Troppo, troppo sottovalutati e sconosciuti. Il merito elevatissimo che ha questo ensemble è quello di essere arrivato qui, dopo sei splendidi album in studio, dimostrando coerenza e sensibilità senza pari e tutto senza fare botti di mercato, senza aver mai svenduto una sola nota del repertorio e senza preoccuparsi minimamente di dover, in qualche modo, "sfondare". Certo è che la loro conoscenza è spesso più alta all'estero, rispetto al suolo natio. Quindi questo è il loro settimo album e pur essendo una conferma di quello che è stato il loro approccio musicale fin dall'inizio, devo riconoscere anche un bel passo avanti, sia nella ricerca sonora, sia nello stile compositivo, per raggiungere un risultato di grande spessore e attualità.

Fondamentalmente siamo al cospetto di una eterogenea miscela di musica classica, cameristica, jazz, spunti etnici e folk, il tutto passato attraverso il prisma del progressive. Tutto questo non deve assolutamente trarre in inganno, perché la musica dei gatto marte è dosata in maniera da non pesare mai: il loro discorso musicale è complessivamente quello di proporre percorsi "leggeri" ampiamente leggibili anche da chi non mastica abitualmente avanguardia e temi ostici. Qui si tratta di voler unire il linguaggio colto con la vivacità e la spensieratezza della musica di accesso più immediato, tanto che spesso, e anche recentemente, il lavoro del gruppo è richiesto per musicare film muti. "Sogni di Bimba" arriva dopo lo splendido "Marachelle" e amplifica il discorso già avviato che vede un maggior apporto di musica etnica e folk, spolverando quindi quello che è l'approccio tipicamente classico del gruppo, di particelle se vogliamo anomale, ma che rendo tutto arioso e originale, straordinariamente contemporaneo. Tutto questo è possibile grazie alla grande perizia tecnica della band che riesce a mascherare passaggi anche complessi o spesso addirittura intricati, con l'esercizio calligrafico, in una scrittura che è pura armonia, così che le alternanze, gli alti e bassi, i contrappunti e la ricerca abbiano qualità così elevata da rendere tutto straordinariamente elegante.

I quattro ragazzi: Nino Cotone al violino e percussioni, Giuseppe Brancaccio al fagotto, Maximilian Brooks al piano e percussioni e il group leader, compositore Pietro Lusvardi al basso, doppio basso, banjo, harmonica e percussioni, sono coadiuvati da altri strumentisti e la loro provenienza da Conservatorio è chiarissima.

I 15 brani si sviluppano come brevi sequenze che lasciano correre l'immaginazione ai sogni del titolo, e fantasticare di questa bimba che ora con il cerchio ("Puella"), ora con un fiore ("Rosa)", ora con la maschera di carnevale o con qualche amico ("Carnevale sopra le nuvole, " Luca") gioca, scorazza e si diverte nell'allegria di un giorno fresco di giugno, è un bel pensare, rilassante, per trovare una certa pace con sé stessi.

Un ottimo disco, forse non il loro migliore che resta, per me, "Leolombrico" del 2003, ma questo è nuovo, appena uscito e, ogni tanto, mi va di parlare anche di una novità.

Sioulette.

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