E' il mio disco del 2023.
Sette eterni anni ho dovuto attendere per ascoltare un nuovo album della monumentale band di Justin Broadrick.
Tante volte sul sito ho esaltato il monolite sonoro che caratterizza ogni uscita dei Godflesh; ho scritto oltre dieci recensioni del combo inglese, di certo uno dei gruppi che da più di trent'anni apprezzo e venero, letteralmente.
Annunciato a Marzo come una sorta di proseguimento di "Pure", il loro lavoro migliore per il sottoscritto, pubblicato nel lontano 1992.
Purge lo dice il titolo stesso: è una vera e propria epurazione, un tentativo da parte di Justin di esorcizzare le sue paure, di combattere con la Musica l'autismo che gli è stato diagnosticato da tempo e dai sintomi da stress ingigantiti dalla pandemia.
E ne esce ancora una volta vincitore: issandosi, non senza fatica, sul podio dell'Industrial - Metal che ha contribuito a creare al termine degli anni ottanta.
Devo per forza partire dalla copertina, da quell'immagine glaciale, in bianco e nero. Dita che sfiorano la gelida pelle di un serpente, evidente richiamo alla mano morta che fuoriusciva dal terreno nella copertina di "Pure".
Ed infine arrivano gli otto brani.
Nulla è cambiato rispetto al 1992.
Purge è un album sinistro, minaccioso, limaccioso. Gigantesche bordate di chitarre dai toni ribassati, asfissianti. Un basso al solito abnorme, gonfio che detta trame ciclopiche, assecondato dall'abituale drum - machine ossessiva.
Nero è il titolo del brano che apre la raccolta. Non aggiungo altro, basta il titolo per intiuire le tonnellate esplosive da forno siderurgico emesse dagli strumenti seviziati, suonati con una forza primitiva disturbante.
La voce di Justin alterna passaggi di una crudezza, di una ferocia senza paragoni come avviene nella lentissima Mythology of Self: Sludge - Dub - Doom che non avrebbe di certo sfigurato nei primissimi cacofonici parti dei Godflesh.
Ci sono altresì momenti canori puliti, eterei, che rasentano una sorta di purezza riconducibile ai Jesu, altro gruppo creato da Justin che mai finirò di amare ed apprezzare.
Massimo dei voti, come sempre!
Ad Maiora.
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