Sulle Corde Di Aries, Franco Battiato 1973
Franco Battiato è un artista controverso sotto moltissimi aspetti, tacciato di totale incapacità musicale e di falso intellettualismo fine a sè stesso, ma anche idolatrato da moltissimi fans di tutto il mondo e di diversi orientamenti musicali. Il suo primo periodo musicale fudedicato interamente alla sperimentazione e ad una forma di "Etno-progressive" che in "Sulle Corde Di Aries" prende pienamente forma.
Il disco si apre con una lunga suite di impressionistica bellezza: Sequenze e Frequenze. Il testo richiama l'infanzia di Battiato (che molto spesso ricorrerà nei dischi a seguire) con parole pronunciate con misurata lentezza, che si imprimono vividamente nella mente dell'ascoltatore. Dopo i primi 5 minuti inizia il viaggio. Pura psichedelia nostrana.
Tastiere a tutto spiano, chitarra classica in sottofondo ed elettronica, tanta, moltissima elettronica a contornare tutta la meraviglia di quest'incantesimo.
Le tastiere richiamano molto la ripetitività e la semplicità di molte composizioni New-Age, ma il tutto è animato da una vaga e sempre presente atmosfera emozionata, coronata dall'ottima prestazione del tenore Rosella Conz, che richiama le atmosfere di grandi dischi Inglesi ben più valutati (Island con la sua Formentera Lady su tutti). Finito il primo viaggio, ha inizio il secondo.
Aries.
Uno strumentale di meravigliosa bellezza.
L'inizio è segnato naturalmente dalle tante tastiere, che accompagnano con dolcezza l'arrivo dei ritmi caldi che evocano immediatamente atmosfere esotiche e accecate dal sole, o da una tempesta di sabbia. Ma la folgore che qui Battiato scaglia con nonchalance è un'altra, nella calma improvvisa, mentre gorgheggia sul dolce mandolino Gianni Mocchetti ecco Gianni Bedori,che si fionda in un meraviglioso assolo di Sax, di sfolgorante bellezza, che accompagna dolcemente il brano nella chiusura.
Si respira Jazz, e si respira aria di spazi immensamente aperti,dove le culture confluiscono l'una nell'altra e si mischiano, in un meraviglioso melting pot musicale, che mai più battiato replicherà così bene in un brano di soli 5 minuti e mezzo,
Segue il brano che personalmente apprezzo di meno (ma che è l'unico che Battiato in seguito porterà in varie riedizioni e raccolte), ovvero Aria di Rivoluzione, il testo rimane di primissimo livello con una sorta di narrazione in tedesco di vari eventi nella II Guerra Mondiale, sormontata da un impianto percussionistico molto simile a quello di "Aries". Bellissimo brano ugualmente.
La chiusura del disco è affidata alla meravigliosa Da Oriente ad Occidente, che amplia il concetto espresso in Aries e trasfigura musicalmente un vero e proprio spostamento dalle coste italiane verso Est in 6 minuti di onirica bellezza. Prima chitarra classica, che velocemente viene rimpiazzata dalla meravigliosa Sila Greca, che lascia il posto alle percussioni di Gianfranco D'Adda, e per gli ultimi 3 minuti a strumenti esotici tipicamente cinesi, percussioni indiane e oboe, a coronare il finale di uno dei dischi più belli degli anni '70 Italiani.
Insormontabile opera d'arte.
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