio lui, l'autore, attraverso pensieri e parole (come avrebbe detto un tale). E' solo un assaggio, il bello sta nell'opera letteraria 242 pagine che, se siete amanti del cantautore genovese, non potete non avere a casa.
"Figli della luna. Così li chiamava Platone, in maniera molto più poetica di quanto non usiamo fare noi, che li chiamiamo invece o gay o addirittura, con una sorta di strano e orgoglioso compiacimento, diversi. E mi piace dedicare loro questa canzone [Andrea], che per loro tanti anni fa abbiamo scritto, a luci accese, a dimostrare che oggi, almeno in Europa, ognuno puo' essere semplicemente se stesso, senza bisogno di vergognarsi"
"Penso che le eventuali esagerazioni di questi giovani scrittori, che oggi chiamano cannibali, abbiano una valenza diversa da quella apparente. Un parallelo con le mie canzoni: erano diversi i tempi? Forse sì. Era diverso l'uomo? Assolutamente no. Era semmai diverso l'approccio dell'autorità con i sudditi. Sopratutto quelli che esprimevano il loro disagio attraverso le cosiddette opere dell'ingegno. Nel mio piccolo fui processato per un testo innocuo e goliardico che avevo scritto con Paolo Villaggio: Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers. Oggi, che tutto è assorbito e giustificato in nome del dio dei mercati, gli artisti, a maggior ragione, continuano a dissentire da chi organizza e controlla la società per i vantaggi propri e di una minoranza elitaria"
"Ma anche se i marinai vivono sul mare c'è una voglia porca di terra, di avere sotto la chiglia ciottoli di pietra, una creuza amica e sicura, come il sentiero che costeggia i muretti di pietra che dividono i poderi sulle fasce della montagna. Il ricordo di Creuza de ma sono gli aromi, il sapore di un pasticcio in agrodolce di gatto ("lepre di tegola"), il bianco di Portofino; il volto color seppia, indelebile, di chi è rimasto a casa. Ossa, anima e cuore stesi a terra ad asciugare"
"Molto tempo fa scrissi una canzone che aveva per titolo Bocca di rosa, dove in qualche modo sostenevo la pariteticità della femmina umana con il maschio della sua specie. Venticinque anni dopo, ad intervalli quasi semestrali, leggo della scoperta di bordelli privati le cui entraineuses non sono puttane, ma casalinghe, operaie, maestre di scuola. Mi chiedo: Possibile che siano tutte belles de jour? Non sarà che lo fanno per arrotondare gli stipendi faraonici dei loro mariti? Questa è soltanto un'indicazione, ma mi sembra sufficiente per poter affermare che, dal punto di vista delle conquiste sociali, siamo tornati un po' indietro rispetto ai tempi di Bocca di rosa"
"Ho scritto canzoni contro la guerra, ispiratemi da racconti di mio zio, che s'é succhiato la guerra di Albania nell'ultima guerra mondiale, ed è il caso della Guerra di Piero. Ho scritto Sidùn parlando di un padre palestinese che piange su suo figlio schiacciato dalle ruote di un carro armato israeliano. Ho scritto Sand Creek... Tutto questo evidentemente non è servito a molto"
"Il senso de La buona novella è questo: quella di Gesù fu una rivoluzione che aveva come obiettivo l'abbattimento di qualsiasi privilegio, di qualsiasi differenza di classe e di ordine sociale in nome di una fratellanza che gli uomini dimostrarono, come dimostrano, di non saper mettere in pratica [...] Se credessi in Dio crederei che la vita ci promette un celestiale dessert dopo un orribile pasto"
"Leggendo Le nuvole di Aristofane, mi era venuta voglia di reinterpretarle a modo mio, con le nuvole intese non come fenomeno atmosferico, ma come allegoria del potere, di quei potenti che ci tolgono, metaforicamente, la luce del sole e gettano nell'ombra la nostra libertà, le nostre utopie e la nostra dignità. L'album doveva essere un viaggio fra le loro vittime: le vittime dell'arroganza, del malaffare, delle sopraffazioni cui siamo costretti da chi governa la politica, l'economia, la vita sociale. Ma poi, strada facendo, una specie di impulso centrifugo ci ha fatto deviare verso altri temi, e l'obiettivo di fondo si è alquanto disperso"
"L'ultima canzone della Buona Novella si chiama Il testamento di Tito e a mio parere è probabilmente il momento più alto dell'intero lavoro, nel momento in cui Tito, il cosiddetto ladrone buono che muore insieme a Gesù, contesta tutti e dieci i comandamenti mettendo in risalto la contraddizione tra chi fa le leggi per proprio tornaconto e coloro che le devono osservare, anche e quasi sempre contro il proprio interesse. Ed eccoci qui a constatare, ancora una volta, come la verità del potere sia la verità di oggi"
"A proposito de Le storie di ieri, avevo pensato che il fascismo ha due facce e nessuna allegria, ha due teste e nessuna cultura, due occhi e nessun orizzonte. Il fascismo ha due mani e duemila bandiere"
Sulla realizzazione di Amico Fragile: “Stavo ancora con la Puny, la mia prima moglie, e una sera che eravamo a Portobello di Gallura, dove avevamo una casa, fummo invitati in uno di questi ghetti per ricchi della costa nord. Come al solito, mi chiesero di prendere la chitarra e di cantare, ma io risposi “Perché, invece, non parliamo?”. Era il periodo che Paolo VI aveva tirato fuori la faccenda degli esorcismi, aveva detto che il diavolo esiste sul serio. Insomma a me questa cosa era rimasta nel gozzo e così ho detto: “Perché non parliamo di quello che sta succedendo in Italia?”.Macché, avevano deciso che dovessi suonare. Allora mi sono rotto le palle, ho preso una sbronza terrificante, ho insultato tutti e sono tornato a casa. Qui mi sono chiuso nella rimessa e in una notte, da ubriaco, ho scritto Amico fragile. La Puny mi ha stanato alle otto del mattino, non mi trovava né a letto né da nessuna parte, ero ancora nel magazzino che finivo di scrivere"
"L'unica grande differenza che separa me da Ivano [Fossati] è l'età: lui è più giovane di undici anni. Così ci si stima, si collabora, si dividono momenti di gioia esaltanti, ma non si puo' diventare veramente amici. Insomma, io non posso parlargli della mia prostata perchè lui si annoia e lui non puo' intrattenermi sui suoi amori perchè io mi incazzo. Anche per questo si lavora benissimo insieme"
"La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso"
"Se un uomo va giudicato per le sue scelte e non per la sua sorte o per il caso allora è giusto dire che, essendo io nato a Genova per caso ed avendo scelto di vivere in Sardegna, sono molto più sardo di chi essendo nato per caso in Sardegna ha scelto di vivere a Roma. Quelli sono i veri turisti, che vengono a passare in Sardegna 15 giorni all'anno"
"Si lamentano degli zingari? Ci ho scritto una canzone, Khorakhanè. Guardateli come vanno in giro a supplicare l'elemosina di un voto, i politici intendo. Ma non ci vanno a piedi, hanno autobus che sembrano astronavi, treni, aerei: e guardateli quando si fermano a pranzo o a cena: sanno mangiare con coltello e forchetta, e con coltello e forchetta si mangeranno i vostri risparmi. L'Italia appartiene a cento uomini, siamo sicuri che questi cento uomini appartengono all'Italia?"
"Mi comperai la vita con i canti e i sorrisi"
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