وَلَقَدْ خَلَقْنَا ٱلْإِنسَـٰنَ وَنَعْلَمُ مَا تُوَسْوِسُ بِهِۦ نَفْسُهُۥ ۖ وَنَحْنُ أَقْرَبُ إِلَيْهِ مِنْ حَبْلِ ٱلْوَرِيدِ

Antica stuoia, giammai abbandonata, di trama ed ordito cadmio indaco e cinabro.

Ascolta, bronzea malachite, statua di sabbia d’argilla e di bitume.

Attendi, alfine, la tua spoliazione.

Un rituale per percussioni tastiere e antri stalagmitici ed umbratili.

Svuotati le tasche ed il torace.

Lascia qui quel che possiedi, senza eccezione.

Quel che possiedi non è quel che qui lascerai: un monile risplende nelle tue mani vuote.

Questa voce di Shahrazād, afona e taciturna, dice di notti e di stelle pestate in un mortaio.

Attingi, rimestandovi appena, per l’inesausto tuo desìo.

Mai s’interromperà, questa ventata mista a sabbia e saliva —di sangue e di sacertà— che ha nome rivoluzione.

Elenco tracce testi e samples

01   Sequenze e frequenze (16:22)

La maestra in estate
ci dava ripetizioni
nel suo cortile.
Io stavo sempre seduto
sopra un muretto
a guardare il mare.
Ogni tanto passava una nave.
Ogni tanto passava una nave.
E le sere d'inverno
restavo rinchiuso in casa
ad ammuffire.
Fuori il rumore dei tuoni
rimpiccioliva la mia candela.
Al mattino improvviso il sereno
mi portava un profumo di terra.

02   Aries (05:27)

03   Aria di rivoluzione (05:02)

04   Da Oriente ad Occidente (06:33)

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Altre recensioni

Di  DanteCruciani

 Ha trovato la giusta "sequenza" di suoni volatili e vetrosi e comincia a vagare su di essa.

 La memoria è un turbine che stilla miele e magiche sequenze di celluloide, e che danza su ritmi tribali.


Di  Giammotto

 Pura psichedelia nostrana.

 Uno dei dischi più belli degli anni '70 italiani.