Norman Cook è un personaggio assolutamente fuori dal comune, dotato di un ecletticismo ed una cultura musicale che hanno dello sbalorditivo.
Inglese, attivo fin dagli anni '80 come bassista nella formazione Pop-Rock degli Housemartins, con l'inizio del decennio successivo Norman si dedica anima e corpo all'attività di DJ, produttore e "scavatore di suoni": ci sono le sue mani in progetti come i Beats International (la ricordate "Dub Be Good To Me"?), e dal '95 dà vita all'alter-ego Pizzaman, con il quale produce un album, più svariati 12" e remix.
Tuttavia, è con lo pseudonimo di Fatboy Slim (!!) che il nostro fa letteralmente il botto, più precisamente nel 1998, anno di pubblicazione di "You've Come A Long Way, Baby", secondo lavoro uscito a distanza di due anni dal pure notevole "Better Living Through Chemistry" (un titolo che è tutto un programma!). L'album è stratosferico, una miscela esplosiva e magistralmente assemblata di Breakbeat, Hip-Hop, Acid, Elettronica e quant'altro, ed è giustamente considerato come uno dei capolavori indiscussi di quel trend tutto inglese degli anni '90, noto ai più come "Big-Beat".
E' senza dubbio superfluo ricordare e descrivere i vari pezzi (anche perchè sono ben quattro i singoli, strafamosi), ma una menzione speciale merita il lavoro del nostro, che pesca campioni dovunque, dal Funk al Surf, passando per il Rock & Roll, l'Hip-Hop della golden age, le colonne sonore, e frullando tutto con la sapienza di un accorto chef in cucina. Basti ricordare le atmosfere epiche di "Right Here, Right Now", l'irresistibile "The Rockafeller Skank" (scelta anche come brano di traino della ost del videogame Fifa '99), i 4/4 di "Gangster Tripping", il mood tremendamente 60's e da spiaggia di "Soul Surfing", il memorabile sample di voce e pianoforte in "Praise You" (oltre all'esilarante video, diretto dal grande Spike Jonze), per poi chiudere con il delirio a base di drumming coinvolgente e regolare unito a sinth minacciosi della conclusiva "Acid 8000", con la quale termina un disco che definire sopra le righe è dir poco.
In conclusione, si è detto e si è scritto molto su un lavoro come "You've Come A Long Way, Baby", su Fatboy Slim, sul Big-Beat in generale, e continuare a farlo a dieci anni di distanza può non avere molto senso. Tuttavia, è altrettanto vero che il nostro futuro è anche (in parte) il nostro passato, ed è giusto, ancora oggi, esprimere la propria riconoscenza per un vero musicista come Norman Cook, e per un album che, a tutti gli effetti, può essere definito come una pietra miliare dell'elettronica e della musica degli anni '90.
Imprescindibile.
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