Quando i Genesis si riuniscono in studio nel 1980 per lavorare al nuovo album molte cose sono cambiate e stanno per cambiare .Sono ridotti a tre, ormai non ci fa più caso nessuno, il rock progressivo è quasi definitivamente passato all'album dei ricordi. La vera novità da questa data in avanti sarà il loro approccio alla composizione, se infatti negli anni precedenti molti pezzi venivano scritti e provati prima di andare in studio, da Abacab in poi non è più così. Infatti Collins e compagni si recano in studio senza niente su cui lavorare, neanche un'idea, tutto lasciato alla momentanea ispirazione. Il primo risultato di questo esperimento è il tanto bistrattato e attaccato da ogni critico Abacab.

Il disco lo si incomincia a capire già dalla cover, niente più disegni sognanti, solo delle macchie colorate (diverse da paese a paese) con il logo della band scritto in corsivo nero e il titolo dell'album in minuscolo. Fatta questa dovuta descrizione passiamo ai pezzi:
Abacab: il disco si apre con questo potente pezzo sospeso fra un'anima rock,una faccia quasi dance e una coda lunghissima strumentale.Il curioso titolo deriva dalle strofe , che Banks indicò nella loro successione e il loro ripetersi proprio con le lettere A,b,A,b e così via. Il pezzo è molto coinvolgente , un testo enigmatico e dal vivo sarà veramente una bomba.
No Replay At All: prima nota dolente dei genesis, fiati degli Hearth Wind And Fire, ritmo danzereccio, uno dei loro pezzi più brutti.
Me And Sarah Jane: capolavoro di Tony Banks, è l'unico pezzo che nasce ,almeno nel testo da un'idea precedente. La canzone parla delle strane idee e immagini che possono affollare la mente di una persona nel dormiveglia. La Sarah jane del titolo è totalmente inventata, la musica è coinvolgente nel suo incedere quasi reggae, la voce di Collins la interpreta benissimo, che dire il pezzo migliore del disco.
Keppe It Dark: pochi accordi di chitarra,un ritmo ipnotico e irritante fanno di questa canzone uno di pezzi più pesanti dell'album.
Dodo/lurker:un pezzo molto vicino alle sonorità di Duke (Behind The Lines, Man Of Our Times..) bello anche se la parte in intermezzo (Lurker) funziona meglio dal vivo.
Who Dunnit: mio Dio, Banks spara note monofonioche con il Synt, e Collins canta un testo ridicolo: bruttissimo(dal vivo verrà eseguito con un curioso siparietto e fischiato un po' ovunque ).
Man On The Corner: semplice canzone pop di Collins.
Like It Or Not: vedi sopra , stavolta di Rutherford.
Another Record: chiusura banale con una canzone che ricorda molto alcune cose soft già fatte in Duke, come Alone tonight.

Che dire un disco che nel suo lato sperimentale e di rottura risulta incompleto (la vera rivoluzione arriverà solo nel 1983 con Genesis), lo si incomicia a sopportare dopo molti ascolti, ma nulla di più.

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