Nel 1981 i 3 superstiti dell'epica band dei Genesis registrarono uno dei loro album più criticati, e al contempo uno dei più sperimentali ed "elettronici".

Ho deciso di scrivere questa recensione per difendere l'album dalle critiche detrattrici, che trovo assolutamente ingiustificate, e sopratutto inappropriate riferite a Phil Collins, anima ritmica e unica ragione per cui i Genesis negli anni '70 girarono a meraviglia. il suo contributo non fu solo musicale (anche se le sue doti da batterista di impronta jazz resero i dischi dell'annata magica vivi e pulsanti) ma sopratutto da "collante" per tutti gli altri membri. All'interno del gruppo c'erano fortissime tensioni tra Tony Banks e Peter Gabriel, personalità forti che seppellivano letteralmente quelle di Mike Rutherford e Steve Hackett. Phil fu un batterista giocherellone, rilassato, sempre disposto a matter pace, mai propenso a prese di posizione! quando Gabriel e Hackett se ne andarono inevitabilmente la band si trovò a dover affrontare una situazione estremamente delicata: spostarsi verso le magnficenze nostalgiche di Rutherford (Smallcreep's Day, rivelatosi una meteora) o seguire la scia del novello successo pop di Collins? intrapresero una strada mezzana, con la presenza di Banks, che comunque era in cerca di successo (basta vedere il suo primo album, A Curious Feeling, tutto meno che prog e musicalmente incontaminato) che in silenzio trasformò il sound della band, introducendo più moderni synth e premendo l'accelleratore sulle doti pop della voce del batterista. Ricordiamoci che era lui il primario compositore là in mezzo!

Dopo questo cappello, inziamo col disco, e nel dettaglio con la title track: "Abacab", canzone orecchiabile e rockeggiante, dal testo simpatico e incomprensibile, arricchita da una eccezionale coda strumentale "old school revisited", con synth in primo piano e batteria molto meno free form rispetto al passato, effetto collaterale dell'impronta vagamente dance e pop del brano e del disco intero.

Segue "No Reply At All" canzone gustosissima, ricchissima di stacchi batteristici molto "funkeggianti". E' considerabile sperimentazione? In questo caso propendo per il no, il brano è palesemente un tentativo di acchiappare qualche buon posto nelle charts, ma la qualità non è considerabile bassa, e il pezzo in questione resta molto godibile e fluido, come un buon brano pop dovrebbe essere, ma arricchito dalle indubbie qualità dei Genesis. "Me And Sarah Jane" è la classica composizione di Banks dai toni delicati e ricercati, ricca di tastiere e povera nel resto, il pezzo che avrebbe dovuto confondere i fan più accaniti del pianista ma che ad una seconda analisi si rivela un tentativo di lecchinaggio.

"Keep It Dark" invece premi il pedale sulla ricerca di nuove sonorità e nuovi schemi ritmici, la batteria è in levare e il riff in battere, ma in un primo momento sembrano invertiti. Peraltro questo riff si ripete ininterrottamente per tutta la durata della canzone, e sopra di esso vengono fatti risuonare decine di accordi diversi, che si trovano sempre bene e al loro posto, con un vago effetto di dissonanza. Anche se vagamente irritante per via dell'insistenza del tema, il brano rivela un bel testo e mostra al 100% quel che i Genesis sapevano fare, evoluto in una nuova forma anni '80 con genio inalterato.

Segue il miglior pezzo del disco, un "Hard Rock-Funk" chiamato con l'assurdo nome di "a) Dodo b) Lurker". La canzone è nervosissima, ricchissima di cambi di tempo e continui spiazzamenti dell'ascoltatore, con un testo in parte comprensibile e in parte comprendente l'indovinello del "Submarine", nella parte denominata "Lurker" dove i ltesto si riferisce ad un oggetto che vaga per i fondali degli oceani, e che trova suo completamento nella canzone "Submarine", non facente parte del disco ma assolutamente degna di entrarci, un'altra perla relegata come B-side purtroppo. Perfetto sotto ogni punto di vista, il brano si spinge nei territori dell'hard rock, tanto a lungo snobbati dai G.

"Who Dunnit?" è molto chiaramente una provocazione, bisogna considerarlo come tale o come canzone? pensateci: una canzone terribile che si chiama "chi l'ha fatto?" e che nel testo ripete continuamente "I didn't, I didn't do it". O è genio oppure una sorta di richiesta di aiuto: non siamo noi (Genesis) a voler fare questo, non siamo noi a volerlo. Si riferisce forse alla svolta pop? "Man On The Corner", altra canzone delicatissima del duo Banks\Collins, molto pop e decisamente vuota poichè privata del drumming acustico di Phil, qui assegnato ad una Drum Machine trita e ritrita da anni '80. Segue "Like It Or Not", altra leggera caduta di stile. E il disco si conclude con l'autoironica "Another Record" che narra di un vecchio rocker in cerca di dischi da incidere, altra celata richiesta di aiuto?

Per niente un brutto disco, risente pienamente dell'avvento degli anni '80 con lati positivi e negativi, sta a voi decidere quali dei due siano preponderanti.

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