Una stretta al cuore, la sensazione di sentirsi realizzati... questo provo quando ascolto un qualsiasi disco di Francesco De Gregori... con la sua voce fine, un po' monocorde e in alcuni passaggi leggermente stonata... oppure mentre cerco di comprendere un suo testo, cerco di dargli un senso... posso passarci giorni, mesi, anni e probabilmente sarà tutto inutile. Ma a me piace così...
E quando ho saputo volgarmente dalla stampa che il vecchio Francesco si sarebbe esibito in quel di Fossano è partita la corsa per i rimanenti biglietti...
Così il 15 marzo si arriva abbastanza tranquillamente al palazzetto dello sport... dopo un po' di fila riesco finalmente a scorgere il palco e con sorpresa scopro di non essere l'unico ragazzino in mezzo ad un oceano di quarantenni e uomini sulla cinquantina e passa, il pubblico è infatti molto vario: vi sono classici comunistelli con il bottiglione alla mano, giovani con più o meno la mia età e poi gli adulti di cui parlavo prima, seduti comodamente sulle gradinate della struttura...
Mi ricordo che quando le luci si sono abbassate io stavo chiacchierando con un ragazzo e la sua tipa, perciò non mi accorsi subito che era arrivato il momento... De Gregori arriva sul palco in muta blu e cravatta rossa, il capo è coperto dalla classica tuba scura... dietro agli occhiali si nota uno sguardo compiaciuto... fa un cenno al chitarrista solista della sua band e si può iniziare... al primo pezzo tutti ci guardiamo straniti, come per dire, "ma che canzone è?", tuttavia riesce a coinvolgere e mostra la perfetta forma del gruppo... scoprirò poi che il pezzo è "Celebrazione", tratto dal nuovo album...
Il concerto procede rapidamente, da notare il sound, molto più rumoroso e con aggiunta di assolo chitarristici eseguiti benissimo da Paolo Giovenchi... La pecca di questo nuovo arrangiamento è che se funziona a meraviglia sui pezzi movimentati come "Adelante Adelante", forse risulta un po' fuori luogo su altri come "Rimmel"... La scaletta comprende canzoni da tutta la carriera senza nulla togliere... Durante la prima parte in cui compaiono "Titanic", "I muscoli del capitano", "L'abbigliamento del fuochista" e "Raggio di Sole", Francesco se ne va in giro per il palco e dialoga con il pubblico, gli è bastato pochissimo per familiarizzare... il suo solito sorrisetto sincero nascosto dietro la barba grigia denota esperienza, l'esperienza di un distinto signore sul viale dell'anzianità, ma che sa esattamente cosa vuole e cosa il pubblico desidera da lui...
Ed è così che poco dopo la metà del concerto arriva il momento topico... Accordi di chitarra acustica e il maestro che si sporge sul microfono, "Generale dietro la collina...", esplode un boato, tutto il palazzetto che canta... la medesima cosa succederà con "Pezzi di Vetro", "Vai in Africa Celestino", "La leva Calcistica del ‘68", "Rimmel" e "La Donna Cannone"... delirio puro, sembra un concerto rock, anzi no, questo E' un concerto rock... Cala il sipario, Franceso saluta tutti con un "Grazie a tutti, è stato bellissimo... buonanotte!"... ma noi del pubblico sappiamo che non è finito e infatti la band torna sul palco e suona ancora un pezzo nuovo, "Per Brevità Chiamato Artista" e la classica "Buonanotte Fiorellino", completamente stravolta...
In conclusione posso dire che sono rimasto molto soddisfatto e che un evento del genere dovrebbe essere da esempio a tutti quei pupazzi che "cantano" sul palco dell'Ariston...
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