A collective from Manchester with an ever-rotating list of members (Ingnodwetrust, 2011)

Coetaneo del sopraindicato, Chaudelande Vol.1 rappresenta a parer mio uno dei migliori ingressi nell’ecosistema musicale della banda, con ormai qualche chilo di dischi volanti sulle spalle. Questi tre soli brani di psichedelia ipertrofica il cui l’humus ha il sapore di un rock acido che la pensa come il drone, riassumono in larga parte la complessa dimensione del collettivo.

Basterebbe questa

The Vertical Dead è una lunghissima digressione sonora che occupa la seconda facciata e chiude il disco, una massa sfilacciata di suoni e sperimentalismi di matrice krautrock che prendono spesso e volentieri il largo; ciò esemplifica al meglio i restanti brani nei connotati: mancanza di sapore da registrazione in studio, eccessivo espressivismo sonoro, continua elusività delle distorsioni, strutture dalle traiettorie sonore che perdono continuamente direzione evaporando a tratti; un’allucinata processione di suoni verso la trafilatura dei sensi, cantata come la guida di un rituale che evoca Suicide, Hawkwind, Chrome ed un qualsivoglia nume tutelare della psichedelia noise.

Registrato in Francia, galleggia e si dilata componendo assieme ad un altro volume un’opera estesa, e sono convinto che rappresenti un must hhave per chi passeggia in queste lande e valli limitrofe.

LP

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