Se anche della landa più misterica d'Inghilterra, ovvero Canterbury, io apprezzo, soprattutto, i frutti più bizzarri (follie dadaiste, filastrocche insensate, scherzi ben riusciti), nondimeno mi trovo a mio agio la dove il suono, senza bisogno di particolari stravaganze. obbedisce a una grammatica gentile.
Porte appena socchiuse, quindi...e finestre appannate da una specie di sogno ad occhi aperti. Qualcosa che è solo un accenno o appena un invito.
Il surrealistic pillow più adatto alla fantasticheria, insomma...
Come quando si è in dormiveglia e tutte le voci (quelle di fuori, quelle di dentro) si confondon tra loro.
Ecco, ai miei tempi, specie quando andavamo a casa di Luca, leggendario ingegnere del Joint e canterburyano fanatico. questo era un disco da canne.
Uno di quelli dove, visto che qui davvero i suoni ti prendono per mano, sperimentavamo un'other dimension quasi rassicurante
Del resto lo dicono pure i maestri: se proprio devi avventurarti nell'ignoto scegli bene il tuo compagno di viaggio.
Sarebbe bello potervi raccontare di quei pomeriggi, ma forse è meglio che ci si accontenti, sia io che voi, dell'ascolto più sobrio di oggi. Anche perché in fondo, a parte qualche scontato rimpianto, da quasi le stesse soddisfazioni...
E l'oggi racconta di un disco sempre bellissimo...eh però...
Però...
Che ci fa Frank Zappa in una specie di Arcadia? E perché non spernacchia, ma sorride gentile?
E chi è quel tipo che, tra suoni liquidi e guizzanti spicchi di luce, sbocconcella una strana specie di spelling lunare? Forse il signor Robert Wyatt?
E chi sono quelle fanciulle che cantano? Maestrine? Compagne di banco? O piuttosto improbabili dee della porta accanto?
E chi è che indossa quell'abito di malinconia, quella grazia quasi folk?
E perché la dolcezza ogni tanto si fa quasi caos (quasi, eh)?
Boh...
Per fortuna le domande migliori non hanno quasi mai una risposta...
E comunque sfumature, accadimenti minimi...
Sapete quei momenti in cui il silenzio è quasi irreale e basta un piccolo movimento nell'erba perché il cuore sussulti? Ecco, una roba così...
Trallallà..
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Altre recensioni
Di giuseppe40
Questa esperienza sarà una delle vette più alte del Canterbury Sound, due soli album, ma che hanno lasciato il segno.
Straordinario disco, con un equilibrio perfetto tra melodie e improvvisazioni, un must per gli amanti del genere.