Immaginate se a metà anni novanta due geni del panorama metal scandinavo come Mikael Åkerfeldt e Garm (odiernamente Kristoffer G. Rygg), si fossero incontrati nel tipico pub svedese o norvegese (decidete voi chi gioca in casa) e, davanti al classico boccale di birra, avessero deciso di fondare un gruppo insieme; che cosa ne sarebbe nato? Semplice, gli Ikuinen Kaamos.

Gli Ikuinen Kaamos, sono in verità un gruppo finlandese nato nel 1997 che, partendo dal classico black metal, nel corso degli anni arrivarono a raffinare il loro sound fino a quando nel 2006, uscì il loro primo album "The Forlorn"; il quale presenta un sound molto particolare, dove partiture di musica folk, death metal, progressive e black metal, si amalgamano in modo perfetto dando vita ad un'atmosfera malinconica e piena di pathos.

L'opera si apre con "Frailty", la quale inizia con un delicato arpeggio di chitarra acustica per poi esplodere nella rabbia del death metal, la quale è qui caratterizzata da un growl profondo e gutturale che ricorda abbastanza da vicino quello dello svedese citato poco sopra. Le linee di chitarra si fanno poi più raffinate fin che, ad un certo punto, esse si abisseranno nel mare del silenzio, il quale sarà lacerato da un violento e massacrante blast beat, delle chitarre distorte e marce inquineranno l'aria, la voce del cantante diventerà un grido disperato, è il pezzo black: marcio, crudele e ferale. La traccia sembra però non voler concludersi, esattamente come la disperazione dell'uomo di cui parla questo concept, le chitarre acustiche riprenderanno il controllo della scena e porteranno finalmente a conclusione la canzone. Ne seguiranno altre quattro, tutte altrettanto belle e mai banali, delle quali non discorro per non rendere la recensione troppo prolissa.

Ora mi soffermerei a parlare del concept, le lyrics dei brani sono stupende e trattano di un uomo condannato alla solitudine, la qual è temperata solo dalla natura selvaggia e da vecchie fotografie di persone ormai scomparse o rese irriconoscibili dalla vecchiaia. L'uomo col tempo impazzisce, seduto sulla sedia davanti alla finestra farfuglia benedizioni e maledizioni in modo sconclusionato, vagheggia desiderante la fine, la sua fine. In conclusione, Essa arriverà crudele ma allo stesso tempo compassionevole, l'uomo sentendola ormai prossima, si alzerà dalla sedia e percorrerà la salita verso la cima della collina, dalla quale potrà guardare l'ultimo tramonto. Ad un certo punto le forze lo abbandoneranno del tutto, l'aria libererà la sua anima e l'uomo potrà così cadere nelle nere profondità del nulla.

Un album stupendo ricco d'emozioni, che presenta un sound molto ricercato ma non per questo di difficile assimilazione, le tracce scorrono via velocemente senza far cadere l'ascoltatore nella noia. Forse non sarà il lavoro più originale uscito nel nuovo millennio, ma lo consiglio a tutti, soprattutto agli amanti delle band sopra citate e alle persone che amano calarsi in atmosfere malinconiche e decadenti.

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