Era il 2014 quando venne rilasciato "Niagara", un Ep che, nonostante la breve durata e il forte piglio pop, rappresentava uno dei migliori prodotti hip hop della scena nostrana in quell'anno. A tre anni di distanza il rapper romano sembra riconfermare il corso preso, creando quello che si può considerare il proseguio del celebre Ep: "Indiana". Se nel suo primo album Gemello aveva creato uno stile basato su un sovrapporsi di frasi (nonsense, personaggi della cultura pop, citazioni di film, frasi gergali...) che andavano a costituire un flusso di coscienza, un vero e proprio fiume di parole inarrestabile, già da tempo si era notata una leggera virata nel flow e nella scrittura del celebre ex-In the panchine. La maturazione e la lontananza dalle scene per Andrea Ambrogio diventano messa a fuoco e capacità di sintesi: meno parole, maggiore incisività. Se per l'intimista "Niagara" questo nuovo regime aveva portato giovamento, nel nuovo Ep capita a volte di sentire una minore coesione o debolezza di scrittura, seppur minime, nei testi, soprattutto quando il rapper romano fa il verso a colleghi ben più noti di lui, come nel singolo "Sirena" (la più debole del lotto, a mio parere). Nonostante ciò permane uno stile particolarmente onirico, nel quale si sovrappongono immagini e significati, quasi si volesse andare a creare nella testa dell'ascoltatore un enorme frattale di persone, parole, frasi, oggetti ed edifici, molto simile ai quadri prodotti dall'Ambrogio-pittore, attività portata avanti in parallelo rispetto a quella di rapper. Brani come "Nostalgia III" (la quale non potrà che mandare in visibilio i fan di vecchia data), "La parte migliore" o "Incognito" sembrano essere le migliori dell'ep e, probabilmente, quelle in cui il dialogo sordo tra l'io-narrante e la propria metà risultano essere più efficaci. Menzione a parte per le basi, prodotte da Sine: veramente di ottima qualità, con accenni trap, vaporwave e lo-fi, e che mantengono una verve originale che ben si amalgama con i testi. La copertina è un dipinto di Gemello.

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