Le "Platinum Collection". 

Negli ultimi anni diverse band (o chi per loro) hanno ceduto davanti a questa ennesima trovata commerciale. Se, però, il racchiudere i momenti migliori della propria carriera musicale in tre CD può anche essere una buona idea per alcuni gruppi o cantautori, per i Genesis è quanto di più assurdo, inutile ed infamante si possa pensare.
Infatti, finchè si trattava per Collins, Rutherford e Banks di raccogliere i loro singoli di successo fra il 1979 e il 1991 (cosa che comunque avevano già, più volte, fatto), andava anche bene; ma in questa Platinum Collection accade qualcosa di orribile!   

Basta osservarne la copertina, nella quale compaiono sei figure prese dalle cover di diversi album della band, per capire a cosa mi sto riferendo: infatti, circondate da una bruttissima mano e da un'ombra altrettanto brutta di un omino con un braccio rivolto verso il cielo, ecco comparire la donna con la maschera di volpe, indimenticabile simbolo di Foxtrot, e la bionda Cyntha nell'atto di decapitare il suo povero fratellino Henry (se vi dico "The Musical Box" vi viene in mente qualcosa?).                                                                                           

A ricordare gli anni già traballanti ma non ancora del tutto crollati della band inglese rimangono un bandito spaventato (A Trick Of The Tail) ed un "duca" vestito di verde, che  ricorda vagamente un timido Banks che guarda nostalgico al passato, ma sa bene che gli conviene continuare ad "ingrassare".

In poche parole i Genesis non si sono vergognati di mettere, o lasciare che altri mettessero allo stesso livello i loro grandi capolavori del passato remoto e le cagate (perchè cagate sono, senza tante eccezioni) del passato prossimo?

Vabbè, dopo questa necessaria prefazione cominciamo a parlare della raccolta. I tre dischi ripercorrono a ritroso la carriera della band, dal 1991 al 1970 (ci sarebbe dentro anche Calling All Station, del '98, ma non lo considero un disco dei Genesis). Questo fa sì che in un certo senso più si va avanti più la musica diventa bella, ma questo è soggettivo. Oggettiva è, invece, l'oscenità del primo CD (1991-1981), per il quale non spenderò inutili giri di parole. Il poco di ascoltabile che c'è qui dentro si riduce a "Mama", "Home By The Sea" e "Second Home By The Sea", tutte estratte dal mediocre album Genesis (1983); per il resto si alternano 13 patetiche canzoncine pop, un pò malinconiche un pò allegre, ma sempre e comunque vuote. Non smetterò mai di chiedermi come abbiano potuto raggiungere il successo smisurato che ancora oggi le fa ricordare, brutte come sono.

Per il secondo disco (1981-1976) il discorso cambia: ci sono ancora momenti alquanto tristi ("Keep It Dark", "Misunderstanding", "Follow You Follow Me") , ma il pop che ci scorre nelle orecchie è un pò più elaborato e può piacere. "Abacab"  e "Turn It On Again", sono validi esempi di quanto sopra affermato.  E se la mini-suite "Behind The Lines"/Duchess", dall'album Duke (1980), ad alcuni lascia ancora l'amaro in bocca, dalla più che discreta "Undertow" in poi si comincia davvero a ragionare. I brani tratti da Wind And Wuthering ('77) e A Trick Of The Tail ('76), con l'eccezione della mielosa "Your Own Special Way", mostrano infatti una band ancora determinata a fare buona musica,  e che lascia al grande Steve Hackett (ascoltatevi "In That Quiet Earth") quello spazio solista che non era del tutto riuscito a conquistare in The Lamb Lies Down On Broadway. Il chitarrista però si era probabilmente accorto che nelle menti dei suoi compagni avevano cominciato a infiltrarsi germi a lui poco cari. E così lasciò intelligentemente che la band compiesse la sua svolta verso il pop da classifica senza la sua compagnia.

Terzo disco (1974-1970).

Ma tò? I produttori di questa raccolta hanno addirittura deciso di dedicare un intero disco al periodo più fecondo della band, quello con Peter Gabriel alla voce. Ma potevano anche evitare, in quanto è proprio questo terzo CD la parte più patetica del cofanetto. Perchè? Vi rispondo subito: ogni canzone dei Genesis (quelli con Peter) ha senso se ascoltata in un ben determinato concetto, ovvero quello dell'album in cui al suo tempo venne inserita. Mi spiego meglio: come puoi ascoltare "The Lamb Lies Down On Broadway", "Counting Out Time" e "Carpet Crawlers" separatamente dal resto del concept? Oh, certo, le ascolti lostesso, ma non riesci ad apprezzarle del tutto. E la stessa cosa vale per le altre sei canzoni di questo terzo CD, tutte stupende indubbiamente;  non mi soffermo a descriverle (come vorrei) solo perchè su questo sito gli album da cui sono tratte sono già pluri-recensiti, ma ve lo ripeto ancora, sono brani che non hanno alcun significato piantati dentro ad un "The Best Of".  

Quindi, per concludere, se non conoscete nulla di questo gruppo non commettete lo stesso errore nel quale due anni fa è ingenuamente inciampato il sottoscritto: se avete 30 euro da spendere non li sputtanate in questa stronzata (alla quale non posso dare più del voto che le ho assegnato, in quanto è totalmente inutile) ? Compratevi Foxtrot, o Selling England By The Pound, o quel che vi ispira di più, ma non la Platinum Collection. E se volete un piccolo consiglio non vi preoccupate di ciò che i Genesis hanno fatto dopo il 1981. Vi assicuro che non vi perdete niente.                                                                                                                                                    

Carico i commenti... con calma