Ci sono certi momenti che ti viene voglia di ascoltare una storia, una storia che ti lasci immaginare ad occhi aperti e che ti faccia sognare ad occhi chiusi in un contesto passato ma che in fin dei conti è sempre attuale. Le storie si possono leggere, scrivere, guardare, ed ascoltare. Ecco...io la storia che volevo immaginare l'ho ascoltata grazie ad un album stupendo di Fabrizio De Andrè del 1973, un album da ascoltare dall'inizio alla fine per avere una visione completa.

Storia di un impiegato è forse l'album più bello di De Andrè...un De Andrè Anarchico che parla politico, che parla della vita di contraddizioni tra la vita borghese, il potere, e chi lo subisce. L'impiegato mette in paragone la sua vita troppo normale a quella di chi ha avuto il coraggio di ribellarsi contro il sistema, contro il potere dei soprusi. L'impiegato vorrebbe cambiare, essere come loro...i ragazzi delle lotte studentesche, ma non può perchè la sua vita è ormai "segnata". L'unico modo che ha per ribellarsi è quello di sognare....e grazie al sogno riesce a gettare una bomba ad un ballo mascherato dove c'è tutta la gente che per anni ha rispettato...tutto il potere borghese che per anni lo ha oppresso. Durante lo scoppio vede morire tutti...proprio tutti quelli a cui ha dato il culo, e la sua dignità....e prova un senso di liberazione. Dopo lo scoppio il sogno procede con la voce di un giudice che gli dice che il sistema sapeva le sue mosse...sapeva le sue intenzioni; la condanna si trasforma in un ringraziamento per aver eliminato tutti quelli che per anni hanno solo tirato i fili seduti dietro ad una scrivania...gente che dava fastidio al potere stesso. Le sue azioni sono state spinte dalla ricerca di un potere personale; ormai l'impiegato è uno che decide per se e per gli altri...l'impiegato si trova sugli stessi gradini di chi detiene il potere.

Il sogno prosegue con in un incubo....l'incubo di prendere il posto del padre da lui stesso ucciso al ballo mascherato, un incubo in cui l'impiegato si trova di fronte a delle situazioni in cui, in un mondo di delusioni e illusioni, ricerca disperatamente la difesa alla propria integrità e al proprio denaro. A questo punto l'impiegato si sveglia e inizia a capire che i suoi gesti saranno sempre e solo indirizzati ai propri bisogni e che stare al potere non gli giova per niente, perchè l'angoscia c'è sempre. E allora decide nella realtà di gettare una bomba in parlamento, ma la bomba finisce su di un'edicola...dove nei giornali ci sta la foto della sua ragazza. L'impiegato adesso è in carcere dove scrive una lettere di addio alla fidanzata.
Grazie al carcere l'impiegato riesce a capire un sacco di cose, trovandosi in mezzo alla collettività....una collettività in cui l'essere oppressi si unisce all'essere tutti uguali. Mentre la sua vita borghese lo rendeva oppresso ma diverso da chi gestisce il potere. Per stare al potere basta stare al gioco, e l'impiegato, prima di passare da oppresso ad oppressore, deve necessariamente "uscire fuori da se stesso", abbandonare la propria classe e iniziare a confrontarsi con gente uguale a lui: niente più individualismo ed egoismo, solo collettività. Grazie alla realtà collettiva, l'impiegato impara ad agire e gestire la propria persona, tenendo conto della vita altrui, ponendosi sempre nella stessa posizione di lotta ma questa volta i un contesto in cui l'impiegato appartiene insieme a tutti gli altri: una classe di sfruttati.

L'album finisce qui e la storia narrata smette di essere proiettata nella mente....un album da ascoltare e riascoltare... un album geniale che riflette una vita fatta di obbedienze in un contesto lontano sicuramente dal 2005 ma sempre attuale; questa vita di obbedienze viene confrontata con la voglia di cambiare totalmente e smettere di essere oppresso da un sistema troppo sporco per essere gestito. Bisogna sempre difendere i propri diritti ed evitare di farsi mettere i piedi in testa.... in tutti gli ambiti, mettendo in risalto la propria dignità.... una cosa che spesso manca a chi da dietro una scrivania tira i fili di tutti noi burattini di questo mondo.

Oggi ho ascoltato questo album e avevo voglia di scrivere qualcosa....se non l'avete già fatto, ascoltatelo...ne vale davvero la pena.

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