PUTTANA, PUTTANA, PUTTANA LA MAESTRA!

Francesco Tricarico non è uno stupido.
Francesco Tricarico è solo Francesco Tricarico.
Francesco Tricarico, si, proprio lui, quello che nel 2000 ci fece cantare allegramente "...puttana, puttana, puttana la maestra...", quello che abbiamo imparato a conoscere come un grande bambinone con la fissa per la musica, quello che perse il padre aviatore a soli tre anni, quello diplomato in flauto dolce al Conservatorio di Milano, quello che aprì i concerti di Jovanotti per il suo "Quinto Mondo Tour", quello che etc. etc. etc. ...si, comunque è proprio lui a cui mi sto riferendo, il cantastorie dei nostri tempi, quello che nel 2004, dopo aver esaurito gli allegri tormentoni, se ne uscì con "Frescobaldo nel recinto", album che ora vado a recensirvi.

"Frescobaldo nel recinto" non è un album propriamente alla Francesco Tricarico; inanzitutto c'è da dire che il disco è nato grazie all'incontro di Francesco con Patrick Benifei (Casino Royale, Soul Kingdom) e Fabio Merigo (Reggae National Tickets), due grandi musicisti di tutto rispetto che sono riusciti a dare una grande svolta sonora al nostro "eroe sognatore"; non so se questo sia stato un male o un bene, fatto sta che le atmosfere oniriche delle prime canzoni sono scomparse, i suoni da tastierina giocattolo stile anni '80 sono stati modernizzati e di canzoni che rimangono impresse nella mente al primo ascolto non ve ne sono più tracce, tutto questo proprio perchè Tricarico è cresciuto, è cambiato, è stato addestrato a non essere più lui ma a darsi un tono più da cantautore impegnato. Questa volta il trucco non è riuscito e il disco non ce l'ha fatta a scalare le classifiche; mi ricorda il Piotta: quando faceva canzoni sceme vendeva e quando ha iniziato a fare pezzi un poco più introspettivi è stato abbandonato a se stesso perchè la gente non lo riconosceva più e quindi non lo accettava con la sua nuova veste.

Il genere non è propriamente classificabile, possiamo dire che è una specie di pop pseudopoelettronico unito a del R'n'B alla buona con l'aggiunta di qualche spruzzo di pianoforte e chitarra acustica per dargli quell'aria da disco cantautoriale (ah, dimenticavo... ci sono anche gli assoli di chitarra elettrica). I testi sono un pò meno (ma proprio un pò meno) infatili, l'autobiografia rimane presente come le liriche dedicate alla speranza di riuscire a stare bene con se stesso e con il mondo, l'elemento del sogno persite e Tricarico trova anche il tempo di parlare di amore in maniera più cosciente e personale come fa nelle bellissima "Cielo rosa", ballata semplice ma molto incisiva, immaginatevi un bambino dello Zecchino d'Oro che canta con phatos una canzone di Baglioni nello studio dell'Albero Azzurro. In "Formiche" torna il modo che questo grande bambinone ha di vivere le cose in modo surreale: il nostro protagonista non vuole più tornare a casa perchè quest'ultima è invasa da delle formiche che la fanno da padrone, il protagonista (Francesco) si traveste da formica ma il piano fallisce e lui decide di non tornare più e scappare via lontano; dietro questa canzone, superato il lato allegorico, c'è sicuramente tutto un discorso personale che va a toccare in profondità la vita di Francesco... non fermiamoci all'apparenza delle cose e stiamo attenti a non confondere Tricarico con un artista demenziale perchè non è così.

Tra le altre canzoni che mi hanno veramente colpito, e non sono poi così tante, ce ne sono due in particolare: "Ragazza little" (titolo orribile) e "Mamma no". La prima, dal ritmo R'n'B italianizzato, racconta la storia di una Cenerentola moderna e la seconda è un pezzo assai minimale, assai Tricarico vecchi tempi, con il testo che si base su una serie di domande e risposte ("tu la vuoi la fidanzata? no! tu lo vuoi il compleanno? no!"). C'è da notare come tutto, compreso il titolo del disco, vada in qualche modo a toccare il mondo delle fiabe, i testi prima di tutto e a seguire le strumentali da pifferaio magico. "Frescobaldo nel recinto" non è affatto un brutto album però Tricarico ha perso qualcosa di molto naturale, nel modo di raccontare, che gli veniva spontaneo nei primi lavori; per questo motivo ho deciso di dare solo tre stelle a questo lavoro, sperando in un nuovo album di Francesco all'insegna, si dell'evoluzione, ma anche della naturalezza. Grande poeta questo Tricarico!

p.s.
Ascoltatevi la bellissima "Solo per te", canzone non presente in questo disco ma che fa parte della colonna sonora del film "Ti amo in tutte le lingue del mondo" di Leonardo Pieraccioni; film in cui Francesco fa un piccolo cameo a metà film.

p.p.s.
La copertina è da malati!

Tracklist:

1) Animali
2) Sposa laser
3) Ragazza little
4) Mamma no
5) Acquedotto fosforescente
6) Cavallino
7) Formiche
8) Cielo rosa
9) Ogni giorno
10) Sommergibile blu

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