Ore 8.00 del primo sabato di Luglio.

Da settimane avevo in progetto questa camminata sulle alture della mia abitazione; con la ferrea intenzione di raggiungere l'alpe Lusentino a 1.100 metri di quota. Lo smartphone di mia figlia è pronto: mi metto le cuffie e si parte. Dopo pochi passi svolto sul sentiero che da subito si inerpica con pendenze di tutto rispetto; ho bisogno di musica forte che sostenga ed incoraggi la mia fatica. Le prime due canzoni del disco fanno al caso mio: "Swim" e "Servitude" con le loro dosi massicce di Hard-Rock e Funk che mi costringono ad aumentare il volume ed anche il passo; quel "C'mon" ripetuto all'infinito sul finire del primo brano sembra fatto apposta per spronarmi a dare il meglio di me.

Inizio a sudare mentre già intravedo i tetti in pioda della prima borgata che incontrerò sul mio percorso; ed il sentiero incomincia a farsi più dolce, molto meno duro. Ho superato un dislivello di quasi duecento metri in pochi minuti quando finalmente entro nel piccolo e ridente abitato di Andosso; è già tempo della morbida psichedelia metallosa di "Black Flower". Sono minuti musicali di rara bellezza che prosegue anche nel paesaggio intorno a me, perchè sto entrando in una fittissima boscaglia, guadando un paio di piccoli torrenti, arrivando nella terrazza naturale di Vallesone, altro minuscolo centro tuttora abitato da un numero esiguo di persone; gente che non ha abbandonato l'amore per la terra, per gli animali, per le tradizioni di un mondo contadino che inesorabilmente sta svanendo.

Ci pensa lo Ska di "Unyielding Conditioning" a farmi sorridere di sano gusto: perchè i Fishbone sono per prima cosa una band che ha fatto del divertimento una ragione di vita. E questo è uno delle canzoni che meglio li rappresenta: deliziose melodie Funk, sostenute da una sezione fiati indice di una creatività crossoveriana da antologia!! Mi fermo pochi minuti per dissetarmi ad una freschissima fontana con quell'acqua dal sapore nevoso ed alpino che ben conosco ed apprezzo, vivendo da sempre in questo incontaminato ambiente.

Riprendo anche fiato perchè ora mi attende il momento più duro: da questo momento in avanti, lasciato Vallesone, non incontrerò più sul mio percorso nessuna borgata. Dovrò fare una lunga ed unica tirata, con tratti di salita da togliere il respiro, fino all'agognata meta finale. Una mezz'ora abbondante di fatica; la schizofrenica, funkadelica e potentissima "The Warmth of Your Breath", la contagiosa solarità reggae della lunga "Lemon Meringue", la deflagrante "Drunk Skitzo" (come se i Primus avessero avuto la possibilità di cazzeggiare con Mike Patton) mi sorreggono molto bene e la mia andatura continua a mantenersi su livelli accettabili.

D'improvviso vengo fuori da un'altro tratto di bosco ed il Lusentino si apre davanti a me: è tempo dell'ultimo brano "Nutt Megalomaniac", con quel basso slappatissimo che da il ritmo a tutta la canzone. Le radici Soul-Funk della band vengono messe in primissima evidenza, consacrandoli ancora una volta come uno dei vertici di tutto il crossover di quegli anni.

Mi tolgo le cuffie ed un irreale silenzio mi colpisce; ci saranno una quindicina di gradi. Poco più di un'ora è durato il mio viaggio, la mia ascensione. Ora posso godermi un panorama che abbraccia tutta l'Ossola e le sue valli laterali. Vedo in lontananza verso sud la Cima del Capezzone, Il Corno di Scarpignano, la Montagna Ronda; giro lo sguardo verso est, verso il sole ed intravedo nella foschia mattutina le cime del Canton Ticino, in territorio elvetico. Sono un montanaro, ormai di mezza età, e queste fiere e silenti immagini così maestose mi riempiono sempre di imponenti brividi. Non c'è mare che tenga.

Ora, dopo essermi dissetato in un altra fonte naturale, posso ridiscendere verso casa; senza musica ed in compagnia dei miei pensieri. Che altro aggiungere del disco? Vi dico che al momento della sua uscita, nella tarda primavera del 1993, a lungo ho maledetto Angelo Moore, il cantante e leader dei Fishbone, ed i suoi sei compagni. Per un semplicissimo motivo: non sono mai riuscito a scrivere tutto il chilometrico titolo dell'album in un una delle mia affezionate musicassette al cromo.

Disco che in tutta onestà non raggiunge le prodigiose ed irrangiungibili vette del loro indiscusso capolavoro "The Reality of my Surroundings" (anche qui niente male come lunghezza); ma cinque stelle ce le piazzo lo stesso.

La discesa è stata molto più breve; sono a casa. "Come è andata papà?" così mi accoglie il mio Diamante Grezzo, preoccupata soprattutto dell'integrità del suo telefonino. "E' stato tutto meraviglioso Elisa" è la mia ovvia risposta.

"Adesso son tranquillo, come un'anatra sul lago" (Cit. Lucio Battisti in "Ami ancora Elisa").

Ad Maiora.

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