"Standosene quieta, senza fare nulla, la primavera viene, e l'erba cresce spontanea" (antico detto ZEN).
Anni 70' e dintorni, l'erba cresceva spontanea. E un pò tutti se la fumavano. Certo, magari a noi comuni mortali non avrebbe ispirato al punto tale da scrivere una canzone come questa. Non ci avrebbe fatto pensare che un semplice colpo di tosse ], potesse divenire uno degli incipit più famosi di tutta la storia dell'heavy rock.
Tra le persone "normali" di quel meraviglioso periodo, c'è stata anche gente che per fortuna è rimasta assuefatta solo (o quasi) dai propri idoli. Spirito di emulazione? Forse si. Ma con una buona dose di talento misto a pazzia. Se a quei tempi chiedevate a Shinki Chen (leader del gruppo giapponese: "Speed,Glue & Shinki"), chi fosse per davvero Jimi Hendrix, lui vi rispondeva con assoluta certezza: "Io!". Se per caso vi foste imbattuti in quel simpatico capellone di Joe Yamanaka, cantante della: "Flower Travellin' Band", avreste avuto davanti a voi una specie di Ozzy Osbourne dagli occhi a mandorla, ma decisamente più educato.
Sabba nero filo conduttore, "sabba nero in chiave orientale" che sprizza da tutte le parti: eccovi serviti "Satori", secondo album in studio della più importante heavy rock band del Sol Levante dei primi anni 70'. Urla ancestrali, ritmi lenti e spettrali: la marcia funebre può avere inizio.
La "parte 1" ] di un disco suddiviso in cinque capitoli, è quanto di più inquietante e intrinsecamente vicino al sound dei loro Maestri europei. Caratteristica essenziale dell'intero lavoro, è l'uso smodato della chitarra a mò di sitar(strumento a corde indiano), che in certi passaggi sembra quasi trasformarsi in un lamento ipnotico e psichedelico, che abbinato all'incedere pressante delle percussioni, dà la sensazione di cadere in un momentaneo stato di trance: la "parte 2" che ci propone la band di Tokyo è l'espressione più pura della cultura musicale d'oriente. Incuriositi? Allora mi fermo qui, non prima di avere accennato ad un frenetico intermezzo blues presente nella parte centrale; certamente il pezzo con più groove, di sicuro quello più divertente.
L'avete mai sentita una cover di "Black Sabbath" meglio di questa? Se la risposta è : "mmm... forse no!", non fate gli indugiosi, provate ad ascoltare la band che è stata maggiormente fedele al culto del dio-IOMMI.
Sayonara!
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