14 Giugno, Stadio Braglia di Modena: gli sconosciutissimi Gallows appaiono in Italia come supporters dei Rage Against The Machine.

Capeggiati da uno schizzato scheletrico dai capelli rossi completamente ricoperto di tatuaggi (il cantante Frank Carter, di professione appunto tatuatore), fanno la loro porca figura sul palco: molto porca, visto che per farsi notare hanno ingaggiato una battaglia a lattinate di birra col pubblico...

Ma questo è niente, basti pensare che durante un live nella loro terra natia, l'Inghilterra, il tattooed leader si è procurato un colpo di frusta talmente pesante che i medici ritenevano fosse stato investito. Insomma, i Gallows non sono di certo dei ragazzi tranquilli; al contario, si sono creati una reputazione per queste loro "movimentate" performance.

I cosiddetti "Punk di Watford" hanno all'attivo un solo album, "Orchestra Of Wolves", appunto.

Autoprodotto, questo disco vede la luce nel 2007 grazie alla In At The Deep Records, per poi essere distribuito negli Usa dalla Epitaph e in Europa dalla Warner Bros, ben accolto ovunque da critica e pubblico.

Ci troviamo di fronte ad un album a mio avviso del tutto particolare, già dalla copertina, quasi un omaggio alle atmosfere horror dei B-movies sugli zombie: il materiale proposto non è semplice punk hardcore, ma un qualcosa che esplora i percorsi più estremi che il genere può offrire, a volte talmente rabbioso da risultare inadatto per essere racchiuso in un disco.

La voce di Carter è, infatti, sempre sguaiata e strillante, prettamente punk, ma adatta a viaggiare assieme a melodie stridenti, ipertese, claustrofobiche, violente e sfrontate: tutto sembra provenire dal live più incazzato di questo mondo, quasi una protesta contro la "chiusura" dentro a un cd.

E così "Orchestra Of Wolves" vola via in un soffio, composto com'è da dodici pezzi velocissimi, da non più di tre minuti l'uno (36 minuti la durata totale dell'album), pieni di riff di chitarra energici, cambi di tempo improvvisi, cori a più voci e ritmi mai statici, in continua evoluzione.

Spiccano tra tutte le apocalittiche "Come Friendly Bombs" e "Abandon Ship", l'incazzatissima "Six Years", la più melodica "Rolling With Punches" e la title track "Orchestra Of Wolves", interessante anche per il testo (uno stupratore parla di una sua violenza carnale).

Intendiamoci, questo disco non è di certo eccelso, ma è una vera e propria bomba ad orologeria, quanto mai interessante, da ascoltare e riascoltare.

Coraggioso.

[We're not the same ones you and me
If we were the same ones
I'll draw this knife across my throat and bleed it dry

- Come With Bombs -]

(E' la mia prima recensione, siate clementi!)

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